chi vendette la primogenitura per un piatto di lenticchie lenticchia lentcchia s. f. [Latein]; diminutivo di lente; “lente” 1. Una piantagione annuale di fagioli papiglionacei (Lens culinaris, sinon. Lens esculenta), con steli rampicanti, […] per amore di qualche bene reale al fine di ottenere qualche bene materiale illusorio (con riferimento al racconto biblico Genesi, 25, 29-34 di Esa che cedette al fratello Giacobbe la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie). Per il plurale, vedi primogenitura (dal latino medievale: primogenitura, derivato dal tardo latino: primogentus primogenito). In primo luogo, avere un figlio che è il primogenitore gli conferisce diritti speciali in molte aree del diritto, comprese quelle relative all’eredità e alla successione. Esa vende il palazzo a Giacobbe per un piatto di lenticchie, rinunciando a tutti i diritti, beni e privilegi che appartenevano al figlio primogenito. 3. In senso figurato, piuttosto che letterale, la condizione di qualcuno che ha… LEGGI TUTTO soppiantare v. tr. [dal latino supplantare (comp. sub sotto e planta pianta del piede), propr. dare lo sgambetto, far cadere qualcuno a terra, con il significato cambiato in “indurre confusione” o “privare qualcuno della sua posizione” attraverso l’uso di un particolare luso in latino
Dovremmo tenere presente che tutto ciò che sappiamo sui Patriarchi è stato originariamente tramandato oralmente, fino a quando qualcuno, intorno al tempo di Mos, ha compilato le tradizioni orali e le ha messe per iscritto. Durante questo periodo, gli anziani raccontarono storie dei padri a un pubblico composto dai loro figli, nipoti e servitori. Un pubblico ricettivo desideroso di saperne di più sul proprio background. Potete immaginare l’imbarazzo del narratore quando è arrivato alla parte cruciale della sua storia – la parte che ha avuto un impatto decisivo sul resto della storia – quando Isacco ha investito Giacobbe. Senza dubbio, tra il pubblico c’erano primogeniti che erano, magari con un gemello, estremamente sensibili su questo punto cruciale: “Perch Giacobbe, si il primogenito era Esa?” La legittimità della monarchia israeliana in relazione a Edom dipendeva dalla risposta a questa domanda, che non dipendeva dal contesto storico in cui gli eventi erano stati raccontati.
I racconti ingenui e patetici della primogenitura di Esa venduta per un piatto di lenticchie e dell’inglorioso ordine di Rebecca e Giacobbe a scapito di Esa hanno tutta l’aria di storielles inventate riga per riga da due vecchie nebbie prive di immaginazione, per stuzzicare l’interesse di bambini senza una facoltà critica pienamente formata.
Queste due storie sono di un tipo che colpisce profondamente l’immaginazione di un ragazzo, lasciando un’impronta impossibile da dimenticare. Prova positiva che “il piatto di lenticchie” è diventato un’espressione idiomatica standard in tutto il mondo. Una volta raccontate, forse per scherzo, queste storie assunsero rapidamente il potere della tradizione e furono tramandate di padre in figlio; Quando erano passati due secoli, erano considerati storia. C’è qualcosa di vero in quello che dicono? Sicuramente s; il narratore deve aver tratto ispirazione da eventi reali, come l’arguta osservazione di Esa sul disossamento di un piatto di lenticchie o un travestimento umoristicamente realizzato. Fatti che sono banali nella vita di tutti e apparentemente privi di significato, ma che il narratore, messo sul posto dall’insaziabile curiosità del suo pubblico, trasforma nel “casus” di una decisione che altera la traiettoria della storia.
I due episodi non meritano un’analisi approfondita. La possibilità che Esa abbia venduto il suo diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie o qualsiasi altra cosa può essere scartata per il momento. Se così fosse, Isacco non sarebbe stato giustificato nel favorirlo rispetto a Giacobbe, che non avrebbe avuto bisogno di ricorrere a tattiche subdole per raggiungere il suo obiettivo. Ed Esa non avrebbe avuto alcun motivo di rimpianto o pensieri vendicativi. Il diritto di Esa’s alla primogenitura sarebbe ancora valido se l’intenzione dichiarata di Isacco di benedirla fosse accurata. Pertanto, il secondo episodio preclude il primo.
#Venerdì #Quaresima #astinenza. Quelli @AldinaConsolini sono ricchi di #gusto #fantasiahttps://t.co/htWY7XOOkO
— Domenico Saretto (@domenicosaretto) March 31, 2017
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Un attento esame dei fatti, tuttavia, esclude la seconda possibilità. Per cominciare, abbiamo stimato che Isacco aveva meno di 54 anni al momento della benedizione. Disadattato e forse gravemente, se lui o lei avesse deciso di fare testamento e lasciare tutti i loro beni a uno dei loro figli, sarebbe stato un segno che temevano o anticipavano che non avrebbero vissuto per molto tempo. Questa malattia è stata il fattore decisivo nel suo testamento, ma sua moglie Rebecca ha dovuto convincerlo a scegliere a chi lasciare la sua proprietà.