Maria Di Mauro Magistrato

Maria Di Mauro Magistrato; A breve potrebbe beneficiare di una promozione Maria Di Mauro, procuratore della Procura di Napoli che ha alle spalle una lunga esperienza di lavoro per la Direzione distrettuale antimafia. La Procura di Napoli Nord, che ha sede ad Aversa e ha giurisdizione su un gran numero di comuni ubicati all’interno delle cinture metropolitane di Napoli e Casertano, lo nominerà nuovo procuratore aggiunto.

Maria Di Mauro Magistrato
Maria Di Mauro Magistrato

Il giorno in cui sono stati effettuati gli arresti, due illustri gentiluomini sono stati visti aggirarsi per i corridoi della Procura. Si sono impegnati in una conversazione amichevole con i giornalisti, ponendo loro domande sull’indagine e, soprattutto, sulle fonti da cui i giornalisti avevano ottenuto le loro informazioni. Si trattava di due carabinieri sotto copertura ai quali era stato affidato da uno dei magistrati preposti alle indagini di raccogliere informazioni e redigere il verbale di servizio.

L’atmosfera al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è opprimente

E da ieri non era più così. Sospetti, disaccordi tra gli avvocati che perseguono il caso e segnalazioni di abusi. E accuse di strabismo giudiziario nelle indagini su appalti e sanità che sono state formulate dall’interno e rivolte al pm Mariano Maffei. Queste accuse sono molto simili a quella che ora viene da Clemente Mastella.

La conclusione di un giudice ovviamente anonimo viene chiamata “Un Vietnam”. Una situazione di conflitto in corso che finisce per estendersi fino all’inchiesta sull’Udeur della Campania. Maffei è l’argomento della contesa in questo argomento. In due denunce presentate alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli nel novembre 2007, alcuni dei suoi pubblici ministeri lo accusavano di aver creato un clima “insostenibile” basato sul sospetto e sull’informazione. Queste denunce sono state presentate al procuratore generale.

La denuncia fa riferimento ad agenti di polizia giudiziaria che sono stati interrogati da sostituti di fiducia della Maffei, come Alessandro Cimmino, titolare dell’indagine sull’Udeur, al solo fine di ottenere informazioni su magistrati “dissidenti”.

Il file denominato “auto-assegnato”.
La denuncia più difficile, invece, riguarda un altro argomento: alcune inchieste sullo stato di salute di Caserta che sono state definite “anomale”. L’anomalia consisterebbe nel comportamento del sostituto pm Maria Di Mauro, che all’inizio del 2006 con l’appoggio di Maffei si sarebbe affidato un procedimento nei confronti di alcuni dirigenti dell’Azienda Sanitaria Locale Caserta 2 e Giuseppe Tatavitto, direttore dell’ospedale di Santa Maria Capua Vetere Prima di assumere lei stessa la responsabilità del fascicolo, la dott.

Per il fatto che il marito di Di Mauro, l’avvocato Aurelio Marino, svolge la funzione di consulente legale dell’Asl in questione, si era sempre ricusata dalle indagini riguardanti l’ASL 2 di Caserta. Questa volta l’astensione non viene richiesta, nonostante la denuncia riguardi un concorso ASL in cui il dirigente della stessa Asl o il datore di lavoro di Marino è il testimone chiave a carico di Tatavitto. Si è deciso di togliere dalle loro posizioni i vertici dell’Asl indagati. Nel procedimento principale, essi diventano addirittura parti offese, mentre l’estratto si conclude con un’archiviazione.

Secondo la denuncia, uno degli approcci non convenzionali adottati da Maffeithere è stato quello di aprire un fascicolo su diversi magistrati che lavorano per la procura di Santa Maria Capua Vetere con l’intenzione di indagare sulle attività in cui erano coinvolti. Questo è solo un esempio dell’anticonformismo di Maffeithere approccio. L'”interrogatorio” dei pubblici ministeri avviene in modo informale al telefono ed è condotto da altri pubblici ministeri che lavorano nello stesso ufficio. Gli atti vengono consegnati all’ufficio della Procura della Repubblica di Roma, che registra la denuncia sotto la categoria “inesistente”.

Maria Di Mauro Magistrato
Maria Di Mauro Magistrato


A causa di questo cumulo di lamentele, il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Napoli ha presentato la richiesta di invio di ispettori al Ministero di Grazia e Giustizia nell’ottobre 2007 e ha avuto successo nell’accoglimento della sua richiesta. A fine novembre 2007, però, perviene un’altra denuncia, che inevitabilmente si incrocia sia con l’ispezione in corso, sia con l’indagine in corso su Mastella. Secondo la stessa ammissione della Maffei, l’indagine sull’Udeur campano consiste nel consolidamento di un gran numero di fascicoli separati, tutti consegnati al pm Cimmino e successivamente inseriti nel procedimento in corso. Il luglio 2005 ha segnato l’inizio di una di queste indagini.

In connessione con la modifica del Piano regolatore del Comune di Casagiove

Giacomo Caterino e Domenico Bove, entrambim servono come consiglieri provinciali per l’Udeur, sono indagati insieme ad Anthony Acconcia, il direttore generale dell’amministrazione provinciale. Sono indagati per diffondere false ideologie e interrompere le aste. I primi due vengono presi in custodia, ma alla fine il tribunale del riesame li fa rilasciare dalla custodia.

Anthony Acconcia è stato accusato dall’amministrazione provinciale di diffondere false ideologie e di aver provocato un disturbo all’asta in relazione all’alterazione del piano regolatore del Comune di Casagiove. I primi due vengono presi in custodia, ma alla fine il tribunale del riesame li fa rilasciare dalla custodia. Anthony Acconcia è stato accusato dall’amministrazione provinciale di diffondere false ideologie e di aver provocato un disturbo all’asta in relazione all’alterazione del piano regolatore del Comune di Casagiove. I primi due vengono presi in custodia, ma alla fine il tribunale del riesame li fa rilasciare dalla custodia.

A sostegno della sua argomentazione, il consigliere provinciale Udeur ha evidenziato, a sostegno della sua argomentazione, il diverso trattamento riservato al direttore generale Acconcia, uomo di fiducia del De Franciscis. Acconcia era al vertice della macchina amministrativa, composta da più di mille uomini, ma non era ritenuto responsabile del suo funzionamento e controllo. Tuttavia, l’attenzione dovrebbe essere soprattutto su De Franciscis.

Nel corso delle indagini sono state raccolte testimonianze, anche di consiglieri provinciali di sinistra radicale, che attribuirebbero al De Franciscis la responsabilità diretta, non solo politica, delle modifiche al Piano Regolatore, che avrebbero reso i terreni di proprietà di Carlo Panella, il padre del compagno di Acconcia, e di Vincenzo Natale, dirigente locale del Pd. Secondo la denuncia di Caterino, le indagini sono avvenute.

Queste affermazioni, come le interpreta Caterino, forniscono la prova che De Franciscis si è intromesso nel caso. È stato rivelato che il nipote di Maffei era un testimone informato dei fatti. La Rivista di Napoli ha riconosciuto la fondatezza di alcune delle affermazioni avanzate dai difensori di Caterino e ha esteso l’invito al procuratore distrettuale a indagare su ulteriori aspetti dell’indagine.

Maria Di Mauro Magistrato
Maria Di Mauro Magistrato

Il suo nome è stato legato da Di Mauro a importanti inchieste giudiziarie aperte contro i clan Casalesi, Polverino, Orlando e Nuvoletta. Fu lei a coordinare le operazioni che portarono alla cattura di criminali ricercati come Antonio Polverino, Giuseppe Simioli, Carlo Nappi e Antonio Orlando. Era anche lei la responsabile della loro cattura. Il suo nome è stato collegato anche all’inchiesta Pip svoltasi a Marano, nonché al processo che ha coinvolto l’ex sindaco di Marano, Mauro Bertini, oltre agli uomini d’affari Aniello e Raffaele Cesaro e la funzione Object() { [nativo codice] } Angelo Simeoli.