festa della mamma

festa della mamma Osservata in alcune parti del mondo come un giorno festivo, la festa della mamma è un tributo alle madri e al ruolo potente che svolgono nella società.
Circa due terzi di questi paesi commemorano la festa nel mese di maggio, mentre circa un quarto di loro la celebra a marzo, quindi non esiste un singolo giorno dell’anno che unifichi tutti gli stati in cui si osserva l’evento.
La seconda domenica di maggio è tradizionalmente riservata in Italia a questa celebrazione. L’origine della festa della mamma in Italia non è chiara; alcune fonti collocano la prima celebrazione l’8 maggio; altri dicono che fosse sempre osservato la seconda domenica del mese di maggio. Si prega di fare riferimento alla sezione In Italia per ulteriori informazioni.
In gran parte del resto d’Europa, Stati Uniti, Giappone e Australia, questa festa si osserva la seconda domenica di maggio. Tuttavia, a San Marino, nella Repubblica di, si osserva il 15 marzo [1]; in Spagna e Portogallo, si osserva la prima domenica di maggio; nei paesi balcanici, si osserva l’8 marzo; e in molti paesi arabi, si osserva il giorno dell’equinozio di primavera. Il paragrafo sulla festa della mamma in altri paesi fornisce un calendario completo di celebrazioni.
Molte feste preistoriche onorano le madri in modi simili alla moderna festa della mamma, ma non hanno alcuna connessione con quest’ultima. Nel quadro della politica familiare del governo fascista, il 24 dicembre 1933 l’Italia celebrò la Giornata Nazionale della Madre e del Bambino. I premi sono stati consegnati alle mamme più produttive d’Italia durante l’evento. La data è stata scelta per la sua vicinanza al Natale. La natura unica dell’evento e le varie motivazioni ci impediscono di considerarlo l’origine della festa della mamma in Italia.
Tuttavia, i capitoli successivi approfondiscono la probabile genesi della celebrazione.



Intorno alla metà del 1950, la festa della mamma è emersa due volte, una volta per motivi di promozione commerciale e una volta per quelli religiosi.
Dal punto di vista imprenditoriale, l’ex senatore di Bordighera e attuale sindaco, Raoul Zaccari, è stato un sostenitore chiave della legge che istituisce la festa della mamma, approvata nel 1958; nel 1956 prende l’iniziativa di festeggiare la festa della mamma a Bordighera, al Teatro Zeni; successivamente, la festa ebbe luogo presso il Palazzo del Parco [2].
La celebrazione religiosa affonda le sue radici nel 12 maggio 1957, quando don Otello Migliosi, parroco di Tordibetto di Assisi in Umbria, era il protagonista. In due distinti articoli, il quotidiano vaticano ha ricordato il tentativo di don Otello Migliosi di celebrare la madre non nella sua veste sociale o biologica, ma nel suo profondo valore religioso, prima di tutto cristiano ma ugualmente interconfessionale. [3] Da allora, importanti feste religiose e culturali si sono svolte annualmente presso la parrocchia di Tordibetto in onore della festa. Tordibetto ospita anche il “Parco della Madre”, unico nel suo genere, progettato dall’architetto assisano Enrico Marcucci e costruito intorno alle rovine della chiesa medievale di Santa Maria di Vico e caratterizzato da una statua della maternità di Enrico Manfrini.
Insieme ai senatori Bellisario, Baldini, Restagno, Piasenti, Benedetti e Zannini, Raul Zaccari presentò un disegno di legge al Senato della Repubblica il 18 dicembre 1958, con l’intenzione di far riconoscere ufficialmente la festa della mamma l’anno successivo, il 1959. Alcuni senatori ritenevano sbagliato che tali emozioni personali fossero l’argomento della legge, mentre altri erano preoccupati che la celebrazione della festa potesse trasformarsi in una fiera della vanità [4]. Il dibattito sull’idea durò fino all’anno successivo. [5]
È stato anche osservato in tutta Italia, dove è stato originariamente commemorato l’8 maggio [6] prima di essere ufficialmente spostato alla seconda domenica di maggio [7].

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In questo giorno, i bambini spesso recitano poesie che hanno memorizzato a scuola che rendono omaggio alla mamma, e danno anche ai loro mamma regali come disegni e altri prodotti artigianali che hanno fatto a scuola [8].