nico fidenco morte

nico fidenco morte Lo scrittore e musicista Nico Fidenco è scomparso a Roma all’età di 89 anni. La sua voce è per sempre legata alla prima hit estiva italiana, “Legata an un grain of sand”, una canzone che divenne la colonna sonora dell’estate del 1961 e fu un enorme successo sui jukebox in tutta l’Italia del “boom”.



Domenico Colarossi, vero nome del musicista e cantautore nato a Roma il 24 gennaio 1933 da genitori abruzzesi, divide la sua infanzia tra Asmara, Eritrea, e Roma. Chitarrista autodidatta, Franco Migliacci, paroliere e produttore, lo introdusse alla scuderia Rca Italiana di Roma nel 1960. Si dà il caso che il regista de I Delfini Francesco Maselli sia attualmente alla ricerca di una canzone da inserire nella colonna sonora del film (1960). Dopo aver rifiutato Crazy Love di Paul Anka a causa dei diritti d’autore, il direttore creativo della RCA Enzo Micocci gli propose di registrare What a Sky, una composizione inedita di Giovanni Fusco. Dopo aver “testato” il figlio di Little Tony e Fusco, Kiko, la produzione alla fine decide per Fidenco. Nonostante l’iniziale resistenza della RCA a un 45 giri, il successo al botteghino della premiere veneziana del film e la pressione del pubblico su rivenditori e distributori alla fine convinsero l’etichetta a riportare il cantante in studio.
Negli ultimi giorni del 1960, la canzone balza in cima alle classifiche, e pochi mesi dopo, nel giugno 1961, “Legata a un granello di sabbia” la sostituisce in cima e rimane lì per 14 settimane. Lo stesso anno vede anche l’uscita di un’altra composizione di Fidenco, questa volta per The World of Suzie Wong di Richard Quine. In questo modo, il nome del cantante è indissolubilmente legato ai fondali musicali degli album. Alcuni di questi includono: “Just That Same Old Line” (La ragazza con la valigia), “Fidati di me” (The Adventure), “Exodus” (dal film omonimo di Otto Preminger) e “Moon River” (Colazione da Tiffany). Le donne del mondo, Cleopatra, Hud il selvaggio, l’uomo che non sapeva amare, Celestina, Lord Jim, Jean Harlow, la donna che non sapeva amare, e molti altri. E poi la sera si trasformò in notte.
Fidenco fece tutto questo e molto altro nel decennio che va dal 1961 al 1971, durante il quale compose anche colonne sonore per film che spaziavano dallo spaghetti western All’ombra di una Colt alla saga erotica di Emmanuelle nera (1975-76). La sua stella cominciò a svanire agli occhi del pubblico intorno al 1965, e finì per essere l’unico interprete al Festival di Sanremo del 1967, che è principalmente ricordato per il suicidio di Luigi Tenco. Ma lentamente (per non svegliarti) di Fidenco e della 21enne Cher non arriva in finale.
Esibizioni internazionali, composizione di partiture originali e difesa dei diritti dei musicisti hanno avuto luogo nel corso del 1970 (infatti, con Teddy Reno Fidenco ha dato vita alla “Unione dei cantanti italiani”). Nei primi anni 1980, è tornato con una serie di iniziali incise per l’animazione giapponese, tra cui personaggi come Fantasupermega, Don Chuck il castoro e Sam il ragazzo del West. Ha formato la band “I Super 4” nel 1984 insieme a Gianni Meccia, Jimmy Fontana e Riccardo Del Turco, con cui hanno pubblicato tre album. L’ultima esibizione live è stata nel 2007 al Lucca Comics & Games, dove ha cantato le sigle dei cartoni animati che lo hanno reso famoso anche tra i ragazzi.
In una svolta scioccante degli eventi, il cantautore Nico Fidenco è morto all’età di 89 anni. “Un importante cantante e compositore di celebri colonne sonore e canzoni indimenticabili come “Legata un granello di sabbia”, di cui ho appena appreso con tristezza la morte, Nico Fidenco, è stato ricordato in una nota scritta dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Gennaro Sangiuliano. La comunità culturale piange la perdita di un artista italiano di spicco avvicinandosi al nucleo familiare”.
Fidenco, vero nome Domenico Colarossi, nasce a Roma il 24 gennaio 1933. Ha raggiunto la fama nel 1960 con canzoni adattate da colonne sonore. La sua canzone più famosa è “Su nel cielo”, dal film “I delfini” di Francesco Maselli.
Sei anni prima, nel 1939, si era trasferito ad Asmara con la famiglia. Vi rimase fino al 1949. Nel 1960, Fidenco lavorava già nella scuderia della Rca Italiana a Roma, dove fu introdotto da Franco Migliacci principalmente come autore. Ma anche il direttore artistico Enzo Micocci pensa che la sua voce sia interessante. E infatti, quando Maselli ebbe bisogno di una canzone per il suo film “I Delfini”, Micocci suggerì un brano inedito del grande Giovanni Fusco intitolato “What a Sky”. Un giovane di nome Little Tony, figlio di Fusco e Fidenco, scolpì il provino. Ma è stata quest’ultima opzione che il team di produzione ha preferito.

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La casa discografica non aveva intenzione di pubblicare la canzone su 45 in un primo momento, ma a causa della richiesta del pubblico (il film è stato accolto positivamente nelle sale), hanno cambiato idea e hanno deciso non solo di pubblicare la versione inglese, ma anche di correre Fidenco in studio per registrare la versione italiana di “Su nei giorni d’amore” con lo stesso supporto orchestrale. ()