Pino Daniele Morte

Pino Daniele Morte; Daniele è nato a Napoli, in Italia, da genitori entrambi appartenenti alla classe operaia, e suo padre lavorava nel porto. Come chitarrista senza una formazione formale, ha iniziato la sua carriera di musicista negli anni ’70 eseguendo la chitarra di accompagnamento per altri cantanti famosi. Nel 1977 fa il suo ingresso nel mondo della musica italiana con l’uscita dell’album Terra mia, che viene ben accolto per la riuscita combinazione di suoni tradizionali napoletani e blues.

Pino Daniele Morte
Pino Daniele Morte

Daniele chiamava il suo stile musicale “tarumb”

Che era una fusione di tarantella, rumba e blues. I suoi testi erano scritti e cantati in un napoletano intenso, e contenevano accuse forti e amare contro le ingiustizie sociali di Napoli, così come la società italiana in generale. Inoltre, includevano temi personali malinconici. I suoi testi hanno ricevuto elogi dalla comunità critica. Le ultime canzoni sono caratterizzate da un libero intreccio di brani inglesi, italiani e napoletani, che si ritrovano in molti dei brani.

Nell’album che seguì, intitolato Pino Daniele, il talento di Daniele fu ampiamente chiarito (1979). Fu nel 1980 che raggiunse il suo più grande successo con la canzone “Nero a metà”, che si traduce in “Half-Black Skinned”. Alcune autorità considerano questa canzone il momento decisivo nel revival della canzone napoletana. Nello stesso anno, Daniele è stato l’atto di apertura per la performance di Bob Marley allo stadio San Siro di Milano.

Nel 1981 fu reso disponibile il film Vai Mo. Il fatto che alcuni dei musicisti più noti dell’ambiente musicale napoletano, come James Senese, Enzo Avitabile, Tullio De Piscopo e Tony Esposito, abbiano contribuito ai suoi album come session men ha raccolto anche molti elogi da parte della critica musicale e fan.

I risultati del calcolo parlano da soli. Basti pensare che il 6 gennaio 2015, a soli due giorni dalla sua scomparsa, si è svolto in piazza Plebiscito, nel pieno centro di Napoli, un raduno spontaneo di oltre centomila persone per rendergli omaggio. Per non parlare dei milioni di copie fisiche e digitali di dischi usciti tra il 1977 e il 2012 che si acquistano ancora oggi.

Pino Daniele è venuto a mancare, e questo tragico evento è avvenuto la sera del 4 gennaio 2015.
Tuttavia, cosa sia realmente accaduto la sera successiva alla scomparsa di Pino Daniele è un mistero. Nonostante sia in corso una “guerra” mediatica e purtroppo legale tra l’ex moglie dell’artista, la signora Fabiola Sciabbarrasi, e l’ultima compagna dell’artista, la signora Amanda Bonini, non esiste ancora una verità giudiziaria.

Cominciamo dal certificato di morte di Pino Daniele, dal quale si evince abbondantemente che è deceduto a causa di uno shock cardiogeno, noto anche come infarto. Ciò è avvenuto dopo che i professionisti del settore medico sono intervenuti su un paziente già affetto da malattia coronarica, cardiomiopatia dilatativa a seguito di ischemia e portatore di by-pass.

Un quadro clinico complicato che aveva portato Pino Daniele a assentarsi per lungo tempo dalle scene e sottoposto a continui controlli da parte del dottor Achille Gaspardone, suo medico di fiducia e primario di cardiologia dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma .

Il cantante prende la decisione di uscire a mangiare una pizza con la sua dolce metà la sera di domenica 4 gennaio 2015; tuttavia, proprio mentre sta per uscire di casa, inizia a sentirsi in colpa. Viene subito contattato il 118 della Regione Toscana, e in pochi minuti arriva un’ambulanza che è stata dismessa dall’Ospedale di Grosseto davanti al cancello della sua villa, che si trova nell’area rurale di Magliano in Toscana, che è un centro con 3000 abitanti e si trova a 32 chilometri dalla capitale.

Ed è qui, secondo la relazione ufficiale del Tribunale di Roma, che è stato commesso il tragico errore di scegliere di non recarsi all’ospedale di Grosseto ma di correre verso il Sant’Eugenio di Roma, che distava 161 chilometri.

Pino Daniele Morte
Pino Daniele Morte


Pino Daniele è morto la sera del 4 gennaio 2015, come ricorderete. L’artista si occupava da tempo di problemi cardiaci, e l’infarto occorso mentre si trovava nella sua villa in Toscana – una proprietà situata nei pressi di Orbetello – gli fu fatale. Invano, purtroppo, il ricovero del cantante al Sant’Eugenio, ospedale del capoluogo, che è deceduto intorno alle 22,45 dopo alcuni tentativi da parte dei medici di rianimarlo.

Nonostante siano trascorsi sette anni dalla scomparsa di Pino Daniele

I dibattiti sulle circostanze della scomparsa del musicista e cantautore napoletano continuano, a volte, a riaccendersi. Luisa Regimenti, presidente nazionale dell’Associazione di Medicina Legale Contemporanea e consulente della vedova della musicista Fabiola Sciabbarrasi, ha espresso a Il Mattino la sensazione che “nessuno ha voluto e vuole approfondire sulla morte di Pino Daniele” in un dichiarazione che ha fatto qualche tempo fa.

Nel comunicato, ha definito “grave negligenza” la morte di Pino Daniele. Diversi anni fa, il tribunale di Roma ha disposto un’indagine forense, dalla quale è emerso che la causa della morte era “shock cardiogeno in soggetti affetti da cardiomiopatia dilatativa post-ischemica, malattia coronarica e sottoposti a intervento di bypass coronarico, ipertesi”.

“Shock cardiogeno in un soggetto affetto da cardiomiopatia dilatativa post-ischemica, malattia coronarica e sottoposto a intervento di bypass coronarico, oltre che ipertensione”: questa è la causa della morte come è emersa nei giorni successivi, anche se la sfortunata vicenda lo ha fatto non finisce qui comunque.

Il resto è attualità. Pino Daniele subisce altri due attacchi di cuore durante il viaggio, che potrebbero essere stati esacerbati dal fatto che per tutta la durata del viaggio doveva rimanere seduto piuttosto che sdraiato. Alle 22:00 l’artista fa il check-in al Sant’Eugenio, dove il suo medico di fiducia non è attualmente in servizio. La sua scomparsa avviene alle 22:45. il 4 gennaio 2015, a seguito di numerosi tentativi di rianimazione falliti.

Nel 1982 Daniele è passato a una versione più personale e precoce della world music. Nell’album Bella’mbriana, musicisti come Alphonso Johnson e Wayne Shorter sono apparsi come ospiti. L’anno dopo, Daniele si esibì in un concerto all’Avana, e in seguito formò una band che suona musica latinoamericana.

Richie Havens, cantante e chitarrista americano, e Daniele hanno collaborato a Common Ground, un album che è stato pubblicato nel 1983 e conteneva sia la loro scrittura che il loro modo di suonare. Il suo interesse per la musica araba è evidenziato nel suo album del 1987 Bonne Soirée, mentre il suo album del 1988 Schizzechea With Love ha adottato un approccio più mediterraneo. Bonne Soirée è stato rilasciato nel 1987.

Daniele ha completato le colonne sonore dei film di Massimo Troisi Le vie del Signore sono finite e ho pensato che fosse amore invece è stato un concerto nello stesso anno in cui ha iniziato a lavorare con l’attore e regista italiano Massimo Troisi.

L’album “Non calpestare I fiori nel deserto”, uscito nella primavera del 1995, è un tentativo di rivitalizzare l’ispirazione attraverso l’uso di influenze africane ed etniche. Ad oggi ha venduto più di 800.000 copie. Successivamente, il tour si è concluso con un doppio appuntamento con il chitarrista jazz Pat Metheny. [4]

Pino Daniele Morte
Pino Daniele Morte

Nel 2010 Daniele ha partecipato al Crossroads Guitar Festival al Toyota Park di Chicago, chiamato per lui dall’amico Eric Clapton. Lì, si è esibito al fianco di Joe Bonamassa e Robert Randolph. Allo stadio Cava de’ Tirreni nel 2011 ha partecipato a un concerto che ha visto anche la partecipazione di Clapton.