Mauro corona giovane: Il 9 agosto dell’anno 1950, Mauro Corona nasce in provincia di Trento, Italia. I genitori di Mauro Corona sono una coppia di venditori ambulanti che spesso lo accompagnano da e verso il lavoro. In compagnia del padre, esplora le montagne a cavallo, e impara anche dal nonno: l’abilità della scultura lineare. Si interessò per la prima volta alla lettura nella prima adolescenza, conoscendo autori come Tolstoj, Cervantes e Dostoevskij, tra gli altri. Viene rilasciato dalla scuola e dedica il suo tempo alle attività manovale. Successivamente, presta servizio militare e svolge il suo primo lavoro come scalpellino di riquadratore, che gli guadagna una piccola fama locale. Affina le sue capacità di scolpire le linee sotto la guida di un maestro affermato e da allora il suo lavoro è stato riconosciuto su scala internazionale. Ma è solo nei prossimi mesi che l’alpinismo diventerà più popolare.
Dopo aver scalato le pareti rocciose più alte del mondo in Italia e nel resto del mondo, alla fine diventa un alpinista di rilievo. Più di 300 vie di arrampicata vengono apprese nelle Dolomiti dell’Oltrepiave nell’ambito della Scala Numerose vettes. Poco dopo Mauro Corona pubblica il suo primo libro, annunciando il suo status di scrittore. Ad oggi, i suoi libri sul rapporto tra uomo e ambiente hanno venduto più di 4,5 milioni di copie in tutto il mondo e i suoi 27 libri su questo argomento sono disponibili in oltre 100 lingue….
«Sono nata a Pinè, in Italia, in un carretto, quando mia madre Thia (Lucia – ndc) era in uno dei suoi pellegrinaggi.» Da Erto si avviavano a piedi gli itinerari per gli ertani, con carri carichi di mestoli e utensili di legno in vendita lungo il percorso. Percorrere più di 140 chilometri per arrivare a Pinè da Erto è stata una sfida importante. Fu il giorno in cui mia madre si rese conto che non poteva più sperare. Era necessario che io nascessi così. Le donne delle famiglie più benestanti intrapresero tali viaggi anche in gravidanza».
La famiglia decide infine di riportare lui e il fratello Felice, nato nel 1951, nella loro terra d’origine, l’Erto, un insieme di case abbandonate incastonate nelle gole del fiume Vajont, ultimo baluardo del Friuli Orientale. Oltre ai nonni paterni, Felice e Maria, Mauro conosce anche Tina, sua cognata. Insieme agli altri coetanei della zona, trascorre la sua infanzia nel quartiere di San Rocco. Alcuni di loro, come Silvio, Carle (l’altro Carle), Meto, Piero e Basili, col tempo diventeranno amici inseparabili.
L’ambiente e gli elementi della terra erano parti importanti della mia vita. La Valle del Vajont ci chiama da quando eravamo bambini, ordinandoci di raccogliere legna da ardere. Tieni presente che ho fatto centinaia di viaggi, sempre on the road. Arrivarci è stato semplice, come tutti sapevano. Non restava che mostrarsi lì. Tuttavia, rimuovere i carichi non è stato un problema. È da questo momento in poi che ho imparato ad apprezzare l’assurdità della vita.
Se il destino non ti facesse amico, saresti annientato». Perché per il disastro del Vajont, la città natale di Cartabianca, Erto, conta solo 371 abitanti. Cartabianca è opinionista del quotidiano del Friuli-Venezia Giulia. Domenico “Mene” Corona e Lucia “Thia” Filippin erano i suoi genitori, ed è stato descritto come “uno zingaro, uno che non vuole essere lasciato solo” sulla strada della vita ambulante quando era bambino.
Mauro Corona è sposato con Francesca e hanno quattro figli: Marianna, Matteo, Melissa e Martina. Si sono laureati in psicologia, tecnologie della comunicazione, filosofia e all’Istituto d’Arte di Brera, eppure continuano a vivere nei boschi. Di conseguenza, ha rilasciato una serie di dichiarazioni controverse sulla propria vita sessuale, inclusa la confessione pubblica di aver scambiato sua moglie poiché “la fedeltà è qualcosa che non può essere superato”.
Dove trascorre le giornate Mauro Corona?
Perché alla catastrofe del Vajont, Erto, città natale di Cartabianca, conta appena 371 abitanti. Cartabianca è editorialista d’opinione del quotidiano Friuli-Venezia Giulia. Questo individuo è descritto come “uno zingaro, uno con cui è difficile stare fermi” sulla strada della vita ambulante, iniziata da bambini con i loro due genitori, Domenico “Mene” Corona e Lucia “Thia” Filippin.
Quanto guadagna l’editorialista di opinione di Cartabianca?
Mauro Corona è stato colui che ha preso la decisione di affermare apertamente ciò che crede di Cartabianca con le sue stesse parole, secondo le sue stesse convinzioni. In base alle esigenze familiari, ho firmato un contratto di 500 euro al mese. Devo rispettare questo contratto”.
L’indicatore mi dice che sono già stato visto e che non riesco più a fare il fico stechiometrico in cima al vuoto. Sono tornato a casa per riaccendere le fiamme della mia fontana fumante, che era rimasta inattiva per mesi. La prima domanda che vorrei farti oggi è questa: se non avessi finito di fare il pagliaccio a tivù, la stampa sarebbe venuta ad intervistarmi? La risposta è un sonoro no. La difficoltà, sia nella vita privata che in quella pubblica, è che siamo tutti schiavi di notorietà poiché il resto del mondo non ha più un valore monetario che gli viene riconosciuto.
“Il successo e la fama hanno contribuito alla reputazione del farmaco e nessuno può essere salvato da esso”.
Le citazioni più famose di Mauro Corona
“Ci sono uomini che non vogliono essere affetti, che non vogliono essere baciati, anche se vorrebbero sentire un po’ di calore dentro di sé. Anche se qualcosa li fa rifiutare di accettare qualsiasi cosa, a causa della quale soffrono così come altri che tentano di conoscerli e vengono rimproverati”.
“Le montagne non ti sfuggono.
Le montagne sono squallide. La montagna non possiede la trappola del tuo affetto. La catena montuosa, con i suoi sassi a cascata, ti ricorda sempre di tenere gli occhi aperti per il pericolo. Dobbiamo agire come un gruppo di persone che non diranno mai “Ti amo per sempre”, ma diranno semplicemente: “Promettiamo di fare del nostro meglio”.
La vita è, oltre al corpo, un bosco che va curato, tagliato, spurgato e protetto quando non è in pericolo.
La nascita del giovane Mauro è già il prologo di una vita piena di avventure. In altre parole, sarebbe nato in treno, sul tragitto che collega il comune di Piné con la città di Trento. Per cominciare, i suoi genitori, Domenico e Lucia, sono entrambi impiegati come venditori ambulanti al momento della sua nascita. Nato a polmonite, quasi per caso, il bambino cresce a Piné, almeno fino al 1956, quando ha sei anni e il fratello minore Felice ne ha cinque.
Nel cuore della Valle del Vajont, fanno ritorno ad Erto, la loro casa ancestrale. Qui Mauro apprende la tecnica dell’intaglio del legno dal nonno Felice, crescendo completamente immerso nel mondo naturale. È il padre che gli ha instillato l’amore per la montagna e poi l’interesse per l’alpinismo, portandolo con sé in caccia battutes fino ai camosci in cima alle cime che circondano Erto.
Per chi fosse interessato a saperne di più su Mauro Corona
I video e gli interventi alla Carta Bianca, dove sono noti i suoi famigerati scontri con il Berlinguer, saranno senza dubbio di aiuto. Berlinguer parlerà su una varietà di argomenti che vanno dall’attualità alla politica per tutto il programma dell’evento. Non mancano, tuttavia, divertenti parietti e battibecchi con il direttore d’orchestra.
Giornalista e scrittore di successo, ha scritto per diverse testate. L’inizio della sua carriera di scrittore arriva nel 1997, quando un amico e collega giornalista decide di pubblicare alcuni suoi racconti sul quotidiano Il Gazzettino, da lui fondato. Questo segna l’inizio della sua nuova avventura, che ha portato alla pubblicazione di numerosi libri di grande successo.
Per quanto riguarda la televisione è stata ospite della prima puntata di Bianca Berlinguer Carta Bianca, andata in onda su Rai 3 l’11 settembre 2018. Anche qui sperava di poter parlare delle sue amate montagne: «Io accettato per vanità, ma l’ho fatto anche con la speranza di poter parlare della catena montuosa ferita, la catena montuosa che non funziona». “Ci sono paesi che stanno crollando e ci sono problemi che sono ovunque”.
“L’affiliazione è opportuna se vuoi che la vita funzioni, se desideri che tagli delle difficoltà nodiventi o troppo stesa né troppo conica, e se non vuoi procedere, allora non procedere.” La mola che affligge la nostra vita è l’educazione; sebbene i benefici di una buona educazione siano significativi, l’inclinazione a perseguire quei benefici è molto più significativo: chi impartisce l’educazione deve fare in modo che la vita sia vissuta sulla mola con l’inclinazione adeguata, altrimenti l’educazione viene sabotata e le conseguenze che ne derivano sono che «non si superano le difficoltà, ma si distruggono i figli».