Come spiegare la guerra in ucraina ai bambini; È stato scoperto uno sbocco per la tensione tra Russia, Stati Uniti e Ucraina, ma non nel modo desiderato. Vladimir Putin ha preso la decisione di attaccare l’Ucraina ieri sera, e nient’altro è stato detto o discusso per il resto della giornata di oggi (giovedì 24 febbraio).
A quest’ora del giorno, è quasi difficile tenere i giovani lontani dalle informazioni, in particolare dalle notizie degli orribili eventi in Ucraina. Gli esperti, d’altra parte, non propongono di sopprimere e censurare completamente l’attualità come mezzo per affrontare questo tipo di crisi. Possiamo parlare della guerra ai bambini e possiamo anche parlare delle parti più atroci del conflitto, come l’agonia e la morte, e potremmo avere paura di ciò che sta accadendo. Le guerre sono avvenute e continueranno ad esistere, proprio come la speranza, l’amore e la riabilitazione lo hanno fatto nel corso della storia.
Per affrontare il discorso della guerra con i bambini, devi prima metterti in ascolto, comprendere i dubbi e le domande che turbinano nei loro pensieri, e poi aiutarli a capire cosa sta succedendo intorno a loro. Lasciarli soli significherebbe che non otterrebbero una lettura comprensiva e umanistica del testo.
In questo saggio, compileremo tutto il materiale e le modalità rilevanti per affrontare la discussione sulla guerra con i bambini in un unico luogo. Psichiatri, educatori e altri giovani che hanno vissuto personalmente il trauma della guerra hanno tutti espresso le loro opinioni sull’argomento. Un file scaricabile con lezioni e attività da svolgere con i bambini può essere trovato sul sito web di Save the Children, che può essere utilizzato per spiegare meglio il conflitto e tutto ciò che esso comporta ai bambini più piccoli.
Bambini e guerra: cosa dire e cosa non dire
La censura dovrebbe essere evitata.
Accetta i sentimenti che stai provando.
Aiutarti a comprendere gli avvenimenti
Riconoscere ed esprimere empatia
È essenziale prevenire la censura mentre si spiega il conflitto ai giovani.
È difficile spiegare il conflitto ai giovani occidentali che sono cresciuti nel lusso di vivere in un ambiente tranquillo. Affatto. Inoltre, è difficile tenere i bambini lontani da informazioni e notizie che potrebbero assorbire in vari modi e senza il beneficio di una lente o di una chiave di lettura fornita da genitori, tutori o istruttori.
Censurare la realtà servirà solo a isolare il giovane e non lo aiuterà a capire cosa sta succedendo. È possibile comunicare le nozioni di battaglia, sofferenza e terrore ai bambini senza doversi preoccupare di traumatizzarli. Naturalmente, le parole e le immagini appropriate devono essere impiegate in questa situazione.
Psicologi ed educatori hanno affermato più volte che il modo più efficace per affrontare il tema della guerra è iniziare con le emozioni. Quando guardi le notizie con i tuoi figli, o quando leggi le notizie su un giornale o su Internet, è importante chiedere ai bambini come si sentono e se hanno domande o preoccupazioni su ciò che sta succedendo.
Questo metodo viene utilizzato per far fronte a tutte le emozioni, anche quelle negative. Puoi chiedere al bambino di abbozzare ciò che sta provando e poi spiegarle il significato delle forme più avanti nel processo. In alternativa, puoi chiedere ai bambini se riescono a ricordare un film con un soggetto simile. Potrebbe essere un’occasione per discuterne in gruppo e riflettere sul messaggio che trasmette.
Durante un’intervista a Redattore sociale, lo psicologo Daniele Novara ammonisce che “c’è un messaggio molto chiaro, che anche i bambini più piccoli possono capire, ed è il messaggio della nostra Costituzione: l’Italia ha deciso di porre fine alla guerra”. Vorrei invitare tutti gli insegnanti a far riflettere i loro studenti sull’articolo 11 in modo che ogni scuola diventi un monumento a questa decisione di vivere in armonia con l’ambiente. È questo errore, d’altronde, da evitare a tutti i costi, come hanno sottolineato diversi insegnanti: portare la guerra in conflitto diretto con le controversie sull’affidamento dei figli. ‘
È come quando si litiga con gli amici’, è una frase sbagliata, e rappresenta il terrorismo educativo. La guerra è caratterizzata da violenza e devastazione assoluta; non ci sono casi di abusi sui minori o risse tra adolescenti, né conflitti tra adolescenti. Tuttavia, come prevedo da anni, maggiore è il numero di bambini e giovani che imparano a fare causa in modo efficace, maggiore è il numero di persone che combatteranno in guerra. “Sta insegnando alle persone come gestire i conflitti, il che riduce l’uso della violenza”.
È innegabilmente sconcertante assistere alla fuga di persone, famiglie e coetanei dai bombardamenti, ascoltare le grida lancinanti dei bambini e osservare le conseguenze dei bombardamenti sotto forma di colonne di fumo e edifici in fiamme. Mentre noi adulti siamo in grado di fornire una motivazione per le nostre osservazioni, di collocarle nel contesto della storia e di collocare tin un contesto geografico, i bambini potrebbero non essere in grado di farlo.
COSA POSSIAMO FARE PER AIUTARE I BAMBINI A CAPIRE COS’È LA GUERRA?
Noi genitori abbiamo spesso il compito di fornire risposte alle domande dei bambini prima ancora che abbiano ascoltato le loro domande. In caso di guerra, e alla luce dell’aggressività delle immagini che ritraggono le parti in conflitto, il primo passo per assistere i bambini è capire cosa sta succedendo. In base all’età del bambino, mamma e papà devono determinare cosa il bambino capisce della situazione, cosa ha percepito e come ha risposto il bambino, o quale tempesta emotiva stanno causando le notizie trasmesse dai media in loro….
Immagini di battaglia suscitano dubbi e paure nella mente dei bambini, così come orrori di fantasia fantasiosa e un profondo senso di colpa nei genitori. In particolare, la guerra provoca una significativa e immediata perdita di sicurezza nei bambini: il bambino sente l’angoscia alimentata dalla crudezza dell’evento e teme di ritrovarsi nella stessa situazione degli adulti.
Per alcuni che comprendono la “delicata fragilità” della mente di un bambino, il solo fatto di vedere immagini violente di battaglia è sufficiente per innescare un’esperienza di violenza nel bambino. Quando un adulto decide di insegnare ai bambini la guerra, deve tenerlo a mente.
E’ NECESSARIO INIZIARE CON LE EMOZIONI PER SPEGARE LA GUERRA AI BAMBINI.
Cresciamo i nostri figli con le migliori intenzioni, insegnando loro a condividere, a capire e ad accettare gli altri. Ma quando i messaggi in tempo di guerra arrivano nella loro casella di posta, tutte queste buone intenzioni vanno in frantumi e infastidite. e spiegazione pragmatica.
Quando insegni ai bambini la guerra, tieni presente che, per quanto possa essere difficile, questo è il punto in cui il bambino è chiamato a confrontarsi con la bruttezza della natura umana.
In una triste ma vera svolta degli eventi, ci sono uomini animati dalla scena del potere e danaro. Sei fortunato perché sei sano, come lo sono molti altri bambini. Capisco che per te è difficile, ma la tua sofferenza è vitale perché se tu e tutti i bambini capite che la guerra è finita, il mondo sarà un posto migliore. Quando raggiungerai una certa dimensione, tuttavia, la tua autocoscienza e il dolore che stai vivendo ora cospireranno per garantire che non ci saranno più guerre”.
«Da molto tempo – come vede Novara – i giovani sono stati in contatto con l’immaginario bellico attraverso i social e la televisione. Pensiamo alle situazioni in Siria e in Afghanistan: in tali situazioni i nostri figli avrebbero avuto l’opportunità di vedere i tagliatori di Come educatori, abbiamo sempre consigliato ai genitori di non permettere ai figli di passare troppo tempo davanti alla televisione o a leggere informazioni.
Questa guerra porta con sé molta incertezza e novità, ma le immagini di devastazione e morte hanno ormai da tempo diventato un luogo comune, grazie, tra l’altro, all’invasione dei social media e alla proliferazione dei canali televisivi. “Genitori e insegnanti hanno la responsabilità di non lasciarsi travolgere, di non diventare vittime di ciò che è gli obiettivi primari della guerra: instillare paura e senso di impotenza nella popolazione”.