Fausto sartori figlio di vincenzo: Fare un film su Bettino Craxi, uno dei politici più divisivi della storia della Repubblica Italiana, uno dei politici più potenti del secolo scorso, e allo stesso tempo uno dei più significativi contributori al decadimento morale dell’Italia la politica come leader del Psi, il secondo partito politico del Paese negli anni ’80, non è un compito facile. Riuscire in retorica, assumere una posizione ideologica, passare dalla prospettiva dell’inquisitore a quella del revisionista è piuttosto semplice. Gianni Amelio ha raggiunto il successo dopo un lungo e faticoso percorso.
Il suo film ‘Hammamet’, in uscita nelle sale il 9 settembre e distribuito da 01 Distribution, racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi in Tunisia, nella sua casa fortificata di Hammamet con la moglie e la figlia. Ciò avviene grazie all’impegno di Pierfrancesco Favino, che, grazie a una notevole impresa di resistenza (5 ore al giorno), è stato identificato come l’ex leader socialista morto il 19 febbraio 2000.
C’è, ovviamente, politica in questo film, ma non c’è indicazione di alcuna posizione politica o volontà di esprimere un parere sulla vicenda storica dell’ultimo grande leader degli Stati Uniti, fuggito in Tunisia per evitare di essere imprigionato ed è considerato da alcuni come una “esule politica” e da altri come un “latitante”, o, forse più esattamente, come una “contumace”, dato che ha avuto due guadagni illeciti per Tuttavia, non è la politica che è il protagonista principale, ma piuttosto l’umanità dell’individuo, l’ex-potente umiliato e sconfitto che non vuole arrendersi.
Vincenzo Sartori Craxi
Fausto Sartori, che soffre di una malattia mentale, è venuto a Craxi per consegnare una lettera in cui il padre defunto lo rimprovera per tutte le malefatte commesse. Nonostante le proteste, Craxi non presta loro attenzione e prende il giovane sotto le sue cure.
Mentre Fausto ottiene una pistola per uccidere Craxi in segreto, lo fa in pubblico. Anita (che in realtà è sua figlia, Stefania) è molto sconvolta dalla presenza di Fausto Sartori nella sua casa. Ogni volta che Craxi ordina a sua figlia di smettere di annotare i suoi ricordi e di iniziare a spiegarli mentre viene registrato dal giovane, lei lo fissa con un’espressione dubbiosa sul viso.
Nella sua routine quotidiana, Fausto riesce a raccogliere informazioni sulle tante difficoltà del presidente seguendolo e fotografandolo. Questi includono la sua malattia, la sua insoddisfazione per la nuova politica che è stata attuata in Italia, il suo legame con suo figlio e lo stigma a cui è stato esposto a seguito degli eventi nel film Mani pulite.
Hammamet, un dramma biografico, uscirà nelle sale il 15 febbraio 2020. Negli anni ’80, Bettino Craxi (1934–2000), eminente politico italiano, segretario del Partito Socialista Italiano e Presidente del Consiglio, ha raccontato i suoi ultimi anni nel film. Craxi è interpretato da Pierfrancesco Favino nel film.
Morì ad Hammamet, in Tunisia, nel 2000, dove viveva dal 1994 per sfuggire a una pena detentiva di 27 anni per corruzione. Craxi sfugge alla giustizia dal 1994. Il film è uscito il 19 gennaio 2000, solo pochi giorni prima del ventesimo anniversario della sua morte, avvenuta il 19 gennaio 2000.
Al termine, Craxi informa Fausto di essere sempre stato consapevole del fatto di portare nello zaino una rivoltella, che intende usare contro di lui. In cambio del permesso di vivere, acconsentirà a essere registrato mentre spiega alcuni segreti della sua professione che non sono mai stati divulgati prima. Il giovane accetta di dirigere il film. Poi scompare senza lasciare traccia. Il ritratto di Craxi in “Hammamet” è interamente una sua creazione.
Vincenzo Sartori wikipedia
Ci sono solo alcune allusioni politiche in tutto il libro. Poche volte si fa riferimento al Partito Socialista, mentre alla Democrazia Cristiana e al Partito Comunista si parla solo di sfuggita, ma l’immagine è al massimo confusa. Tangentopoli, Di Pietro e Borrelli non sono affatto citati nel libro. Parlano di “judici” dai confini di un cubo, ma non forniscono date precise. Martelli, Amato, De Michelis, Minoli, Chiesa, Scalfari e altri non hanno ricevuto apprezzamenti.
Non è la cosa più importante visto che Favino è davvero abile in quello che fa. A parte l’errore evidente, che fa sembrare il personaggio lo stesso del soggetto, l’espressività del viso è sminuita a causa dell’errore. Ciò è particolarmente vero per il sorrisetto sarcastico che Craxi mostra quando si riferisce a Craxi come “Ghigno”, una parodia del soprannome di Tacco. Quello che mi ha colpito di più di lei è stato il modo in cui parlava e si comportava: sia il modo in cui suonava e si comportava come se stesse parlando, sia il modo in cui suonava e si comportava come se non stesse affatto parlando. Sembrava che parlasse a causa del modo in cui suonava e si comportava. Un massiccio esame drammatico, con tanto di esplosioni di odio e di indignazione, ammissioni di sofferenza interiore e parolecces urlate.
Craxi è l’unico che può affermare di essere chi afferma di essere. A Stefania viene dato il nome di battesimo Anita in onore dell’ammirazione del padre per Garibaldi. Claudia Gerini è una devota ammiratrice che si vede spesso in televisione. Vincenzo Balzamo veste i panni di Vincenzo Sartori.
A causa del fatto che questo può essere fatto solo con nomi che sono pubblicamente disponibili. Come mai? Perché non c’è un film politico in lavorazione. Per qualsiasi ragione, la decisione di concentrarsi sulle turbolenze personali e familiari è stata considerata artistica. Forse si trattava di una questione di prudenza a causa dei tanti cambiamenti di opinione pubblica su Craxi (con molti meno demonizzatori e molto più sovranisti che trovano in Craxi l’ultimo grande statalista italiano), nonché i vari mutamenti di vedute nei confronti di Craxi.
Ritratto impolitico di Craxi
Il ritratto di Craxi è interamente incentrato su di lui. In effetti, ci sono pochissime allusioni politiche in esso, e lui cita solo un paio di volte il Partito socialista, una volta la democristiana e una volta il Partito comunista, e lo fa con estrema cautela, ma è vero il contrario. Nessuna data precisa è data a Tangentopoli, Di Pietro e Borrelli (che parlano di “judici da incubo”), né in “fine secolo scorso”, né in nessun altro punto della letteratura. Non c’è nemmeno una parvenza con Martelli, Amato, De Michelis, Minoli, Chiesa, Scalfari o chiunque altro in questa foto.
La performance di Favino è ciò che lo contraddistingue, nonostante abbia un asso nella manica che lo fa apparire non solo come il personaggio ma come un Inoltre fa sembrare superflua la sua espressione (che è presente soprattutto nella risata sardonica che Craxi canta soprano, parodiando lo pseudonimo di Tacco “Ghigno”). La qualità della voce e la rappresentazione di Favino sono entrambe eccellenti.
Il film compensa la solitudine di Favino, l’unico attore del cast che non è interessato (Renato Carpentieri e Claudia Gerini sono vittime di due personaggi tratteggiati approssimativamente dalla sceneggiatura). Livia Rossi è vestita con un pigiama da bambina, e sembra trarre piacere dal suo pallone da boxe, che tiene in tasca. Omero Antonutti è deceduto a novembre a causa di un tumore. Fu sepolto nei calzoni di Vittorio Craxi, che era il padre di Benedetto detto Bettino e che era anche membro della banda.
Del resto, è lo stesso Gianni Amelio a chiarire l’intenzione del film nelle sue note a base regia: “Secondo il regista, non vuole fare un biopic, né un racconto drammatico o travagliato di un particolare evento, né tantomeno un film che si basa su tali ragioni o provoca danni a qualcuno. Volevo rappresentare diversi tipi di comportamenti, stati emotivi, impulsi e decisioni, buoni o cattivi che fossero. Esaminando le prove così come l’emozione “infine, diciamo arrivederci.
Di conseguenza, nonostante la forte identità del protagonista sia compromessa, ‘Hammamet’ è prima di tutto un film su un uomo single, malvagio e orgoglioso, un uomo che per un periodo ha esercitato un enorme potere e poi viene espulso dal suo paese d’origine a causa di accuse che ritiene ingiustificate. C’è però anche un film su Bettino Craxi.
E non ci sono dubbi al riguardo. In realtà è proprio il ritratto di Pierfrancesco Favino dell’ex leader socialista che ti terrà incollato al tuo posto davanti allo schermo, grazie all’incredibile lavoro svolto dal truccatore protesico Andrea Leanza e all’incredibile lavoro svolto dal regista Pierfrancesco Favino, che è praticamente identico all’ex leader socialista per voce, tratti del viso e persino per il modo in cui respira a tratti (un commento fatto dal regista durante una conferenza stampa).