Letizia battaglia da giovane; Letizia Battaglia e le altre figure che hanno fatto dell’arte visiva il fulcro centrale della loro vita sono quel tipo di persone che può solo fungere da ispirazione per il mondo del cinema, o più specificamente il mondo dei documentari. Rai 1 ha deciso di omaggiare questa impavida signora con un servizio che andrà in onda in prima serata domenica 22 maggio e lunedì 23 maggio alle 21:20 locali. Questa decisione è stata presa per rimanere fedeli allo stile giornalistico che ha definito la straordinaria carriera di questa formidabile donna. Infatti, la miniserie di Roberto E, in cui al suo fianco recita anche Isabella Ragonese, «Solo per puro entusiasmo –
La fotografa di Letizia Battaglia “sarà presto resa pubblica. Quest’opera d’arte, che traccia i contorni di un vivere libero da schemi e norme, offre l’occasione ideale per apprezzare le luci e le ombre di una vita intensa che, oltre ai temi scatenati della mafia, comprende racconti di premi e mostre internazionali.
Le sue attività professionali l’hanno portata
Milano per quasi quattro anni, ma nel 1974 si è trasferita nel suo paese d’origine e, insieme a Franco Zecchin, ha fondato un’importante agenzia nota come Information Photographic.
È a questo punto che inizia il suo lavoro di documentazione più prolifico, che consiste in fotografie di reati mafiosi. Registra il bagno di sangue in cui membri di Cosa Nostra uccidono agenti delle forze dell’ordine, giudici e persone. Anche le persone di altri paesi sono scioccate da quelle fotografie in bianco e nero.
In questo modo ha potuto fondare a Palermo negli anni ’80 il “Laboratorio If” per fotografi e fotoreporter e vincere nel 1985 l’Eugene Smith, prestigioso premio nel settore della fotografia che non era mai stato assegnato a un Donna europea prima. Successivamente, nel 1999, ha ricevuto il primo premio Mother Johnson Achievement for Life.
Tra le sue opere più celebri sono le scene all’Hotel Zagarella in cui Andreotti fu rappresentato mentre trattava con i membri dei clan, l’omicidio del giudice Terranova e la sepoltura del generale Dalla Chiesa.
L’omicidio di Giovanni Falcone, invece, è un momento di svolta; ha un tale impatto su di lei che lei dichiara di non voler più fare la fotografa e di volersi invece dedicare ad iniziative cooperative di sensibilizzazione e divulgazione.
Questo evento è davvero legato alla miniserie a lei intitolata poiché la prima parte della miniserie andrà in onda proprio per onorare la Giornata della Legalità, che è una giornata che rievoca il passaggio dei 30 anni dalla strage di Capaci.
Letizia Battaglia: icona del coraggio femminile
Battaglia era una donna con due personalità distinte: da un lato era una crociata antimafia e dall’altro un inconsapevole femminismo. Quando Letizia esorta a raccontare i giovani aspiranti fotografi o, come dice Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, se si riconosce come entrambe le preoccupazioni si scontrano con un cambiamento difficile e resistente, queste due sfide non sono solo parallele tra loro ma anche connetterti.
Infine, nelle opere di Battaglia compare costantemente la volontà di dare spazio all’autodeterminazione e il significato del personaggio femminile. Questo è lo stesso desiderio che la spingeva nei suoi rapporti intimi con gli altri. In effetti, il fotografo ha catturato molte espressioni diverse sui volti di ragazze, mamme e nonni, tutti influenzati da ideologie territoriali in cui le donne hanno tradizionalmente svolto un ruolo secondario.
Scopri dove è nata Letizia Battaglia, ma anche da dove ha origine la sua fotografia e, più in generale, la sua arte di vivere in armonia con il proprio ambiente. Lei ti permetterà di apprezzare questa visione nella sua massima estensione. Quando esaminiamo la sua narrativa di vita e le numerose realizzazioni che hanno segnato la sua attività professionale, siamo in grado di determinare chi sia stato il motore del cambiamento sismico avvenuto nel panorama della fotografia italiana.
Vita privata di Letizia Battaglia
Letizia Battaglia si è spenta il 13 aprile 2022 nella città di Cefalù. Aveva 87 anni. La fotografa italiana, da tempo malata di malattia, ha lasciato il segno nel settore con le sue fotografie di Palermo e delle atrocità mafiose avvenute negli anni ’70 e ’80. Queste fotografie sono state pubblicate in diverse pubblicazioni, ma la signora che le ha scattate ha una storia altrettanto impressionante.
Palermo, città particolarmente bigotta e retrograda in quel periodo, racconterà molto della sua produzione e la segnerà profondamente. La sua storia, colorata e scandita da eventi a volte sconvolgenti, inizia il 5 marzo 1935 a Palermo. Questo evento segna l’inizio della storia movimentata e talvolta scioccante di questa città.
Si sposò all’età di 16 anni e ne ebbe tre dau combattenti: Cinzia, Shobha e Patrizia Stagnitta. Questo primo evento, che segnò la sua vita privata, fu il suo matrimonio in tenera età. La scelta di sposarsi è stata in realtà un sogno di indipendenza ed emancipazione dalla sua famiglia; tuttavia, questo sogno è stato infranto quando si è trovata in una relazione rigorosamente regolata da regole patriarcali. Ciò rendeva la situazione intollerabile, soprattutto se unita al ruolo di madre, che le impediva di proseguire gli studi.
Queste insoddisfazioni si fanno strada nel matrimonio e il marito percepisce gli interessi intellettuali di Battaglia come un pericolo per la loro relazione. Dopo essere stata sospettata di infedeltà, ha un esaurimento nervoso, che la porta al ricovero in una struttura in Svizzera, dove viene curata da psichiatri per la sua malattia mentale. Dopodiché, torna a Palermo, dove prende la decisione di affrontare la sua noia attraverso la psicoanalisi, anche se solo lì riesce a raggiungere un tenue equilibrio.
Quando una coppia è infelice nel loro matrimonio, può portare a relazioni extraconiugali e al desiderio di fuggire dall’affetto del coniuge, che la donna può vedere come possessivo e soffocante. Ciò si è verificato in un periodo in cui il divorzio non era ampiamente riconosciuto come una soluzione all’insoddisfazione coniugale.
Il suo incontro casuale con la giovane fotografa Santi le infonde un rinnovato senso di ottimismo e il momento cruciale della storia la avvicina di un passo al raggiungimento del suo obiettivo di indipendenza. Sradica la sua famiglia dalla loro casa in cima a Palermo e cerca la sua strada da seguire, accompagnata dalle sue tre ragazze.
Aveva 38 anni e aveva iniziato a fotografare per il quotidiano L’Ora di Vittorio Nistic solo quattro anni prima (1969). È l’unica donna in un ambiente editoriale dominato dagli uomini.