Letizia battaglia sito ufficiale; L’artista è nata a Palermo nel 1935, ed è nota non solo in Italia ma anche all’estero; per esempio, il New York Times l’ha nominata una delle undici donne eccezionali del 2017 nel 2017. Battaglia ha discusso di tutto ciò che c’è da sapere su Palermo come insider, compreso il contributo della città al teatro, all’editoria e al progresso della fotografia come campo di studi. È riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti che sono saldamente presenti nell’immaginario collettivo, ma anche per il valore civile ed etico che attribuisce alla fotografia. Questo è uno dei motivi per cui è considerata una delle figure più importanti della fotografia contemporanea.
Letizia Battaglia si è spenta il 13 aprile 2022 nella città di Cefalù
Aveva 87 anni. La fotografa italiana, da tempo malata di malattia, ha lasciato il segno nel settore con le sue fotografie di Palermo e delle atrocità mafiose avvenute negli anni ’70 e ’80. Queste fotografie sono state pubblicate in diverse pubblicazioni, ma la signora che le ha scattate ha una storia altrettanto impressionante.
Palermo, città particolarmente bigotta e retrograda in quel periodo, racconterà molto della sua produzione e la segnerà profondamente. La sua storia, colorata e scandita da eventi a volte sconvolgenti, inizia il 5 marzo 1935 a Palermo. Questo evento segna l’inizio della storia movimentata e talvolta scioccante di questa città.
Si sposò all’età di 16 anni e ebbe tre figlie: Cinzia, Shobha e Patrizia Stagnitta. Questo primo evento, che segnò la sua vita privata, fu il suo matrimonio in tenera età. La scelta di sposarsi è stata in realtà un sogno di indipendenza ed emancipazione dalla sua famiglia; tuttavia, questo sogno è stato infranto quando si è trovata in una relazione rigorosamente regolata da regole patriarcali. Ciò rendeva la situazione intollerabile, soprattutto se unita al ruolo di madre, che le impediva di proseguire gli studi.
Queste insoddisfazioni si fanno strada nel matrimonio e il marito percepisce gli interessi intellettuali di Battaglia come un pericolo per la loro relazione. Dopo essere stata sospettata di infedeltà, ha un esaurimento nervoso, che la porta al ricovero in una struttura in Svizzera, dove viene curata da psichiatri per la sua malattia mentale. Dopodiché, torna a Palermo, dove prende la decisione di affrontare la sua noia attraverso la psicoanalisi, anche se solo lì riesce a raggiungere un tenue equilibrio.
Quando una coppia è infelice nel loro matrimonio, può portare a relazioni extraconiugali e al desiderio di fuggire dall’affetto del coniuge, che la donna può vedere come possessivo e soffocante. Ciò si è verificato in un periodo in cui il divorzio non era ampiamente riconosciuto come una soluzione all’insoddisfazione coniugale.
Il suo incontro casuale con la giovane fotografa Santi le infonde un rinnovato senso di ottimismo e il momento cruciale della storia la avvicina di un passo al raggiungimento del suo obiettivo di indipendenza. Sradica la sua famiglia dalla loro casa in cima a Palermo e cerca la sua strada da seguire, accompagnata dalle sue tre ragazze.
Aveva 38 anni e aveva iniziato a fotografare per il quotidiano L’Ora di Vittorio Nistic solo quattro anni prima (1969). È l’unica donna in un ambiente editoriale dominato dagli uomini.
Nel corso della sua vita, Letizia Battaglia ha discusso dei volti degli impoveriti e delle rivolte che avvenivano nelle pubbliche piazze. Ha mantenuto l’enfasi sulla città come area privilegiata da cui vedere la realtà, così come il paesaggio urbano della città stessa. L’artista “tratta” il suo lavoro come un manifesto, presentando le sue opinioni in modo diretto, onesto, lirico e sofisticato, ridefinendo quindi la funzione della fotografia di notizie. Impara la tecnica direttamente “per strada” e le sue fotografie sono immediatamente identificabili dal fatto che si sforza di catturare una forte sensazione e quasi sempre un senso di “pietas” in ognuna di esse.
Tutta la vita professionale del fotografo siciliano è documentata
“Storie di strada”, un libro che contiene oltre 300 immagini, la maggior parte delle quali mai pubblicate. Il libro segue un articolato percorso narrativo che è costruito da diversi capitoli e argomenti.
I ritratti di donne, uomini, animali e bambini sono solo alcuni dei capitoli che compongono la rassegna. A questi si aggiungono quelli su luoghi come Palermo, e quindi sulla politica, la vita, la morte e l’amore, oltre a due film che favoriscono il suo percorso personale e creativo. Il percorso espositivo è incentrato sui temi che hanno costruito la figura espressiva più caratteristica dell’artista.
Questo l’ha portata a fare una profonda e continua critica sociale, evitando i luoghi comuni e mettendo in discussione i presupposti visivi della cultura contemporanea. Questi i temi che verranno messi in evidenza nella mostra. L’end product è un ritratto accurato del soggetto, che è un intellettuale che nuota controcorrente, ma che è anche un poeta e un fotografo politico. Questa è una donna che è interessata a ciò che le è vicino e anche a ciò che è lontano da lei.
«Ciò che il progetto espositivo si propone di esporre – afferma Francesca Alfano Miglietti, che è la curatrice della mostra – del percorso di Letizia Battaglia sono ‘forme di attenzione’: qualcosa che viene prima ancora delle sue fotografie, perché Letizia Battaglia si è interrogata su tutto ciò che cadde sotto il suo sguardo, che si trattasse di un omicidio o di un bambino, di uno sguardo o di un raduno, di una persona o del cielo.La sua occupazione principale era l’osservazione, che secondo lei si “materializzava” sotto forma di “visioni straordinarie”.
Il più recente dei numerosi film che sono stati realizzati sulla sua figura sia di donna che di artista è quello proiettato all’edizione 2019 del Sundance Film Festival. Il film documentario Shooting the Mafia è stato diretto da Kim Longinotto e racconta la storia della giornalista e artista Letizia Battaglia. Battaglia, con la sua macchina fotografica e la sua vita movimentata, è testimone in prima persona di un periodo storico cruciale per la Sicilia e per l’Italia nel suo insieme, quello culminato con le brutali uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il film di Longinotto si intitola Shooting the Maf
I sudditi di Letizia hanno seguito un percorso volto a rafforzare le proprie ideologie e convinzioni riguardo alla società, all’impegno politico, alle realtà emarginate, alla violenza provocata dalle guerre di potere e all’emancipazione delle donne. Questi soggetti non sono stati scelti da alcuno sforzo di immaginazione per caso. La mostra è supportata da un catalogo Marsilio Editori, con scritti di Francesca Alfano Miglietti, Leoluca Orlando, Maria Chiara Di Trapani, Filippo La Mantia, Paolo Ventura.