Enrico ghezzi malattia

Enrico ghezzi malattia; Enrico Ghezzi ha compiuto 65 anni. Oggi ricorre il primo anniversario della nascita del famoso critico cinematografico e creatore di Blob. Un significativo passo avanti per un genio singolare che ha avuto un profondo impatto nella storia del cinema, della televisione e della cultura popolare italiana, tra le altre cose. Ghezzi nasce a Lovere, un piccolo paese in provincia di Bergamo, nel 1952. Ancora bambino si trasferisce a Genova, dove coltiva i suoi interessi per la lettura, il cinema e l’arte. “Ho letto molto da quando ero bambino”, dice l’autore in un’intervista. “Anche quando ero un bambino, la gente mi diceva che “avevo finito i miei occhi”, dice. Mi piace l’espressione “chiudere gli occhi”, ma non sono sicuro che sia corretta poiché l’ho vista molti film, tuttavia i miei amici mi hanno sempre detto che è vero: “Comunque, diventerò un miope in men che non si dica”.

Enrico ghezzi malattia
Enrico ghezzi malattia

“L’Hotel Rigopiano è stato un set esasperante che ha avuto un ruolo nella tragedia di Vermicino, ma è stato più di un set che ha avuto un ruolo nella tragedia di Vermicino. The Crystal Trench, film per la televisione del 1959 diretto da Alfred Hitchcock, è il cosa più precisa e intensa che abbia mai visto su un terremoto. Mi ha fatto credere che casi come quello mostrato nel film siano indicativi della frequenza con cui si verificano tragedie legate al terremoto”. Enrico Ghezzi è un compositore italiano.

Dopo la laurea in Filosofia Morale, ha fondato il quotidiano

“Il Falcone Maltese” e ha fondato Radio Genova International. Per un breve periodo ha lavorato come assistente all’Università, poi ha vinto un concorso per lavorare come programmatore per la Rai, che gli ha permesso di trasmettere sul terzo canale. Fu durante la stagione 1988-89 che Ghezzi fece uscire due dei suoi figli più noti: Fuori Orario e Fuori Orario. Cose (mai) che vedere e Blob Ancora oggi la striscia, composta da una varietà di programmi televisivi, è una delle trasmissioni più seguite e apprezzate della rete.

“Federico Fellini aveva una conoscenza completa del programma – come è stato dimostrato ancora una volta –”. Lui ha lanciato anatemi contro la televisione, ma era ben consapevole di tutte le trappole. Amava Blob è arrivato al punto quando ti chiede di fare qualcosa. (…) Credo che il massimo assoluto che si potesse raggiungere non sia mai stato raggiunto all’altezza del punto più difficile da raggiungere di Blob. Ha detto di aver usato un filo conduttore come ultima risorsa durante l’installazione. Blob, invece, ha un suo senso poiché non è mai stato collegato a una linea di trasmissione. “Ho capito tutto.”

L’ironico, divertente e linguisticamente analfabeta Enrico Ghezzi non è mai stato snobbato nei suoi 65 anni sul pianeta. “La televisione è una gigantesca enciclopedia in cui puoi trovare tutto quello che vuoi – come ho già detto –”. I livelli superiore e inferiore. La profondità e il sublime. Potresti anche divertirti in un arco spettrale dotato di un cinismo di alta qualità in questo arco spettrale. “L’unico modo per essere un cretino in televisione è assistere coloro che hanno mostrato un’abilità eccezionale nel buttarlo via”.

Nato a Lovere, in provincia di Bergamo, si trasferisce a Genova da adolescente, dove viene coinvolto nel cineforum Filmstory e nel gruppo di scouting Agesci.

Dopo aver completato la sua formazione classica, Ghezzi persegue un dottorato in filosofia presso l’Università di Genova, dove ha completato una tesi in filosofia morale. Dal 1974 è co-fondatore del quotidiano maltese Il Falcone, con Teo Mora e Marco Giusti.

Per un anno lavora come assistente alla cattedra di filosofia morale dell’Università di Genova, ma nel 1978 vince un concorso per diventare direttore dei programmi della RAI, ed è su queste basi che inizia a dirigere la Cineteca Angelo Guglielmi dal 1987 al 1994.

Partecipai alla fondazione della prima emittente radiofonica privata a Genova, Radio Genova International, che trasmetteva nella primavera del 1975 uno spettacolo di critica cinematografica.

Nel 1985 la RAI trasmette una maratona televisiva di quarantaquattro ore ininterrotte, denominata La magnifica ossessione, una delle trasmissioni più lunghe mai prodotte dalla rete. L’evento si è tenuto per commemorare il settantesimo anniversario dell’industria cinematografica.

Nel 1988 gli viene attribuita l’invenzione del programma televisivo notturno Fuori orario. L’autore di Cose (mai) vuste è anche uno degli ideatori di Blob, una satirica quotidiana composta da montaggi di frammenti televisivi che andò in onda dalla televisione Raitre dal 1989 al 1990.

Gelosi e tranquilli, episodio del film Provvisorio quasi d’amore

Nel 2009 la RAI ha commemorato il 30° anniversario di Blob con l’uscita di Hello Ghezzy!, un cartone animato interamente basato su Enrico Ghezzi e realizzato da Mario Verger.

Nel 2011 Raitre dirigerà lo spettacolo, che sarà diviso in sei parti: Zaum – Andare a parare.

Il Taormina Film Festival, che ha diretto dal 1991 al 1998, iè uno dei più importanti al mondo.

È noto per le sue numerose collaborazioni musicali con artisti come Tying Tiffany e I Jetlag (un supergruppo di cui fa parte Livio Magnini dei Bluvertigo, il cui brano “Jetlag Effect” apre il suddetto album e in cui compare in una parola segmento). Ha anche diretto numerosi video musicali, tra cui quelli per Strani giorni di Franco Battiato, Amerika dei 99 Posse e Le danze

Enrico Ghezzi soffre del morbo di Parkinson ed è costretto su una sedia a rotelle per tutta la durata della sua malattia.

È possibile definire una ricerca e un quadro teorico per la frase? Lei, invece, ha giocato in anticipo, sapendo che il frammento è fondamentale per lo sviluppo dei nuovi media…

«Il gioco dei frammentists può essere giocato con qualsiasi tipo di immagine.» E ora, il cinema è pronto a trasformarsi in qualcos’altro, facendo affidamento sulla propria fragilità intrinseca per trasformarsi nella pura immagine del desiderio senza uno sguardo indietro. Tutti concordano sul fatto che il film ha già trionfato. «Siamo già all’inizio del Novecento».

Coloro che realizzeranno qualcosa di negativo, cioè qualcosa che non è più sotto il loro controllo, si troveranno in grande favore”. Nonostante il 90% delle immagini mostrate sia già stato visto. Inoltre, ce ne sono di più ritoccate, accarezzate, o malmenate…».

Enrico ghezzi malattia
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Che tipo di rapporto ha con i programmi televisivi?

«Faccio molta fatica a parlare di questo: un rapporto che, perlomeno, dovrebbe saper suscitare e dare il permesso a tutto, prendendo tutto direttamente dalla fonte del desiderio. In ogni caso, torna la discussione delle occorrenze».

È vero che ti sta guardando?

«Pochissimo. Questo è un film che inganna il pubblico in diverse occasioni. Come nel culmine di “Lost”, per il quale mi sto preparando per un futuro che non si avvicina rapidamente. È una delle allucinazioni più potenti che abbia mai provato, in particolare quando ero convinto che un video della durata di cinque ore e quindici minuti fosse confrontato con due segmenti di un minuto.»

Perché il suo programma televisivo e quello di Guglielmi è stato soprannominato “l’età d’oro della televisione”?

«Perché è quello che era».

Vuoi saperne di più?

Si propone come un’entità semplice che potremmo chiamare coraggio o incoscienza, a seconda delle nostre preferenze…».

Quali cambiamenti sono avvenuti nel campo della critica cinematografica negli ultimi 40-50 anni?

C’è molto disaccordo su questo argomento. Ho fatto le cose come se non esistessero il potere o il commercio: in realtà il cinema esiste solo quando lo riconosciamo come tale: come se non esistesse il cinema. In altre parole, sono sbalordito dal lavoro che io e Guglielmi abbiamo realizzato perché abbiamo portato a compimento progetti prima inimmaginabili: e questo significa che siamo preparati a scavalcare la potenza con un triplice colpo.