Daniela cecchin oggi

Daniela cecchin oggi: Torino ospiterà anche il Torino Crime Festival, che si svolgerà dal 6 aprile al 14 aprile. A seguire, il racconto degli ultimi 30 anni di storia italiana attraverso trentuno delitti, uno per ogni anno dal 1987 al 2017, con ogni piano viene ricostruito una volta al giorno fino alla fine dell’anno. Aggiornamento di oggi sull’anno 2002: Daniela Cecchin, detta anche l’assassina di Firenze, è nata nel grembo di una povera operaia comunitaria, una donna che, per quanto si sforzasse, non riusciva a immaginare cosa stava per diventare.

Daniela cecchin oggi
Daniela cecchin oggi

È l’8 novembre di quell’anno, quando il Cecchin si presenta a casa di Rossana D’Aniello, moglie di una collega di lunga data dell’Università, e la giustizia con un paio di forbici. Abbiamo recuperato dagli archivi un articolo scritto da Francesco Matteini sabato 15 novembre, in cui si diceva che una settimana dopo il delitto, la polizia aveva arrestato l’assassino. Daniela Cecchin è stata condannata in primo grado a 30 anni di reclusione, ridotti nel 2008 a trent’anni da quando è stata riconosciuta “affetta da disturbo paranoico di personalità” al momento del soffocamento nel 2008.

«Sono io che l’ho fatto apposta: era bella e felice, e suo marito era anche più felice di lei. L’ho uccisa perché era una bella donna da vedere. Davanti agli agenti della squadra mobile che il 6 di questo mese era di stanza in piazza delle Cure a Firenze, Daniela Cecchin ha ammesso che Rossana D’Aniello, una cassiera di banca che era stata aggredita nella sua abitazione esattamente una settimana prima, era la autore del reato. Il giorno dopo, ho seguito e ossessionato i miei cellulari silenziati.» La frase “il chiamavo della notte” è stata ripetuta più volte.

Dopodiché, viene messa a tacere dal mutismo. L’arma prescelta era celata all’interno della fondina: un massiccio coltello di fabbricazione francese lungo oltre trecento centimetri e dotato di una robusta lama. A seguito di una colluttazione in cui sono rimasti feriti sia Rossana D’Aniello che il Cecchin, il lama con cui è stato colpito il Cecchin ha vibrato con un terrificante fendente alla gola di Rossana D’Aniello sabato mattina.

Daniela cecchin oggi
Daniela cecchin oggi


La personalità dell’assassina di Rossana D’Aniello, Daniela Cecchin, viene svelata durante il servizio trasmesso in diretta su “Il Terzo Indizio” durante la prima puntata della prima trasmissione della giornata di Rete 4. In questo episodio apprendiamo come il Cecchin abbia pianificato l’omicidio con tale chiarezza che nessun altro è stato in grado di vederlo a causa della follia che si era scatenata nella sua mente. Quando diventa chiaro che è lui il responsabile dell’omicidio di Rossana, arriva al punto di affermare di aver ricevuto l’ordine dal diavolo di ucciderla lui stesso. In seguito, La Cecchin ha confessato di aver agito in risposta a ingiustizie e violenze già avvenute nella sua vita, e di aver scelto Rossana come oggetto della sua vendetta a causa di un “disgustoso” sentimento che aveva.

I Cecchin sono stati interrogati mercoledì pomeriggio dal sostituto procuratore Suchan. Secondo il magistrato, la donna aveva fatto “ampie confessioni” e aveva anche pensato di togliersi la vita. «Avevo previsto l’intervento della polizia, e avevo anche pensato di suicidarmi», ha confessato la Cecchin durante l’interrogatorio. Il capo della Questura di Firenze, Gianfranco Bemabei, ha definito il caso “unico” per il contesto in cui si è sviluppato l’omicidio, per le modalità con cui si è svolto, che è stato “considerato efferato” e “feroce”, e il fatto che la donna che ha commesso il crimine “era una donna”.

Daniela cecchin paolo

Daniela Cecchin, 61 anni, è stata scarcerata il 1° agosto ed è stata accolta nel manicomio Le Querce a Firenze, nonostante sia ancora considerata socialmente pericolosa. Il magistrato di sorveglianza, Antonio Bianco, ritiene opportuno un divieto di uscita dall’istituto di sei mesi per trovare un equilibrio tra le sue esigenze di tutela della salute e le sue esigenze di “protezione sociale”. Preoccupano invece gli avvocati della famiglia della sua vittima: la vittima è stata vittima di un crimine orribile.

L’8 novembre 2003 Daniela Cecchin bussò al campanello del farmacista Paolo Botteri, appena uscito per accompagnare le sue due ragazze a scuola, e uccise la moglie Rossana D’Aniello, che non aveva mai incontrato prima, tagliandole il collo con un paio di forbici. Paolo Botteri le era stato cortese mentre erano entrambi studenti della stessa istituzione molti anni prima. Daniela Cecchin era sicura che Rossana D’Aniello le avesse rubato la felicità quando era in preda alla sua follia persecutoria. È stata trovata semi-malata di mente ed è stata condannata a 20 anni di carcere per i suoi crimini.

Poiché è stato ritenuto rischioso, non gli è mai stato concesso il permesso di operare. Sebbene non abbia compiuto gesti drammatici, gli sono stati concessi periodi di rilascio anticipato, che hanno portato all’esecuzione della sua condanna il 1 ° agosto 2017, un anno prima del previsto. In tutto, ha trascorso 13 anni e 9 mesi, dopodiché è stato costretto a sottoporsi a un ricovero di 3 anni in una struttura di custodia cautelare come precauzione di sicurezza.

Daniela Cecchin continua a soffrire di un disturbo “pervasivo e difficile da correggere” che la porta a interpretare i fatti in maniera persecutoria, ma il pericolo “deve essere considerato diminuito”, e il ricovero sarebbe “eccessivo” e “potrebbe rivelarsi controproducente per un punto di vista terapeutico-riabilitativo”, secondo il magistrato di sorveglianza Antonio Bianco, che ha disposto un consulto psichiatrico. Di conseguenza, il tribunale ha ordinato il suo ricovero in ospedale a Le Querce, dove non potrà partire per sei mesi.

Daniela Cecchin wikipedia

E fu a quel punto che nacque il rancore. Rossana D’Aniello, una signora che non aveva mai conosciuto e che aveva sposato Botteri, è una persona che ammira. Ha considerato la possibilità che qualcosa di simile potesse accadere anche a lei. Joy, una famiglia e un marito comprensivo che non la prendeva in giro. L’allucinazione è pianificata dalla mente mentre viaggia. Gli agenti scopriranno quanto segue scarabocchiato in un diario tascabile: “Guanti, la miglior punizione è un coltello, ore libere”.

Nel cestello della lavatrice, la polizia scoprirà un altro coltello, questo un po’ più piccolo di quello usato nel delitto. In questo caso, sembra che l’obiettivo fosse nascondere tutto ciò che indicava il fallimento della vita di una persona. Ha anche molestato al telefono la moglie di un medico, come una sorta di rappresaglia per i suoi giorni al liceo; tuttavia, afferma di non aver intenzione di uccidere nessun altro. In effetti, ribadisce che non avrebbe mai desiderato uccidere qualcuno se ne avesse avuto l’opportunità.

Con l’eccezione del fatto che l’8 novembre il livello di rabbia era aumentato. Si finse un fattorino di pacchi e bussò alla porta di Rossana D’Aniello. E quando la vittima ha aperto il pacco, l’ha pugnalata alla schiena. – Dice ai magistrati che era in uno stato d’animo e che soffriva di depressioni psicologiche. – Non sapevo cosa farne, se rivoltarlo contro me stesso o contro qualcun altro.

Preoccupato per gli avvocati che rappresentano la parte civile. A giudizio dell’avvocato Gabriele Zanobini, la sentenza è «piuttosto incoerente», come segue: «La signora non ha mai avuto un permesso per il suo carattere azzardato». E se potessi farla alloggiare in una Rems, che è una specie di struttura di contenimento?” Concorda l’avvocato del dottor Botteri, Leo Borea (il figlio Gugliemo continua a fornire assistenza al dottor Botteri):

Perché la cura della salute del detenuto è fondamentale, anche se rischiosa, l’amarezza aleggia in bocca mentre si sottovalutano le vere e proprie condanne all’ergastolo, il marito e i figli, che porteranno per tutta la vita il ricordo indelebile della tragedia, vengono svalutati . La signora è attualmente detenuta in un istituto non carcerario a Firenze. Se perde il controllo, potrebbe diventare una pericolosa arma vagante. Questa è la principale fonte di preoccupazione».