Nanni loy causa morte; L’evento si svolgerà nella Protomoteca in Campidoglio domani sera alle 17, come da programma. UN SECONDO FUNERALE E’ COMPRESO NEL PREZZO. ROMA – La città di Roma è la capitale della Repubblica Italiana. La città di Roma funge da capitale della Repubblica Italiana ed è la città più popolosa del paese. Un infarto mortale ha colpito il corpo di Nanni Loy la mattina presto di ieri, e il suo cadavere è stato ritrovato morto la mattina seguente. Era il 69esimo compleanno del regista, che stava trascorrendo una vacanza a casa dell’amico Gillo Pontecorvo, che si trovava nel borgo marinaro di Fregene, a pochi chilometri da Roma. Nelle prime ore del mattino, Loy ha una sensazione orribile e viene colto da Elvira Carteny, la sua compagna di lunga data con cui convive da anni e con la quale ha un feeling negativo.
Sono coinvolti un regista, uno scenografo e un attore
Arrivato a Roma e lavorando come diplomatico nella zona per il Centro Sperimentale di Cinematografia, inizia il suo viaggio nel mondo del teatro come assistente di Luigi Zampa e documentarista, prima di perseguire la sua passione per la recitazione. Ritorna alla regia (e alla regia) per la prima volta in 32 anni con “Parola di Ladro”, un giallo ambientato nell’immediato dopoguerra che ha scritto insieme a Gianni Puccini.
Nel 1959 dirige “L’audace colpo dei soliti ignoti”, una falsariga basata sull’opera teatrale “I soliti ignoti”, che l’anno prima era stata diretta da Mario Monicelli. Questa è la prima volta che fa un film lui stesso. Negli anni successivi il giovane regista si dedica a soggetti più difficili, come in ‘Un giorno da leoni’ (1961), che vede protagonista Gian Maria Volontè e riceve due Nastri d’Argento e un premio al Mosca Film Festival, e ‘Le quattro giornate di Napoli’ (1962), che riceve due Nastri d’Argento e un premio al Mosca Film Festival.
‘Scusi, perchè posso fare la zuppetta?’ è una nota battuta in italiano. Loy, d’altra parte, cattura i cuori degli italiani nella prima trasmissione televisiva in assoluto con candid camera (nella prima trasmissione televisiva italiana con candid camera). Il ritorno al cinema, questa volta alla regia di commedie, segue il biennio televisivo: nel 1965 dirige “Made in Italy”, che segna la nascita del sodalizio con il coinvolgimento di Nino Manfredi, ed è considerato uno spartiacque nella storia del cinema italiano.
Il Sodalizio continua con i film “II padre di famiglia”, “Risolino Paterno, soldato” e “Café Express”, che fanno da continuazione della serie. Inoltre sono usciti i film “Testa o croce” (1983) e “Mi manda Picone” (1984), con Giancarlo Giannini e Lina Sastri. Il suo lavoro più recente, “A che punto della notte è?”, era una commedia (1994). Il giorno successivo, Settantenne soccombe alle ferite riportate nella sua città natale di Fregene, dopo un ictus cerebrale (sulla costa romana).
In ambulanza prima di arrivare al Soccorso Maccarese, secondo i carabinieri, il regista è morto prima di arrivare sul posto. Loy, che soffre da tempo di difficoltà cardiache, è stata precedentemente curata dal personale del pronto soccorso dello stesso ospedale più volte, secondo i registri. La salma di Nanni Loy è stata inviata ieri all’Istituto di medicina legale dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, dove sarà valutata per la prima volta mercoledì, dalle 8 alle 9, per la condizione più critica. Le sepolture avranno luogo nella Protomoteca del Campidoglio tutti i giorni alle ore 17; sarà una cerimonia semplice e priva di significato religioso, come è comune in Italia.
“Scusi, faccio zuppetta?” interrogò Nanni Loy, regista della classe del 1925, nei primi anni del 1900. “Scusi, faccio zuppetta?” Nanni Loy, regista classe 1925, è stato uno dei pionieri del movimento candid camera, che abbiamo portato negli Stati Uniti negli anni ’20 con l’aiuto del New York Times. Tuttavia, Nanni era preoccupato di riempire il suo cornetto in una caffellatte che era arrivata da una fonte sconosciuta. L’altro, quello del cappuccino al bar, è stato ritardato per mancata ordinazione. Non ci sono parolacce o coiti zero in questo lavoro; invece ci sono solo buffe, stupore e finti tonti.
Erano in servizio come guardie domestiche quando si sono accorti
Che una telecamera nascosta aveva la capacità di costringerli a salire sui loro cavalli. Che l’omaggio a Nanni Loy, il regista cagliaritano scomparso vent’anni fa questo mese, abbia una strana coincidenza è una curiosa coincidenza. Oltre alla sua serie televisiva, Detenuto in stato di giudizio, è stato anche premiato per la regia di film come Caffè espresso e Le Quattro giornate di Napoli (1962), tutti di cui ha anche diretto, e Detenuto in stato di giudizio ( 1971), che hanno entrambi uno strano anello (1980).
In secondo luogo, la sua comunicazione incompletaedia basata sul dramma della suggestione, Mi manda Picone (1983), che viene comunemente chiamato il “pezzo nisba”, è un esempio del suo lavoro rimasto incompiuto. Oltre agli altri, Mario Monicelli avrebbe dovuto essere lì come un reverendo che si rifiuta di dire nulla per evocare ricordi di un momento meno caotico del recente passato. Il fatto che l’invito ai “Nanni Loy Days” non sia ancora arrivato (forse a causa di ritardi postali) ci offre l’occasione per fare un breve colloquio sull’argomento: come si è evoluto l’uso della televisione e perché non è più in uso anche quando le ceramiche sono piegate? (Il Gran Fratello e la Grand Miss stanno facendo il bagno insieme.)
Nanni Loy, noto attore e regista, è morto a Fregene, località balneare della riviera romana, dove era circondato dalla famiglia. Il grande pubblico è venuto a conoscenza delle reazioni più inaspettate delle ignare vittime dei Burle Architettates alle loro ferite a seguito della serie televisiva “Specchio segreto”, presentata per la prima volta nel 1964 e caratterizzata dall’uso di una candid camera e dalla registrazione di video con un fotocamera portatile, con conseguente notevole shock e stupore.
Oltre a dirigere il film televisivo del 1994 “A quel punto è la notte”, tratto dal libro di Fruttero & Lucentini, ha lavorato come produttore cinematografico, dirigendo film come “Detenuto in attesa di giudizio”, “Le quattro giornate di Napoli” e “Mi manda Picone”, tra gli altri. Inoltre, ha lavorato come produttore cinematografico, dirigendo film come “Detenuto”. “Amore vuole dire” è il suo programma radiofonico, che va in onda da più di 50 settimane e ha ricevuto più di 50 punti, tra i suoi tanti altri riconoscimenti.
Tutti i giorni dalle 10:00 alle 16:30 nella sala principale della Protomoteca capitolina, dalle ore 10:00 alle ore 16:00, sarà allestita una seconda rovente telecamera per il vostro piacere di visione. Successivamente, il giorno successivo, 23 ottobre, Nanni Loy avrà compiuto settantuno anni. Il compositore avrebbe trascorso il suo 25° compleanno sul set de “Il mio amico selvaggio”, un’opera teatrale che il compositore intendeva portare in tournée in una cittadina vicino Trevigiano, sulla Riviera ligure. Un attore americano di nome Sidney Poitier avrebbe interpretato il ruolo principale nel film, che avrebbe mostrato la vera storia dell’amicizia che crebbe tra un rifugiato di guerra africano e il giovane figlio di un uomo importante durante la guerra africana.
Il documentario “12 novembre”, che è l’opera più recente di Loy, sarà presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella parte intitolata “Finestra sulle immagini video”. Il film sarà proiettato nell’area “Finestra sulle immagini video” alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Si basa su una massiccia manifestazione tenuta dai sindacati italiani a Roma l’anno precedente in opposizione alla posizione di bilancio del governo, ed è stata realizzata da Loy e un gruppo di altri 40 registi.