ernia ha un figlio

ernia ha un figlio Dopo aver sfondato un pubblico più ampio con il suo singolo di successo “Superclassico”, il cantante ha continuato a dimostrare il suo valore con ogni uscita successiva. Il 18 novembre, ha pubblicato il suo quarto album in studio, “Io I’m not scared”, che contiene brani preferiti dai fan come “Bad intentions” (con Salmo), “Bella fregatura”, “Something Missing”, “Acqua Tonica” e “Weekend”.



Ernia, rapper milanese del 1993, ha scritto una canzone intitolata “Buonanotte” per il figlio non ancora nato. Un resoconto della decisione della sua ragazza di sottoporsi ad un aborto farmacologico. Spiega la decisione, i sentimenti e il viaggio verso la clinica, ed è la dolorosa ninna nanna che canta al bambino che non ha mai visto. Cenerentola, Marco Masini ha cantato di quanto fosse difficile sapere cosa fosse giusto. Un’ernia altera il corpo in un modo unico. Discute le conseguenze di un aborto. Il martellamento nella sua testa quando la notte riappare, la confusione sui suoi sentimenti d’amore, il terrore di fare una scelta sbagliata e di essere intrappolato in una situazione che non gli piace: queste sono tutte cose con cui lotta.
La sua “anima pesante” gli impedisce di dormire, ma supplica la sua compagna di augurargli comunque la buona notte: “Non so come essere così forte / Tu le fai dire buona notte”. Ciò che è più scioccante è la delicatezza con cui il cantante affronta il tema dell’aborto. Vedi, ero già fuori dall’arrivo; aveva qualcosa di punitivo, come essere punito; ma nelle sale d’attesa, ho capito; temono che l’uomo possa esercitare pressioni di qualche tipo; Si fa da parte, come pochi uomini sono in grado di fare sull’argomento, e osserva ciò che vede intorno a sé.
Certamente Ernia difende la scelta, si scaglia contro chi giudica, “chi fa morale”, ma allo stesso tempo non si rende conto che sta usando proprio quelle espressioni (padre, madre, vita dopo la morte) che minano le fondamenta su cui fonda la cultura dell’aborto, e paradossalmente dimostra che spesso l’aborto è solo una questione ideologica. Cioè, quando la donna e l’uomo comprendono pienamente la tragedia di porre fine alla vita di un bambino, si crea una profonda ferita nei loro cuori. Quindi, non è un mucchio di celle, non è una passeggiata, e non è una domanda di cui solo le donne si preoccupano.
L’uscita della canzone coincide con un momento cruciale della storia in cui la legalità dell’aborto viene ancora una volta messa in discussione. È improbabile che Ernia abbia deciso di diffondere propaganda contro il nuovo governo, che potrebbe avere un impatto sul diritto di una donna di interrompere una gravidanza, ma lascia comunque passare il suo messaggio di indignazione e condanna. Vorrei avere il coraggio di dire al vecchio che ha inveito contro casi come il nostro in un recente programma serale, “È facile ingrassare, dare lezioni alla morale degli altri”, ma temo che potrebbe farmi sembrare un ipocrita.

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I’m not scared, che contiene il brano “Buonanotte”, è stato pubblicato dalla Island Records il 18 novembre. L’ironia di un titolo che suggerisce forza d’animo e durezza è palpabile qui. Questo album rappresenta le ansie collettive della generazione di Ernia, dice. Roses and Flowers lamenta un pianeta sul letto di morte, e Weekend avverte del pericolo di stabilirsi in una vita che non cambia mai. Buonanotte è uno dei pezzi di spicco dell’album perché è il brano più personale e introspettivo, ma Ernia riesce comunque a farlo parlare di qualcosa di molto più grande di lei; in questa lettera al figlio non ancora nato, descrive l’agonia di prendere una decisione in un’Italia ancora in difficoltà.