matteo parenzan malattia Il laureato al primo anno di Scienze Politiche e Amministrazione di Trieste è anche l’attuale campione del mondo di tennis tavolo paralimpico classe 6.
Il Rettore Di Lenarda ha salutato Parenzan nell’Aula Cammarata, dove ha esteso le congratulazioni a nome della facoltà e degli studenti e ha presentato un omaggio UniTS.
Nonostante abbia una malattia muscolare, il giovane giocatore di ping pong si è tuffato a capofitto e ha mostrato un talento straordinario anche da studente delle scuole elementari.
Ha vinto la medaglia d’oro paralimpica all’età di 13 anni, rendendolo il più giovane medagliato italiano di sempre. Ha iniziato a vincere tornei internazionali a squadre alla tenera età di 15 anni, e quando aveva 19 anni, era il migliore indiscusso al mondo.
Insieme al suo campionato del mondo di Granada l’11 novembre, ha vinto cinque titoli italiani, due titoli europei under 23 (uno in singolo e uno in doppio) e ha gareggiato alle Paralimpiadi di Tokyo, dove ha servito come portabandiera alla cerimonia di chiusura.
Dopo la vittoria del campionato del mondo, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) gli ha conferito la sua più alta onorificenza, il “collare d’oro” al merito sportivo.
Era infatti nel dicembre del 2018 alla cerimonia di premiazione tenuta dal Panathlon Club di Trieste. Lì, il giovane Matteo Parenzan è stato consegnato al Premio Sport Studio.
Come presidente del club all’epoca, è stato un onore e un privilegio consegnare personalmente il premio a Matteo. Oltre a ricevere il premio quella sera, Matteo ha accettato con entusiasmo il mio invito a leggere i nostri diritti e responsabilità dei giovani e dei genitori nello sport e i diritti e le responsabilità dei genitori nello sport con sua madre, Valentina.
Matteo, atleta paralimpico e pluricampione di tennis tavolo, ha stabilito un nuovo record per il più giovane campione italiano nel 2017 all’età di 13 anni. Sulla base di questi risultati, sarebbe classificato numero ventisette nella classifica internazionale per la sesta classe. Se volevi competere alle Paralimpiadi del 2020 a Tokyo, dovevi finire tra i primi 15 del tuo rispettivo evento. La sera del panathlon, ha chiesto a Matteo le sue speranze di arrivare alle Olimpiadi del 2020.
Nonostante io sia convinto che sia possibile, riconosco che si tratta di un obiettivo molto ambizioso. Deve aumentare ulteriormente l’intensità dell’allenamento. Faccio del mio meglio per qualificarmi, e se non lo faccio, dovrò pensarci due volte la prossima volta. Fortunatamente, posso allontanarmi dalla situazione.
La vita quotidiana di Matteo, nato con miopatia nemalinica, una malattia neuromuscolare caratterizzata da debolezza muscolare e ipotonia, ruota attorno a tre punti di ancoraggio. La famiglia viene prima di tutto, e questo include mamma Valentina, papà Michele e fratello Giacomo. Poi ci sono i quattro nonni, che a turno lo portano alle sue lezioni di inglese e alle sue sessioni di pratica: nonno Mario, nonna Maria, nonno Lino e nonna Gloria. Poi c’è la scuola, dove Matteo sta andando molto bene al suo quarto anno al Liceo Carducci Dante con particolare attenzione alla socioeconomia a Trieste. E infine, l’ossessione di Igor Milic per il club Sportni Krozek Kras, che è stato guidato dal presidente del club negli ultimi sei anni.
L’azienda Al Kras, con sede a Sgonico, è da diversi anni sotto la tutela del consulente tecnico sloveno Dusan Michalka. Il lavoro di vario tipo è svolto dal gruppo. Matteo, incapace di coltivare le sue forze, punta invece sulla sua sensibilità. Cercano di farlo giocare con atleti molto diversi tra loro, e Dusan lo tiene d’occhio perché pensa che sia fondamentale farlo competere contro avversari migliori. Per avanzare, devi essere in grado di competere con giocatori di pong più forti. Matteo gareggia non solo nel campionato per squadre paralimpiche, ma anche nel campionato a cui prendono parte i normodotati. E con quella base di lavoro, non poteva non raggiungere la sua tanto desiderata qualificazione per i Giochi Paralimpici di Tokyo lavorando duramente tutti i giorni tranne il mercoledì. Risultati ottenuti con l’aiuto di una vittoria del 5 giugno al torneo preolimpico tenutosi a Lasko, in Slovenia.
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Le Paralimpiadi di Tokyo 2020, concepite per la prima volta a Roma nel 1960, hanno preso il via oggi alle 1300 ora italiana. Bebe Vio, portabandiera della scherma, e Federico Morlacchi, portabandiera del nuoto, rappresenteranno l’Italia in Giappone. Ci sono ciclisti come Katia Aere e Andrea Tarlao, nuotatori come Giorgia Marchi e campioni di tennis tavolo come il 18enne triestino e quattro volte campione italiano Matteo Parenzan. Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, l’Italia invierà 115 medagliati, di cui 63 donne e 52 uomini in rappresentanza degli Azzurri.