Un aspetto fondamentale nella comunicazione è; La capacità di assimilazione è un aspetto fondamentale e critico delle relazioni interpersonali; significa non solo essere in grado di comprendere ciò che i nostri interlocutori dicono con le loro parole, ma anche saper discernere ulteriori fattori, come lo stress emotivo o il bisogno di qualcosa, che non sono espressi esplicitamente. Nelle situazioni sociali, la capacità di ascoltare coinvolge sia le capacità cognitive che quelle emotive. Ascoltare qualcuno porta allo sviluppo di un rapporto di fiducia e comprensione, ed è attraverso questo che si può iniziare a stabilire un gioco importante.
La comunicazione è un processo in più fasi che raramente si svolge in un unico passaggio: è la relazione tra chi invia il messaggio e la persona che lo riceve. Questa relazione è valutata come più o meno efficace a seconda di come viene ricevuto il messaggio: varia a seconda del metodo di ascolt utilizzato dall’interlocutore, che può essere ad esempio attivo o passivo. Esistono alcune differenze significative tra questi due approcci all’approccio a una conversazione, ed è in quest’area che può essere determinata la differenza tra una comunicazione efficace e una comunicazione non efficace.
Abilità comunicative ma anche capacità di ascolto
L’atto di comunicare comporta l’instaurazione di un rapporto tra due parti. Il primo è colui che parla ed è incaricato di trasmettere il messaggio. La seconda persona è quella che ascolta, cioè quella che riceve il messaggio. Questa voce è molto significativa in quanto la raccolta di informazioni è una fase critica nel processo di comunicazione.
Quando si tratta di comunicazione, il metodo di ascolto utilizzato in ogni conversazione fa una differenza significativa. Puntiamo a capire meglio cosa sta succedendo.
C’è una distinzione tra ascoltare e sentire.
C’è una differenza significativa tra ascoltare e sentire……… Tuttavia, nonostante questi due verbi possano sembrare sinonimi nella lingua italiana, non sono sinonimi quando si parla di comunicazione.
In una conversazione, ascoltare è l’azione complessa e volontaria intrapresa dalla persona che partecipa attivamente alla conversazione e che ha preso la decisione consapevole di registrare le informazioni che vengono condivise.
Sentire, d’altra parte, è un’azione non intenzionale che ci fa perdere l’equilibrio. Considera a cosa stai pensando mentre leggi un libro davanti alla televisione o ascolti musica in ufficio. Se non stai prestando attenzione a ciò che senti, il tuo cervello potrebbe essere in grado di captare il suono che viene riprodotto nelle tue vicinanze.
La distinzione tra sentire e ascoltare è piuttosto essenziale nel campo della comunicazione: queste due azioni sono perfettamente allineate con i concetti di ascolto passivo e attivo, che esamineremo più dettagliatamente in seguito.
Quando ascoltiamo i messaggi dei nostri interlocutori con le nostre orecchie, stiamo anche accertando i loro messaggi con il cuore, la mente e gli occhi. Quando constatiamo i messaggi dei nostri interlocutori con le nostre orecchie, stiamo anche accertando i loro messaggi con il nostro cuore, con la nostra mente e con gli occhi, e stiamo accertando i loro messaggi con le nostre orecchie. Senza dubbio, dobbiamo riconoscere che ascoltare qualcuno in modo profondo e significativo può essere piuttosto estenuante quando c’è un gioco emotivo e significativo in corso con il nostro interlocutore.
Thomas Gordon, psicologo degli Stati Uniti, ha sviluppato quattro fasi attraverso le quali la valutazione attiva viene comunicata all’interlocutore: 1) Ascolto silenzioso: Nella fase iniziale è fondamentale ascoltersi in silenzio e astenersi dall’interrompere; così facendo si comunica che gli ascoltatori sono interessati all’argomento e sono disposti a partecipare all’ascolte. 2) Ascolto attivo: Nella fase iniziale è indispensabile ascoltersi in modalità attiva ed astenersi dall’interrompere; così facendo si comunica che gli ascoltatori sono interessati all’argomento trattato e sono predisposti a partecipare a messaggi di accoglimento verbale e non verbale sono entrambi accettabili.
In questa fase evitiamo di usare frasi come “Sto cercando di capire cosa stai dicendo” o “Sto ascoltando quello che stai dicendo”. Evitiamo anche di usare un linguaggio non verbale come sorrisi, strabismo o cenno del capo, che comunicano all’altra persona che siamo interessati alle loro argomentazioni.
Il terzo passo è incoraggiare coloro che parlano
Ad approfondire l’argomento senza che il valutatore debba giudicare o commentare quanto detto. 3) invitare a un approfondimento: incoraggiamo chi interviene ad approfondire l’argomento senza che sia necessario che l’assessore giudichi o commenta quanto detto.
Le frasi “Spiegami meglio” e “Raccontami” sono entrambe utili e dovrebbero essere usate spesso; 4)l’ascolto attivo è l’ultima fase in cui la persona che sta ascoltando rilegge il contenuto del messaggio che è stato condiviso con lui utilizzando differventi parole. In questa fase, però, non si gioca solo con le parole, ma anche con le emozioni e i sentimenti che si esprimono. Le 12 barriere comunicative che devono essere abbattute sono le seguenti: Thomas Gordon mostra inoltre 12 barriere comunicative, che sono essenzialmente di ascolto che denotano il non ascolto e che limitano la capacità comunicativa.
Pertanto, è altamente raccomandato tentare di evitarli o limitarli il più possibile. Ecco alcuni degli ostacoli da superare: Ordinare qualcosa senza tener conto dei bisogni dell’altra persona che non si sente inclusa. Esigere qualcosa senza tener conto dei bisogni dell’altro che non si sente incluso. Per usare i seguenti esempi di comunicazione: (“È meglio per te se ti comporti bene, altrimenti non potrai uscire di casa”, “Se non fai come ti dico, sarai un cattivo figura”), questo tipo di comunicazione può causare ansia, paura o sottomissione nell’ascoltatore.
Le minacce fanno apparire rabbia, ribellione e ostilità. Fare una dichiarazione morale (“Tu dovere…”, “Non come…”) comunica sfiducia o giudizio morale. Quando alle persone vengono fornite soluzioni già pronte, come “È ovvio che in questa situazione dovremmo fare…”, è meno probabile che riflettano sui propri problemi e, di conseguenza, sono meno propensi a cercare alternative; possono anche entrare in contatto con dipendenza o resistenza.
Inquisizione in tempo reale
A differenza del precedente metodo di ascolto attivo, il metodo di ascolto attivo è in grado di stabilire un rapporto tra i due interlocutori e di facilitare una comunicazione efficace. È un’attività più complessa e deliberata che richiede una proposta di attestazione da parte di chi riceve il messaggio e si compone di una serie di azioni volontarie quali:
In questa situazione, avresti visto che il tuo interlocutore ha assunto un ruolo attivo nella conversazione, sia ponendo domande di valore sia fornendo preziosi spunti. Questo è il metodo vincente che fa la differenza, che rende possibile la comunicazione in tutti i suoi aspetti, e che funge da presupposto per sviluppare empatia con il proprio interlocutore.
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