irina sanpiter causa morte



irina sanpiter causa morte Si è laureata presso l’Accademia Shepkin di Drammaturgia [1] e presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Statale di Mosca. È nata il 27 settembre 1957 [1] [2] a Mosca, in URSS, ed è morta il 4 febbraio 2018 a Roma. Un’attrice nativa, ha iniziato nelle prime fasi della sua professione proprio qui nel paese, apparendo sia in produzioni teatrali che in film.
Il marito di sua zia Ludmilla Blat, Giorgio Arlorio, la mandò in viaggio a Roma alla fine del 1970 [2]. Apparsa per la prima volta nel film italiano Velvet Hands [3] nel cast di supporto nel 1979. Nonostante ciò, è stata protagonista di un pezzo di Ettore Scola l’anno successivo (La Terrazza).
Nel 1981 fa un’audizione per Sergio Leone e viene inaspettatamente scritturata in Bianco, rosso, e Verdone; si era presentata alla produzione del film per recuperare le uniche due fotografie che aveva portato con sé dall’Unione Sovietica e che aveva proposto al casting senza essere scelta [2]; ottenne il ruolo per il quale divenne famosa in Italia, quello di Magda, moglie di Furio, interpretata dallo stesso regista Carlo Verdone. Solvejg D’Assunta [2] soprannominò Sanpiter con un forte accento torinese perché all’epoca non parlava italiano. L’anno seguente, interpretò Amalia in Napoletane lacrime di Ciro Ippolito.
Dopo aver notato un nodulo al collo nel 1984, i medici le diagnosticarono un linfoma e alla fine fu costretta a smettere di recitare perché divenne troppo debole a causa delle continue trasfusioni [2]. Fu solo quando sposò il promoter di concerti Toni Evangelisti negli anni ’90 che si allontanò dalla sua carriera di cantante.
Irina Sanpiter, che combatteva contro il linfoma da 34 anni, è deceduta il 4 febbraio 2018, dopo aver trascorso un po’ di tempo nell’ospedale del Policlinico Umberto I di Roma [4].
Irina Sanpiter, attrice russa nata a Mosca durante il culmine della Guerra Fredda nel 1957, è meglio conosciuta per la sua interpretazione di Magda, la moglie di Furio, in Bianco, Rosso e Verdone, uno dei film più iconici di Carlo Verdone.
Alessia Mancini, la presentatrice: cosa sta facendo.
La futura attrice ha frequentato l’Accademia Shchepkin di Arti Drammatiche quando era giovane. Aveva anche una laurea in scienze politiche, ma voleva lavorare in teatro o al cinema più di ogni altra cosa. Ha iniziato a esibirsi su palcoscenici e film grandi e piccoli.
Verso la fine del 1970, visitò l’Italia, dove la famiglia di sua madre aveva radici; suo zio Giorgio Arlorio, che era sposato con un suo cugino russo, sponsorizzò la sua visita in Italia e, più specificamente, a Roma[2]. Ha debuttato come attrice nel film del 1979 Mani di velluto come attrice di sfondo, e l’anno successivo ha avuto una piccola parte in La Terrazza di Ettore Scola. Nel 1981, tutto cambia quando fa il provino per Sergio Leone e successivamente viene scelta come protagonista nel suo film Bianco, rosso, e Verdone. Molto casualmente, era andata sul set del film per recuperare le due foto che aveva portato dall’Unione Sovietica.
La giovane attrice, che non conosceva l’italiano, aveva un forte accento torinese doppiato da Solvejg D’Assunta. Nello stesso anno (1981) interpreta Amalia in Lacrime napulitane di Ciro Ippolito. Fu solo dopo tre anni che fu costretta a lasciare il teatro dopo aver appreso di avere un linfoma. Cantante per un po’, sposò il promoter musicale Toni Evangelisti. Lei e suo marito hanno organizzato concerti e altri eventi per un po ‘. Dopo aver sperimentato un declino della salute, è stata ricoverata al Policlinico Umberto I di Roma. Dicono che sia morta il 4 febbraio 2018.
Irina Sanpiter, 60 anni, è morta oggi all’ospedale Umberto I di Roma, dove era stata ricoverata negli ultimi otto mesi. Magda, la moglie di Furio Zccano nel film Bianco, Rosso, e Verdone, era un’attrice russa che combatteva una grave forma di leucemia da quando aveva 27 anni.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=WoBbYZsAN5I&w=560&h=315]
Il film cult del 1981 diretto da Carlo Verdone ha segnato il passaggio dalla carriera teatrale a quella cinematografica. È nata a Mosca nel 1957. Il suo slogan “I can’t take it anymore” è diventato una pietra miliare culturale.
Nei primi anni 1990, Irina Sanpiter scomparve dalla vista pubblica, probabilmente a causa della sua salute.