Debora serracchiani malattia; Solo negli Stati Uniti ci sono ora più di due milioni di persone che soffrono della malattia debilitante nota come acufene. L’eurodeputata Debora Serracchiani, che in precedenza aveva portato la questione all’attenzione della Commissione Ue, ha ora sottoposto un’interrogazione al Ministro della Salute e a quello del Lavoro per sollecitare un intervento al fine di riconoscere “l’acufene come malattia cronica e invalidante , in modo da consentire l’inclusione nei livelli essenziali di assistenza” Serracchiani è un membro del Parlamento Europeo (MEP), che è lo stesso organismo che ha il potere di eleggere i deputati europei. A questo proposito, Debora Serracchiani, deputata del Pd, ha portato la questione all’attenzione di.
Mostrano quanta energia retorica hanno sprecato quando pesano sulle scelte fatte dai pazienti che alla fine hanno ceduto al cancro nonostante gli sia stato offerto un trattamento. Quando altri cosiddetti “esperti del dolore” intervengono sulle scelte dei pazienti, dimostrano quanta energia retorica hanno sprecato.
L’inferno noto come cancro D’altra parte
Si può anche uscire dall’inferno scoprendo “chi o cosa non è l’inferno” mentre si è lì. Questo è un altro metodo di evasione. Questo è vero indipendentemente dal fatto che uno attraversa l’inferno nel proprio corpo o nel corpo dei propri cari e amici. È possibile che tu possa salvarti la vita se riesci a trovare l’assistenza e i trattamenti appropriati volti a mitigare gli effetti collaterali debilitanti della chemioterapia. Se non devi affrontare i tagli ai finanziamenti per la salute pubblica, allora questa potrebbe sembrare una soluzione facile da implementare.
D’altra parte, a causa della natura gerarchica delle malattie di cui è affetto, un malato di cancro ha spesso l’impressione di essere un emarginato. Se avrà la fortuna di sopravvivere, sarà tenuto ad accettare “con gratitudine” gli effetti negativi di cure che, in alcuni casi, potrebbero essere gestite con un dispendio complessivo di sofferenza inferiore. È tenuto ad accettare la distruzione che viene inflitta al suo corpo come inevitabile e, se è abbastanza fortunato da sopravvivere, gli sarà richiesto di accettare “con gratitudine” gli effetti negativi dei trattamenti. Abbiamo bisogno di strutture oltre ai medici e al personale che abbiamo attualmente. Non dovrebbero esserci tagli di alcun tipo alle risorse disponibili.
Leggo invece che il Ministero ha in programma di diminuire la quantità di denaro che viene dispersa tramite il CRO di Aviano. Poiché i pazienti oncologici in genere devono essere curati a casa, la maggior parte dei reparti di oncologia sono esauriti dai day hospital piuttosto che dagli ospedali tradizionali. È possibile che non tutti siano consapevoli di questo fatto. Questo punto è stato chiarito da una pubblicità che promuove l’idea che l’opzione meno costosa da implementare sia quella superiore. Pertanto, quando quel paziente si ammala, gli verrà detto che i ricoveri sono costosi e che sarebbe meglio per lui resistere e sopportare le sue condizioni piuttosto che ricoverarsi in ospedale. Questo perché è preferibile per lui resistere e sopportare le sue condizioni piuttosto che ricoverarsi in ospedale.
“I deputati sostengono che lo scopo di questo pdl è quello di tutelare il lavoratore che si trova già in condizioni di svantaggio a causa di gravi malattie e del suo inalienabile diritto a poter continuare a lavorare mantenendo il posto di lavoro una volta guarito o comunque dopo le terapie che lo hanno riabilitato. Intendiamo farlo tutelando la capacità del lavoratore di continuare a lavorare mantenendo il proprio posto di lavoro. Intendiamo raggiungere questo obiettivo difendendo il diritto del lavoratore di poter continuare a lavorare mantenendo il proprio posto di lavoro.
Ne è un esempio la storia di Steven Babbi, un giovane di Cesenatico scomparso all’età di 24 anni dopo una lunga lotta contro il sarcoma di Ewing, e che, a causa del prolungarsi della malattia, si è visto revocare l’indennità di malattia dall’INPS. delle tante situazioni che non devono più verificarsi. Steven Babbi è stato vittima del sarcoma di Ewing e ha combattuto la malattia per molto tempo prima di morire. Dopo una lunga lotta contro la malattia, questo giovane ha perso la battaglia ed è scomparso all’età di 24 anni. Il Pdl su cui stiamo lavorando si sta muovendo nella direzione da lei indicata.
Anche io ero sul punto di arrendermi e di allontanarmi dalla situazione
Ho resistito anche se alcuni medici disinformati hanno attribuito gli effetti delle terapie a cause psicologiche, e l’ho fatto nonostante non ci fosse nulla di speciale in me che mi rendesse degno di lode in questo senso. Se ci sono anche medici che si cimentano in una lotta personale contro il cancro, in cui il paziente è solo un protocollo, da abbandonare a un destino solitario fatto di peregrinazioni disperate per gli ospedali quando gli effetti collaterali della chemioterapia lasciano segni evidenti, ci sono anche medici che si impegnano in questo tipo di lotta. In questo tipo di combattimento, Il paziente è abbandonato a un destino solitario, fatto di peregrinazioni disperate per gli ospedali quando gli effetti collaterali della chemioterapia lasciano segni evidenti.
Nonostante tutto quello che è successo, ho deciso deliberatamente di riporre la mia fiducia nelle parole del chirurgo che ha finito per eseguire l’operazione che ha finito per salvarmi la vita. Ho avuto la fortuna di trovare appoggio nel reparto di medicina del Sacile quando stavo attraversando la parte più straziante della mia prova, e senza quei ricoveri non sarei sopravvissuta. Senza quei ricoveri, non sarei stato in grado di sopravvivere.
A causa di questi fattori, mi sono sentito in dovere di scrivere una lettera a Debora Serracchiani, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, chiedendole di pregare per me “per fare investimenti in settori quali la ricerca, le persone, i professionisti sanitari di buona reputazione e la maggior parte importante, le risorse umane In qualsiasi tipo di attività, le risorse umane sono la forma di capitale più importante, ma nel settore sanitario questo è particolarmente vero.
«Non ho ricevuto risposta», dici, perché sembra che il diritto alla salute sia sempre più compromesso dai tagli economici per noi, che viviamo la banalità della vita della gente comune. Questo non è un punto di importanza significativa. Mi basterebbe vedere che, anche dopo essere entrato in ospedale, un paziente non diventa cliente-ostaggio del sistema, ma continua ad essere una persona i cui diritti sono ancora garantiti dall’articolo 32 della Costituzione anche dopo essere stato ammesso. Questo mi basterebbe per sentirmi soddisfatto. Questo da solo basterebbe a farmi sentire contento e soddisfatto.
Nella sua domanda Serracchiani scrive che “l’acufene è una patologia che si manifesta nella percezione di un rumore in assenza di qualsiasi fonte sonora esterna al proprio corpo”. [Citazione necessaria] “L’acufene è una patologia che si manifesta nella percezione di un rumore in assenza di qualsiasi fonte sonora “L’acufene è un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso tra la popolazione. Viene descritto come avente caratteristiche variabili (fischi, ronzii, fruscii, crepitii, sbuffi, pulsazioni…) che sono illusorie percepite come suoni irritanti e intollerabili provenienti dall’ambiente esterno.”
Una vera malattia che appare insignificante solo in apparenza, ma che, secondo Serracchiani, «tende invece a creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo la struttura psicologica ed emotiva del paziente, la sua vita relazionale, il ritmo sonno-veglia, gli atteggiamenti lavoro, il livello di attenzione e concentrazione, inducendo o esacerbando stati ansioso-depressivi con gravi ripercussioni sulla qualità della vita delle persone”.
Il legislatore affiliato al Pd porta anche in rilievo il fatto che in Italia “esiste un’Associazione, Tinnitus-Tinnitus, con sede a Udine, con oltre 2000 iscritti, la quale riferisce di ricevere un numero elevatissimo di richieste destinate per ottenere informazioni su strutture di cura specializzate, esperti in materia, o anche semplici consigli da chi sta iniziando ad avere a che fare con l’acufene”.
Serracchiani giunge alla conclusione che “questa patologia non è ancora sufficientemente conosciuta o adeguatamente studiata”, nonostante indagini specializzate abbiano rivelato l’esistenza di oltre due milioni di persone affette da questa forma di disturbo.