Invitalia Bernardo Mattarella; Con Bernardo Mattarella amministratore delegato e presidente Rocco Sabelli si apre una nuova pagina per la gestione di Invitalia, la mano operativa e finanziaria dello Stato a sostegno del sistema imprenditoriale, dalla nascita delle startup ai “salvataggi” delle imprese e al rilancio di aree industriali crisi. Invitalia nasce come la mano operativa e finanziaria dello Stato a sostegno del sistema imprenditoriale in Italia.
La lunga stagione di Domenico Arcuri
Che ha guidato l’azienda per 15 anni, a partire dal 2007, e che da marzo 2020 fino a marzo 2021 è stato protagonista per il ruolo di commissario straordinario per l’emergenza Covid, voluto dal governo Conte . Il regno di Domenico Arcuri su Invitalia volge al termine dopo 15 anni. Il governo ha annunciato ieri che Bernardo Mattarella, attuale dirigente di Mediocredito centrale, assumerà la carica di amministratore delegato della società statale.
Poiché il mandato di Arcuri era scaduto e Mattarella aveva trascorso parte della sua carriera in Invitalia, la nomina di Mattarella, nipote di Sergio, Presidente della Repubblica, era per certi versi anticipata.
A suo svantaggio in queste settimane di totonomine c’è stata proprio l’illustre parentela, poiché il Presidente ha sempre chiesto che non si creassero imbarazzi. Alla fine, però, il governo ha deciso di puntare sul curriculum del dirigente pubblico per un ruolo così delicato come la poltrona numero uno di Invitalia.
A maggior ragione se si considera l’entità degli investimenti che saranno possibili grazie ai fondi del PNR, l’agenzia giocherà un ruolo sempre più determinante e la decisione di selezionare persone che già conoscono il funzionamento di una macchina così complicata è stata non fatto per caso.
Dopodiché, Mattarella si fa vivo. Se puoi, prova a tornare. Ma è Arcuri, che in questi 15 anni ha doppiato il suo nome a quello della società statale, è quello che se ne andrà. Al suo arrivo nel 2007, ha lavorato con Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte. Romano Prodi è stato colui che lo ha scelto per lavorare con loro.
Per la sua capacità di collaborare con persone di ogni ceto sociale, ha ricevuto numerose adesioni, tra cui Dalemiano (condivide certamente il grande tifo per la Roma con l’ex presidente del Consiglio), Renziano e un amico di Forza Italia.
Tuttavia, è proprio l’attuale leader del Movimento 5 Stelle che ha particolarmente legato il suo nome al partito, se non altro nell’immaginario del grande pubblico.
Tra il 2000 e il 2007 ha ricoperto diversi incarichi nel settore bancario e finanziario (Nuova Merchant, NEM SGR, Fondo Nuove Infrastrutture, Banca Nuova). Tra il 1997 e il 2000 ha lavorato al Mediocredito Centrale. In tale periodo ha ricoperto gli incarichi di capo dell’Ufficio Organizzazione, capo dell’Ufficio Investimenti e vicedirettore del Servizio Pianificazione e Investimenti.
Tra il 1990 e il 1997 ha lavorato per Arthur Andersen come Responsabile Italia per i Progetti di Risk Management e Processi Aziendali dell’Area Finanza. In tale periodo è stato anche responsabile dei progetti di Corporate finance della sede di Roma per le società bancarie, della Pianificazione Strategica, del Reporting di Gestione, del Controllo di Gestione e della Re-engineering dei processi.
Arcuri è stato selezionato da Conte, nel momento più difficile, per ricoprire il ruolo di assessore all’emergenza Covid: le conferenze stampa con i dati del contagio, le polemiche (e le inchieste giudiziarie, quasi tutte archiviate tranne quella che vede Arcuri indagato per abuso di ufficio) sulla fornitura dei dispositivi di protezione, le presentazioni in grande stile (le “primule” di Stefano Boeri, le strutture che sarebbero dovute diventare centri vaccinali nelle grandi città) hanno reso quello attuale per Arcuri il momento più difficile
Quella nomina, che il governo di Mario Draghi
Si è affrettato a cancellare, può essere considerata discutibile. Appena arrivati a Palazzo Chigi, il nuovo governo ha subito sostituito Arcuri con il generale Francesco Paolo Figliuolo alla guida della complessa macchina dell’emergenza Covid. Lo ha fatto su esplicita richiesta della Lega di Matteo Salvini e di Italia Viva di Matteo Renzi.
C’è stato chi dentro e fuori l’esecutivo ha spinto per sostituire Arcuri anche da Invitalia, ma Draghi ha optato per continuare per un altro anno e rispettare la scadenza piuttosto che sostituire Arcuri.
Queste sono le nomine più recenti per importanti designazioni in società pubbliche nell’ambito del ciclo di promozioni in corso. Il nipote del Capo dello Stato, Bernard Mattarella, sale alla carica di Direttore Finanziario di Invitalia dopo aver fatto carriera tra il 2007 e il 2011. Tra il 2011 e il 2017 ha diretto il ramo d’azienda denominato Incentivi e innovazione. Attualmente ricopre il ruolo di amministratore delegato di Banca del Mezzogiorno-MedioCredito Centrale, che è stata acquistata da Invitalia nel 2017 ed è sotto la sua guida. La sua posizione dovrebbe essere riconfermata nell’aprile del 2020.
La carriera di Mattarella in Mediocredito Centrale, dove è stato assunto nel 1997, può essere definita quasi un “cerchio”. Lascerà il suo incarico con lei nel 2000, dopo aver ricoperto il ruolo di capo dell’Ufficio Organizzazione, Ufficio Investimenti e Vice Capo del Servizio Pianificazione e Investimenti. Dopo una pausa, tornerà nel 2017 dalla pubblicità, per poi essere riconfermato nel 2020.
Ha invece lavorato per Arthur Andersen dal 1990 al 1997, dove è stato responsabile dell’ufficio di Roma dei progetti di finanza aziendale per le società bancarie, pianificazione strategica, reporting di gestione, controllo di gestione e reingegnerizzazione dei processi. In questo periodo ha ricoperto il ruolo di Responsabile Italia per la Gestione dei Rischi e Processi Aziendali dell’Area Finanza. Ha inoltre curato i processi aziendali dell’Area Finanza in Italia. Mattarella, 56 anni, originario di Roma, è anche l’attuale titolare della Cattedra di Economia e Management dell’Innovazione presso l’Università dei Mercanti.
Alla presidenza di Invitalia arriva invece il manager Rocco Sabelli, cresciuto in aziende come Eni e Telecom. Roberto Colaninno, che lo ha apprezzato, lo ha voluto alla guida della società finanziaria Immsi e Piaggio già nel 2003. In qualità di Amministratore Delegato di Alitalia a partire dal 2008, è l’unico responsabile della gestione del “Piano Phoenix”, che è uno dei capitoli della travagliata storia dell’azienda che lascerà nel 2012.
Nell’ambito delle società del Tesoro, esordisce nell’aprile 2019 come presidente e amministratore delegato di Sport e Salute, società in house del Ministero dell’Economia che ha lasciato poco dopo anche per “mai nata sintonia” con l’allora- Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, come ha scritto nella lettera di dimissioni. In questo ruolo, sarà responsabile della supervisione delle operazioni quotidiane dell’organizzazione. Durante quel particolare incidente, Sabelli si precipitò fuori dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle, dicendo: “Con la politica pasticciata che ho conosciuto in questi mesi, ha commentato, non ho più voglia di lavorare”.