Eva sacconago morte; Ci sono alcuni incontri che hanno il potenziale per trasformare l’intera vita di una persona, e quello avvenuto tra suor Maria Angela Farè ed Eva Sacconago è uno di questi. Ad Eva mancano pochi anni sul suo certificato di nascita, che risale al 1998, ed è bionda e orfana; la suora della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, invece, abita nelle vicinanze ed è responsabile del Centro Primavera dell’Oratorio di Busto Arsizio. Nel 2019 Maria Angela Farè è stata condannata all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale e solo pochi mesi fa aveva concluso l’iter per ottenere una riduzione della pena detentiva (che comprendeva un periodo di custodia cautelare) senza possibilità di parole. È stata dichiarata colpevole di aver causato la morte di Eva Sacconago, una giovane di Busto Arsizio (Varese) suicidatasi nel 2011 all’età di 26 anni.
Lo ha portato all’attenzione del pubblico l’organizzazione “Rete L’Abuso”, che ha pubblicato una lettera firmata dai genitori della vittima e inviata alla Procura Generale d’Italia, Daniela Cultrera: “L’abbiamo saputo sul 1 febbraio”, racconta Roberto Sacconago, il padre del 26enne. Appena giunti alla nostra casa di montagna, l’avvocato ci informò che essa sarebbe servita di «rifugio dello spirito», proprio come aveva fatto per nostra figlia prima della sua morte.
E la data di uscita è stata scelta per il 4 settembre, che ha coinciso con il completamento del primo anno della nostra scuola. Che felice coincidenza. Sapere questo è stato per noi fonte di frustrazione e insoddisfazione”.
È fin dall’inizio che il capo religioso mostra un comportamento affettuoso e materno nei confronti della giovane, per conquistare la fiducia della giovane. Col passare del tempo, quella relazione diventa più calda e intima. Troppo. Eva inizia a mostrare segni di malattia, ingrassa e smette di praticare sport, spingendo la madre di Eva, Giovanna, a decidere di monitorare il diario di sua figlia per scoprire di cosa non riesce ad esprimersi.
Si fa una sconcertante scoperta.
La ‘Smemoranda’ di Eva contiene biglietti e lettere nella grafia della sorella Maria Angela, in cui si riferisce alla ragazzina con il nome di “amore” e fa riferimento alla frase “baci sulle labbra”. È sufficiente chiedere l’intervento prima dei propri superiori e poi ancora dei propri superiori. Il parroco vuole denunciarla, mentre la superiora si accontenta di provvedere al trasferimento del capo religioso a Catania.
Quando arriva il grande giorno, Papà Roberto e Mamma Giovanna sono in aeroporto, fanno il check-in per il volo e si assicurano che l’incubo sia stato completato, prima che arrivi il resto della famiglia. Eva spera di iniziare una nuova vita nell’aprile del 1999, ma le cose non vanno proprio così. Le cicatrici lasciate dal rapporto con quella donna sono profonde e la giovane donna, nonostante sia la vittima, non riesce a separarsi da lei.
Eva Sacconago è stata abusata sessualmente all’età di 15 anni e ha frequentato l’Oratorio Sant’Edoardo di Busto Arsizio. Da allora la sua suora è stata rilasciata dalla prigione. Nel dicembre di quest’anno è stata emessa la sentenza definitiva per Maria Angela Farè, condannata a 3 anni e 6 mesi di reclusione, e l’intera pena, che comprendeva la custodia cautelare prima del processo, è stata sospesa in carcere senza alcun beneficio.
L’ex leader religioso è stato accusato di aver avuto incontri sessuali con l’allora quindicenne Eva, morta suicida nel 2011 all’età di 26 anni. Dopo che tutto è stato detto e fatto, la notizia della libertà è arrivata come un fulmine in un cielo calmo. Le informazioni sono state ottenute tramite il sito ‘Rete l’Abuso’ e poi confermate dall’avvocato Daniela Cultrera con l’assistenza dell’agenzia Agi.
La professione forense ha preso atto del fatto che l’ordinanza di scarcerazione sarà ripristinata il 4 settembre 2021. Nessuna conferma del genere è invece pervenuta dal legale rappresentante dell’ex moglie, Fabrizio Busignani, il quale ha affermato che “è una voce che non posso confermare se sia vera o meno”.
Che felice coincidenza. Secondo il padre di Eva, “sapere che questo è stato fonte di frustrazione e insoddisfazione nei nostri cuori”. Le annotazioni del diario scritte dall’adolescente e scoperte solo dopo la sua morte raccontano il piano del suo rapporto con la suora, che la ragazzina 15enne aveva precedentemente conosciuto. Una relazione spirituale che si è poi evoluta in una relazione consensuale omosessuata nel corso del tempo. Da quel momento, la giovane donna non è più riuscita a liberarsi, nemmeno il giorno del suo suicidio.
L’ira degli antenati di Eva
Secondo il Corriere della Sera, il padre di Eva ha descritto lo stato di commozione sua e della moglie dopo la notizia della scomparsa del Farè. Afferma di aver scoperto la situazione il primo febbraio e di essere stati informati dal loro avvocato non appena arrivati alla loro casa di montagna, che fungeva sia da rifugio per gli animali che da casa per la famiglia. L’uscita infatti è avvenuta il 21 settembre, anniversario del completamento della nostra piccola scuola.
L’indagine
Nel mese di novembre 2012 la suora, che all’epoca aveva 52 anni, è stata arrestata su ordine del magistrato in risposta alle informazioni ottenute dalla squadra mobile di Varese e dal commissariato di Busto Arsizio. Nel corso dell’inchiesta verranno mostrati in aula i diari, le lettere, i biglietti e le fotografie che i due protagonisti di questa terribile vicenda si sono scambiati. Eva, che all’epoca aveva solo 14 anni, è stata accusata di “violenza sessuale vera e propria nel 2010 e 2011, nonché comportamenti che avrebbero messo a repentaglio la stabilità psicologica di chiunque”.
Secondo il padre della vittima e il suo avvocato, la pena detentiva è stata adeguatamente scontata il 99% delle volte. Il fatto che nessuno sappia dove si trovi ora la signora Farè, così come il fatto che non abbia mai chiesto perdono ai genitori per il danno fatto alla propria figlia, sono stati tutti citati come fattori determinanti. Inoltre, il giudice aveva previsto una restituzione di 50 milioni di euro, ma quella somma non si è mai concretizzata.
Il padre di Eva ha detto di essere consapevole che “l’autorità giudiziaria ha inflitto come sanzione il divieto di utilizzo dei minori nei luoghi pubblici”, ma che “non siamo a nostro agio e temiamo che l’autorità giudiziaria possa ripetere quanto hanno già fatto con nostra figlia”.
Il nuovo modo di vivere
La corrispondenza prosegue attraverso sms, telefonate e lettere, e nel 2006 Suor Farè le trova lavoro come segretaria presso l’Istituto di Pavia, dove svolge le sue ricerche e altre attività. Eva annuisce con la testa. Sembra che la sua vita si sia stabilizzata in uno stato di serenità fino a quando, in una sera d’estate del 2011, informa l’amica di voler lasciare l’oratorio, dove i preti minacciano e pettegoli, al punto da scagliare insulti contro lei e don Alessandro.
Eva potrebbe lasciar andare i demoni che l’hanno tormentata sin da quando era bambina, secondo la sua amica, che crede che questo sia un segno di grande trasformazione. Pochi giorni dopo, invece, è stata annunciata la notizia del suicidio. Eva, una bella donna di trentasei anni, ha voltato le spalle alla vita, lasciando dietro di sé un oceano di lacrime e dolore, ma anche una mancanza di parole.