giacomo ronchi morte

giacomo ronchi morte Oggi una chiesa ribelle ha dato a Giacomo Ronchi l’ultimo addio terreno. Persone di ogni ceto sociale, fedeli al suo stile eclettico. C’erano molte persone lì per rappresentare i molti luoghi diversi in cui Jack ha lasciato un segno indelebile. Molti dei suoi amici e colleghi del mondo di Reining erano lì, i loro occhi spalancati dall’eccitazione dell’arena. Preghiamo che questo fossato abbia riscaldato i cuori dei cari di Giacomo e li abbia aiutati ad apprezzare appieno il fantastico giovane che hanno cresciuto.
Ma al di là del saluto comune di oggi, tutta la comunità italiana ed europea di Reining brinda in questi giorni al campione SUO. Uno che è vittorioso sia fuori che dentro il boschetto di alloro. Si potrebbe chiamarlo “il grande amico” a causa del legame speciale che condivideva con i suoi cavalli.
Ma l’arena non era l’unico luogo in cui il campione veniva onorato. Quanto è terribile ricordare Jack; Era un uomo meraviglioso. La notizia della sua improvvisa scomparsa ci ha lasciato sconvolti ed è stato un vero calcio nello stomaco.
Lei lo ha chiesto tante volte in questi giorni e vale la pena ripeterlo: il male che l’ha spinta nei suoi primi quarant’anni è improvvisamente scoppiato in una violenza che nessuno vedeva arrivare. Mercoled scorso, durante una malore ordinaria dividida come sempre tra cavalli e libera professione; poi, la corsa in ospedale con I familiari; gli accertamenti durgenza alla testa; purtroppo, una diagnosi devastante che ha portato I medici alla decisione di interferire chirurgicamente con un tent Ci sono ancora i messaggi finali scambiati con familiari e amici equestri delle ore precedenti. La speranza di tornare a una parvenza di normalità prima del colpo di scena finale, fatale. … E poi si ruppe il silenzio. Aggressivo e drammatico, ha inviato un migliaio di sms al suo contatto Wup per controllare e vedere se aveva riottenuto l’accesso al suo telefono.
Nello stesso arco temporale, la tappa si è svolta in Emilia Romagna, dove la voce ha iniziato a circolare sabato sera. E lo scorrere spezzato del tempo conferisce al tutto un’aria surreale. Perché era strano che Giacomo non fosse lì con noi come era solito fare, che non lo vedessimo lanciarsi da un corridoio con la sua leggera e inconfondibile sagoma, o che non andassimo a cercarlo nella sabbia per nascondere le sue brevi sessioni scolastiche a occhi indiscreti.
Abbiamo aspettato qualche buona notizia, qualche miracolo, e non è arrivato. Tuttavia, la conferma che Giacomo non era più presente è arrivata sotto forma di frasi criptiche e la voce rotta di qualcuno che non sa spiegare cosa sia successo. La tragica perdita dei suoi genitori, Valerio e Cinzia, e di altri parenti stretti e amici, è qualcosa che non dimenticherà mai.
Non c’è dubbio che Giacomo Ronchi sarà ricordato con affetto sia nella sua regione d’origine che all’IRHA.



Jack, romagnolo fino alla mezza età, è stato il terzo punto di quello che si potrebbe definire il “triangolo magico” del reining, che ha sempre coinvolto la famiglia Cortesi (Piero e Manuel) e Pigiu Fabbri, con cui ha condiviso pasti e risate fin da bambini.

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I cavalli hanno sempre fatto parte della vita di Giacomo, ma ha anche rispettato la sua decisione di continuare la sua formazione e perseguire una carriera come psicoterapeuta molti anni fa. Onorando, in qualche modo, come ha sempre amato ricordare, le tradizioni etologiche di Pap Valerio, grande professionista nell’addestramento dei cani, con il quale ha trascorso una vita a misurare i suoi movimenti e scoprire l’innata attitudine che contraddistingue i campioni. Anni fa, mi raccontò delle infinite conversazioni che aveva avuto con suo padre. “Potrei raccontarvi di migliaia di ore trascorse con lui a parlare di etimologia, comportamento e istruzione”, ha detto. Indossando le vesti di “Dott. Ronchi”, Giacomo ha aiutato innumerevoli pazienti a trovare la loro strada attraverso la terapia negli ultimi anni, ha generosamente sostenuto più cooperative nel promuovere programmi di ippoterapia per bambini svantaggiati e ha bilanciato le sue attività professionali ed equestri con l’abilità di un pugile esperto.