un carattere che difficilmente viene frainteso

un carattere che difficilmente viene frainteso Quante volte scegliamo di divertirci anche quando stiamo facendo o vivendo qualcosa di impegnativo?
Per capire meglio cosa succede lì dentro, volevo iniziare con questo metodo apparentemente innocente di affrontare il disagio e come il piacere risultante sembra ridurre l’infelicità.



Questo non è un argomento casuale; piuttosto, è il risultato di un esame metodico della mia esperienza che, guardando indietro, sembra essere ampiamente accettato.
Infatti, indagando profondamente questo comportamento, in modo nascosto e nascosto mascherato dalla parte cosciente, stiamo allenando la nostra mente ad alleviare un disagio interiore che sembra avere sia una causa interna che esterna.
Questa caratteristica interiore è il risultato di molti anni di interazione con fattori esterni che, in realtà, fanno poco per alleviare il disagio sottostante.
Quando sentiamo di essere “vittime” di un problema, rispondiamo come se avessimo acceso carboni sotto i nostri piedi e ci affrettiamo a spegnerli.
Questo tipo di azione, che ci spinge al piacere istantaneo, ha però molte ripercussioni sul modo in cui affrontiamo il mondo che ci circonda.
A causa del consolidamento delle nostre abitudini, siamo entrati in uno schema di soddisfazione con una serie di conseguenze non intenzionali di cui nessuno è venuto a metterci in guardia.
Quindi, ho fatto un tentativo di compilare un elenco non esaustivo di fattori psicologici e comportamentali per offrirci la possibilità di esaminare questo argomento, che ritengo abbastanza essenziale nella moderna società occidentale:
Il modo in cui ci sentiamo interiormente riflette il modo in cui interagiamo con gli altri. In realtà, non riusciamo a riconoscere che queste idee sono in realtà una proiezione rafforzata più e più volte dai nostri filtri mentali. Il filtro cognitivo di una persona si forma inizialmente nell’inconscio dalle esperienze che ha avuto e, cosa più importante, dal modo in cui ha affrontato quelle esperienze.
L’apparente divisione o distinzione tra l’interno e l’esterno è un’illusione che rifiuta di essere dissipata. Tuttavia, il modo in cui diamo un’indicazione di ciò che viene percepito dai nostri sensi è frainteso a livello interpretativo. Questo perché, quando l’informazione ricevuta dai sensi viene inviata alla coscienza mentale, questa attua immediatamente un’interpretazione che, di fatto, distorce una comprensione diretta, aggiungendo così a ciò che percepiamo, qualcosa che in realtà non le appartiene.
Anche se c’è un’evidente scissione tra le proprie esperienze interne ed esterne, questo è semplicemente un modo concettuale e tradizionale di guardare alla vita. L’elemento introspettivo in cui sappiamo che l’interno e l’esterno sono strettamente correlati, interdipendenti, ci rende ignari di cosa sia la realtà se ci concentriamo esclusivamente sulla parte “esterna” della nostra esperienza.
Sono indissolubilmente legati; Non c’è una vera distinzione tra loro, e usiamo questa unione inconsciamente.
Esaminiamo le ripercussioni del piacere istantaneo nel contesto di questa visione del mondo.
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Si è infatti spinti fino ad estendersi esplicitamente all’adeguamento delle fabbriche preesistenti se in fase di ristrutturazione, creando procedure snelle per gli immobili vincolati da norme di tutela, tra cui il silenzioso assenso nell’approvazione dei progetti in Vigilanza. Inoltre, per la prima volta, una legge performativa, successivamente estesa agli edifici pubblici con la legge 104 del 1992 e il DPR 503 del 1996, che avrebbe ispirato una significativa riflessione sul tema dell’accessibilità nel settore della tutela e del restauro, anche alla luce dei più recenti orientamenti teorici della disciplina, è stato emanato.