Giovanni falcone citazioni; Il 23 maggio 1992, esattamente trent’anni fa, avveniva la strage di Capaci. Giovanni Falcone, il giudice che è diventato un simbolo della lotta alla mafia, è stato uno di quelli che sono morti nell’attacco. Oggi onoriamo Giovanni Falcone recitando Raoul bova da giovanealcune delle più belle frasi che siano mai state scritte su di lui; ma, prima di farlo, esamineremo rapidamente il suo background. Chi era Giovanni Falcone, e quale fu la motivazione dietro l’assalto che gli tolse la vita?
Giovanni Falcone e la strage di Capaci
Giovanni Falcone è nato a Palermo il 20 maggio 1939. Dopo la laurea presso l’Accademia Navale di Livorno, si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Palermo. Terminati gli studi, iniziò la sua vita professionale come pretore a Lentini per poi trasferirsi a Trapani.
Nel corso del processo a Palermo, Spatola inizia a collaborare con l’amico e collega di lunga data Paolo Borsellino, ei due lanciano insieme una battaglia a tutto campo contro la mafia. In particolare Falcone e Borsellino stanno lavorando per scoprire l’identità del boss Tot Riina. La lista di coloro che hanno perso la vita a causa delle violenze mafiose è lunga, compresi nomi come Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale dei Carabinieri, e Rocco Chinnici, che era il direttore dell’Ufficio Educazione di Palermo.
Insieme al magistrato Antonio Caponnetto, Giuseppe Di Lello Finuoli, Leonardo Guarnotta e Paolo Borsellino, Giovanni Falcone fa parte del pool antimafia che vede notevoli progressi compiuti a cavallo degli anni 1984 e 1985. La testimonianza di chi hanno cambiato strada è inestimabile, e tutto si sta muovendo nella direzione di un megaprocesso che, si spera, individuerà i responsabili della maggior parte degli omicidi mafiosi (475 imputati, 360 condanne).
Sia le famiglie Falcone che Borsellino, insieme ai rispettivi figli e coniugi, sono state ricollocate in Asinara per la propria tutela. Il processo di massima sicurezza iniziò nel febbraio 1986 e continuò fino al dicembre 1987, periodo durante il quale 360 persone furono dichiarate colpevoli e 114 non colpevoli. Il pool antimafia si trova però in una posizione difficile, a cominciare dall’interno: Falcone viene privato della titolarità delle indagini antimafia, e Antonino Meli, nominato capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, coinvolge magistrati di fuori dalla piscina nelle indagini.
L’inizio dei mesi difficili per Falcone, sempre più isolato, culmina con l’accettazione della proposta del nuovo ministro della Giustizia Claudio Martelli, che andrà a lavorare alla Direzione della Penale a Roma.
Il 23 maggio 1992, sulla rotta da Punta Raisi a Palermo, allo svincolo di Capaci, un’esplosione accuratamente preparata (sono stati utilizzati 500 kg di tritolo) provocò la morte di Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti di la sua guardia del corpo, che ha causato disordini in tutta Italia.
In riferimento alla piazza della memoria viene citato Giovanni Falcone.
Il nome di Giovanni Falcone è scolpito sulle scale di Piazza della Memoria a Palermo. Questa piazza, progettata dall’architetto Sebastiano Monaco e inaugurata nel 2002, ha un memoriale in onore di coloro che hanno perso la vita combattendo la mafia ea loro è stato intitolato. Onorati anche Paolo Borsellino, Pietro Scaglione, Francesca Morvillo, Rocco Chinnici.
Le parole più eleganti e belle scritte da Giovanni Falcone
La mafia non è invulnerabile da alcuno sforzo di immaginazione; è una realtà umana e, proprio come ogni altro fatto umano, ha un inizio e alla fine avrà una fine. Il mio punto di vista è che ognuno di noi deve essere ritenuto responsabile delle azioni che abbiamo intrapreso. Sono le azioni, non le parole, che contano.
Se vogliamo avere successo nella lotta alla mafia, dobbiamo evitare di caratterizzarla come una mostruosità o di considerarla un cancro o una piovra. Non possiamo negare il fatto che abbia alcune somiglianze con noi.
Non è così essenziale determinare se si ha paura o meno quanto imparare a convivere con la propria paura e non esserne influenzati. L’importante è saper convivere con la propria paura e non esserne influenzati. In fondo, questa è la definizione di coraggio; niente di meno sarebbe incoscienza.
Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo ché quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che osare.
Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
L’importante non è stabilire se una propria paura tiene o meno, è saper convivere com la paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.
La mafia è un fenomeno umano e come tutti I fenomeni umani tiene un principio, la sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti entre I vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta que ognuno faccia il proprio dovere.
Anche se gli uomini vanno e vengono, le idee resistono.
Il fatto che le cose siano in questo stato non implica che siano destinate a continuare in questo modo; significa solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche e iniziare a fare cambiamenti, c’è un prezzo da pagare; di conseguenza, la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che apportare modifiche.
Come evitare di discutere di Stato quando si parla di temi legati alla mafia?
C’è sempre qualcosa che si può fare, e questo è un detto che dovrebbe essere inciso sul seggio di ogni giudice e ufficiale del paese.
La mafia è un fenomeno umano e, proprio come tutti gli altri fenomeni umani, ha avuto un inizio, si è evoluto nel tempo e alla fine arriverà alla fine a causa di questi tre fattori. Devo semplicemente incrociare le dita perché la fine della mafia non sarà anche la fine dell’umanità.
Non è necessario essere coinvolti in attività illegali per avere la mentalità di un mafioso.
Abbiamo ancora molto da imparare dalle sue osservazioni. E se dovessimo approfondire l’argomento, ecco un articolo aggiuntivo che è l’ideale: Ci sono quattro opere che bisognerebbe leggere su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per ricordarle.