Davide Paitoni Wikipedia; Davide Paitoni, che aveva 40 anni al momento dell’omicidio del figlio, stava già scontando una pena domiciliare per il tentato omicidio di un ex collega quando ha tolto la vita al figlio di 7 anni. La sua ex moglie lo aveva denunciato per lesioni in più occasioni. Ha tentato di eludere l’arresto brandendo un coltello e facendo dichiarazioni ai carabinieri secondo cui si sarebbe suicidato. Pochi minuti dopo, Davide Paitoni, l’uomo di 40 anni che la sera del 1° gennaio ha ucciso con una pugnalata alla gola il figlio Daniele di 7 anni prima di rinchiuderlo in un armadio, a Viggiù si è fatto togliere le manette , che si trova al confine con la Svizzera. Paitoni ha ucciso Daniele con il coltello prima di rinchiuderlo nell’armadio.
L’uomo, che oggi ha 40 anni, è attualmente incarcerato a Varese. Con la scusa di riportare il bambino alla madre, ex moglie dalla quale si stava separando e dalla quale gli era stato dato il permesso di trascorrere il capodanno con il figlio, si è presentato a casa dei suoceri Gazzada Schianno (Varese) e più volte accoltellata la donna prima di fuggire dalla scena. Le ore della follia erano cominciate la sera del primo dell’anno. Fortunatamente, la donna ha riportato solo lievi ferite e di conseguenza la sua vita non è in pericolo immediato.
È stata lasciata una nota che conteneva “una specie di confessione”
Dopodiché, mandò un messaggio vocale allarmante all’anziano padre, in cui lo informava di aver fatto del male al figlio, e lo avvertì di non guardare nell’armadio del suo appartamento a Morazzate (Varese). E dentro quell’armadio i carabinieri hanno scoperto il corpo senza vita di Daniele, il bambino di 7 anni che era stato ucciso dal padre Davide Paitone con una coltellata alla gola. Davide Paitone, 40 anni, era stato fermato domenica mattina presto nei boschi tra Varese e la Svizzera dopo una battuta di caccia durata tutta la notte.
Paitone, posto agli arresti domiciliari dal 26 novembre per l’accoltellamento di un collega di lavoro ad Azzate, è stato autorizzato a trascorrere il primo anno dell’anno con il figlio nell’ambito dell’accordo di separazione in corso di definizione con sua moglie. Ieri pomeriggio Paitone ha afferrato un coltello, ha ucciso il bambino e poi ha nascosto il cadavere all’interno dell’armadio per ragioni ancora da definire ma forse motivate da un desiderio di vendetta.
In seguito alla commissione del delitto, secondo gli accertamenti delle indagini svolte dai militari dell’Arma e vigilati dal pm, Paitone ha lasciato la residenza e si è recato a Gazzada Schianno, dove risiedevano i genitori degli ex. Paitone l’ha accolta con il pretesto di restituire suo figlio, ma invece di farlo, l’ha attaccata pugnalandola ripetutamente al viso, all’addome e alla schiena con un coltello. Fortunatamente, è stata in grado di infliggere solo ferite non mortali alla sua vittima.
Le perquisizioni condotte dai carabinieri sono scattate subito e si sono concentrate prima sull’abitazione di Paitone, dove è stato ritrovato il corpo del bambino, e poi sui dintorni di Varese. L’uomo, che aveva quarant’anni e guidava una Volkswagen Golf grigia, è stato fermato a Viggi alle prime luci dell’alba di domenica nella sua vettura. Dopo aver tentato di eludere la cattura disarmando una gazzella con la lama del coltello e poi fuggendo a piedi, fu rinchiuso all’interno di una capanna di cacciatori nella zona boschiva del Colle Sant’Elia mentre teneva la lama in mano.
La tragedia, invece, era avvenuta già poche ore prima: il 40enne aveva prima stordito e soffocato il figlio di 7 anni, e poi lo aveva pugnalato alla gola. Nell’abitazione del padre di Davide Paitoni a Morazzone, all’interno dell’armadio è stato ritrovato il cadavere del defunto. Il messaggio che è stato lasciato diceva: “Mi dispiace, perdonami papà”. L’uomo che era sul corpicino ha lasciato il messaggio. Il padre aveva quindi ammonito il padre, come si sentiva nella registrazione audio, “Non aprire l’armadio”.
In merito alla tragedia avvenuta nel tardo pomeriggio del 1° gennaio nel comune di Morazzone, che si trova in provincia di Varese, il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, desidera fare chiarezza e ha quindi chiesto agli ispettori ministeriali “con urgenza svolgere le necessarie indagini preliminari”. Un’azione che prelude ad una vera e propria indagine che sarà condotta dagli uffici di via Arenula, con l’obiettivo di accertare se i magistrati che si sono occupati della causa siano o meno responsabili dell’esito della causa.
Nel frattempo, la procura di Varese, guidata da Daniela Borgonova, ha reso noto che il 26 novembre 2018, giorno dell’arresto di Paitoni in flagranza di reato dopo una lite sul posto in cui aveva tentato di uccidere un collega con un taglierino alle spalle, hanno chiesto al giudice le indagini preliminari. Ciò anche in seguito alle polemiche scoppiate in merito.
Durante l’interrogatorio di garanzia che ha richiesto Pizzo ieri mattina
Nel carcere varesino di Miogni, l’indagato, che dopo il brutale omicidio del figlio aveva tentato di uccidere anche la moglie, ha esercitato il diritto al silenzio. Il figlio del sospettato era stato assassinato e il sospettato aveva anche tentato di uccidere sua moglie. Il suo legale, Stefano Bruno, ha fornito la seguente spiegazione: “Non era in grado di sostenere l’interrogatorio perché era troppo testato psicologicamente e non è lucido”.
Nel pomeriggio il giudice Giuseppe Battarino è giunto alla conclusione che l’uomo formalmente accusato di omicidio premeditato del figlio con l’aggravante di crudeltà e abiette ragioni (avrebbe voluto vendicare il comportamento della moglie che lo aveva denunciato) e il conseguente tentativo di uxoricidio dovrebbe essere rinviato in carcere. In seguito all’omicidio del figlio e all’aggressione alla moglie Paitoni, è fuggito dalla scena nascondendosi in una foresta, ma le autorità lo hanno trovato e arrestato nel giro di poche ore. È probabile che nella sua tasca venga scoperta una pallina di cocaina.
Il servizio funebre per Danielle, che era così giovane, si terrà venerdì 7 gennaio. La cerimonia si svolgerà alle 14.30 nell’Oratorio di San Luigi Schianno a Morazzone. Questo è lo stesso oratorio a cui ha frequentato il bambino e, dopo la tragedia, gli educatori e gli animatori lì lo hanno ricordato con un commosso post su Facebook. Il sindaco del paese, Maurizio Mazzucchelli, ha annunciato che lo stesso giorno “sarà proclamato il lutto cittadino sia a Morazzone che a Gazzada Schianno”, che sono i due comuni del varesotto dove abitarono Davide Paitoni e sua moglie. Davide Paitoni e la moglie erano tornati con il bambino a vivere insieme ai genitori.
Anna Giorgietti ha suggerito che il magazziniere di 40 anni fosse etichettato come socialmente pericoloso. Suggerisce inoltre di tenere conto delle precedenti denunce per maltrattamenti, lesioni e minacce che gli sono state presentate nei mesi di marzo e aprile dalla moglie (dalla quale era di fatto separato) e dal suocero . Tali denunce sono state presentate nei mesi di marzo e aprile. Nel proseguimento della nota della Procura, si precisa che il gip non ha accolto la richiesta perché “riconoscendo però solo un rischio di inquinamento probatorio”.
“Di fronte a questa tragedia, a questo gesto sconvolgente, impensabile e ingiustificabile, non possiamo che esprimere la nostra vicinanza alla mamma del piccolo Daniele e impegnarci ancora di più contro la violenza sulle donne”, ha scritto il pm Borgonova. “Non possiamo che esprimere la nostra vicinanza alla mamma del piccolo Daniele e aiutare la mamma del piccolo Daniele”.