come e morto maroni

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La Lega ha espresso la propria tristezza per la perdita di Roberto Maroni, dicendo: “Un grande uomo se ne sta andando”.
La Lega esprime la sua tristezza per la scomparsa di Roberto Maroni, dicendo: “Un grande uomo se ne va”.
00:00 “È un giorno triste per la politica italiana: è morto Roberto Maroni, un grande politico e un grande sostenitore della Lega Nord, ma soprattutto un grande uomo, un marito e un padre con straordinarie attenzioni e qualità umane. Le mie più sincere condoglianze alla famiglia, insieme ad una preghiera e “buon viaggio Bobo, che la terra sia luce su di te”, a nome di tutto il gruppo e della Lega Emilia. Così Matteo Rancan, capo della Lega Emilia e commissario in consiglio regionale, ha scoperto che l’ex ministro dell’Interno era scomparso.
Tre volte ministro, vicepremier e governatore della Regione Lombardia, Maroni è stato anche segretario federale della Lega Nord, che ha co-fondato con Umberto Bossi. Era fuori dalla vita pubblica dal 2021, quando ha appreso per la prima volta di avere la malattia fatale.
Questa mattina, all’età di 67 anni, Bobo’ Maroni ha perso la sua lunga battaglia con una grave malattia. I suoi ultimi mesi sono stati trascorsi nella provincia di Varese, ed è morto nella casa che aveva chiamato casa negli ultimi anni.



L’ex governatore di Lombard era malato di cancro. Maroni aveva concordato con la sua famiglia di mantenere privata la sua malattia, così ha fatto per molto tempo. Il processo in cui è stato accusato di irregolarità riguardanti due contratti di collaborazione a termine su progetti relativi a Expo 2015 è stato rinviato a luglio 2021 a causa della sua salute. Quando si è ammalato il 4 gennaio 2021, era a casa ed è caduto, battendo la testa. Così, pochi giorni dopo, è stato operato all’Istituto Neurologico Besta di Milano.
Dopo una serie di test, i medici hanno deciso di operarlo alla testa presso l’istituto neurologico Besta; nonostante la segretezza della malattia, la direzione sanitaria dell’istituto ha rilasciato un comunicato stampa in seguito, dicendo: “Per quanto riguarda le condizioni cliniche di Roberto Maroni, che ha subito oggi un’operazione presso la Fondazione Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’, la direzione sanitaria dell’istituto informa che le condizioni cliniche del paziente sono soddisfacenti”. Non pubblicheremo ulteriori bollettini medici a meno che non ci siano sviluppi significativi, secondo la richiesta della famiglia. Le sue vere condizioni e la natura della sua malattia non sono mai state rivelate dalla sua famiglia.
Il nostro amato Bobo è morto alle 4 di stasera. Anche nei suoi ultimi momenti, quando gli veniva chiesto come stava, rispondeva sempre: “Bene”. Che tipico Bobo eri, sempre alla ricerca del lato positivo delle cose. Persone a lui vicine gli hanno scritto lettere questa mattina lodandolo come marito, padre e amico. Poiché l’amore è immortalità, o più precisamente, sostanza divina, colui che ama non muore mai. Con un finale “Ciao Bobo”, si concludono.

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Nel 1992, Maroni fu uno degli 80 sostenitori della Lega che furono eletti in parlamento per rappresentare la Lega. Nel 1994 è stato Ministro dell’Interno e Vice Primo Ministro; nel 2001 è stato Ministro del Lavoro; e nel 2008 è stato nuovamente Ministro dell’Interno; dal 2013 al 2018 è stato Presidente della Regione Lombardia. Nel corso della sua vita, ha lavorato instancabilmente per la Lega, di cui è sia fondatore che segretario, nonostante abbia rapporti tesi sia con Umberto Bossi che con Matteo Salvini. Aveva pianificato di candidarsi a sindaco di Varese, ma la malattia che alla fine gli ha tolto la vita lo ha costretto a ritirarsi.
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Segretario fantastico, ministro brillante, governatore eccezionale e incrollabile sostenitore per tutta la vita della Lega Nord. Il leader della Lega Matteo Salvini augura a Roberto un vento favorevole in un recente post su Instagram. Giorgia Meloni, amica, politica intelligente e capace, uomo che ha servito le istituzioni con buon senso e concretezza, esprime sui social il suo cordoglio e la vicinanza del governo alla famiglia e agli amici del defunto. Anche nella sua ultima intervista al Corriere della Sera, si è descritto come un “sognatore” federalista ma non secessionista e che parlava con toni moderati ascoltando i militanti.