Giovanni minoli malattia;Caterina Balivo ha ospitato l’edizione odierna (19 settembre 2019) di Vieni da me, programma pomeridiano che va in onda su Rai 1 in Italia. L’episodio vede come ospite del programma Giovanni Minoli. Il giornalista e il presentatore si sono impegnati in una lunga e interessante conversazione con l’argomento. La conversazione di Minoli ha coperto un’ampia gamma di argomenti.
Ascoltare la narrazione di Giovanni sulla sua famiglia e, soprattutto, sul difficile legame che aveva con sua madre, ha suscitato una forte risposta emotiva dal pubblico a casa. Poi sorrise calorosamente ricordando suo padre. Un’educazione difficile che alla fine lo ha portato a combattere l’anoressia. Con sua grande fortuna, alla fine riuscì a riprendere il controllo della sua vita. Una storia avvincente che ha lasciato tutti senza parole.
Vieni da me è dove Giovanni Minoli condivide storie su se stesso.
Durante la puntata di Vieni da me andata in onda oggi, 19 settembre 2019, Giovanni Minoli ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni tenuti da Caterina Balivo. In questa intervista, Giovanni si è lasciato andare. Il giornalista ha descritto il legame tumultuoso che aveva con sua madre, dicendo: “Ho sette fratelli; ci sono una femmina e sette ragazzi nella nostra famiglia”. Mia madre era nazista in tutti i sensi; aveva occhi solo per suo marito e nient’altro le importava.
Non aveva figli suoi. Non ha usato i nostri nomi quando ci ha chiamato; piuttosto, ha usato una campana. Il primo bambino sentirà un suono, il secondo bambino sentirà due rumori e così via. Sono stato sottoposto a un’educazione abbastanza irreggimentata, ma va bene così. Poi ha continuato dicendo: “Crescere in una grande famiglia ti ricorda quanto può essere difficile la vita”. Nemmeno in Rai è stata così impegnativa». Un’educazione difficile ma resa più sopportabile dal legame con il padre.
Prima il ricordo del padre defunto e poi l’inizio della malattia
Il ricordo del padre, morto in un incidente stradale, ha portato a Giovanni Minoli molta gioia. Il giornalista ha detto: “Era un insegnante ed era un amico”. Quando mio padre è morto, l’ho fatto anche io. Sono stato in apnea per due anni, ma la cosa più strana è che ho scritto un romanzo tra i 15 e i 17 anni in cui racconto la storia della morte di mio padre, avvenuta esattamente come raccontai dieci anni dopo. Questo è qualcosa che mi ha sempre colpito perché è stato l’evento che mi ha fatto diventare ossessionato dall’apnea notturna.
Un incidente automobilistico ha tolto la vita anche a mia madre. Poi, spinto ulteriormente, Giovanni ha riconosciuto di aver lottato anche con l’anoressia, dicendo: “Nessuno mi ha riconosciuto, e per dimostrarmi che sono diventato anoressico, ma non è bastato”. Oggi mi sento di nuovo me stessa «
Ospite di Caterina Balivo a Vieni da me nella puntata di giovedì 19 settembre Giovanni Minoli svela aspetti inediti del proprio privato. Il conduttore di Mixer parla infatti della giovinezza e del rapporto con la propria famiglia rimarcando la severa educazione ricevuta in casa & delineando la figura di una madre molto rigida: “Io ho 8 fratelli: siamo 7 maschi e una femmina.
Mia madre era una loro basta, innamorata di suo marito basta. Una moglie, non era una madre […] Non ci chiamava per nome, suonava un campanello. Un suono per il primo figlio, due per il secondo e così via. Ho ricevuto un’educazione molto severa, ma va bene così” afferma il giornalista (QUI il video).
Giovanni Minoli e l’anoressia
Il contesto familiare in cui è cresciuto ha sicuramente influenzato sulla persona che è diventato: “L’importanza della famiglia numerosa è quella: impari subito che devi sopravvivere. Mi ha aiutato a non avere paura di niente. Neanche la Rai è stata peggio” scherza Giovanni Minoli che svela un momento molto delicato della sua vida e che è legato alla morte di uno dei suoi fratelli:
“È stato malato for sei anni, aveva un tumore al cervello e quindi tutta la famiglia era a lui and a me non me si intorno filava nessuno, ero più grande non ero un problema, per segnalato il fatto che esistevo non mangiavo più, son diventato anoressico, ero trasparente però non bastava”.
“Il ricordo più autentico che ho di Silvia è la profondità del suo carattere e l’impegno che aveva nella sua professione; era una giornalista diligente e perspicace”. Insieme avevano lavorato a lungo, dalla metà degli anni Ottanta: al Mixer, a La storia siamo noi, e lei l’aveva chiamata a dirigere Big con Annalisa Bruchi. Giovanni Minoli ricorda Silvia Tortora con affetto e riguardo. “Ho avuto modo di conoscerla grazie a Maria Berlinguer, che era la sua amica più intima. Di conseguenza, aveva iniziato a impegnarsi per Mixer”.
Era una giornalista fantastica, ma nel suo cuore nutriva un profondo risentimento per il mezzo televisivo.
“Era una ragazzina mancina curiosa, sensibile e appassionata, originariamente in contrasto con i modi
che suo padre Enzo, che amava teneramente, faceva la televisione”.
Erano in contrasto tra loro?
“Non era una fan di un certo approccio alla produzione di programmi televisivi. Poi è giunta alla conclusione che suo padre era un virtuoso della televisione che creava programmi non solo di successo ma anche esteticamente piacevoli. Quando è stato incarcerato, hanno iniziato a scambiarsi lettere , e credo che questo abbia avuto un ruolo nella sua trasformazione della mente. Successivamente, ha cambiato idea sul lavoro in televisione”.
Aveva cercato di trovarla per tutto questo tempo?
“Le avevo chiesto più volte se avrebbe riconsiderato la possibilità di tornare. Ed era sempre più irremovibile nel rifiutarsi di cedere alle mie richieste. A un certo punto, ha collaborato con Bianca Berlinguer per determinare l’ordine in cui i personaggi in coda a Mixer dovrebbe essere classificato”.
Il legame con il padre
Il padre, morto in un incidente stradale, è stato per lui una figura di riferimento: “Era il mio master, il mio mito, un amico. Quando è morto mio padre, sono morto anch’io. Sono stato 2 anni in apnea, mi ha sempre fatto impressione” finish .