carenza di sodio

carenza di sodio Il sodio svolge un ruolo cruciale nel corpo regolando la pressione sanguigna e facilitando la corretta funzione nervosa e muscolare, tra molte altre funzioni.
Circa l’85% del sodio nel corpo è nella sua forma ionica (Na +, cioè privo di un elettrone e con una carica positiva), e la sua concentrazione è strettamente regolata da numerosi meccanismi, tra cui l’azione dell’ormone aldosterone, prodotto dalle ghiandole surrenali. La quantità di sodio escreto nelle urine può essere regolata in risposta alle mutevoli esigenze regolando i livelli di aldosterone, che a loro volta influenzano il riassorbimento renale del sodio. Quando si suda, si perde un po ‘di sodio insieme all’acqua (anche se meno di quanto comunemente si pensi).



Invece, il sodio viene consumato attraverso la dieta, prevalentemente sotto forma di sale da cucina (NaCl, o cloruro di sodio); nei paesi occidentali, la persona media consuma molto più sodio del necessario, aumentando notevolmente il rischio di ipertensione. Il potassio aiuta a contrastare questo effetto in una certa misura.
I livelli di sodio nel sangue sono spesso richiesti insieme alle misurazioni di altri elettroliti (potassio, magnesio, calcio, fosfati, bicarbonati, …) non tanto per arrivare a una diagnosi quanto per comprendere meglio le condizioni del paziente e raccogliere indizi utili per un potenziale trattamento supplementare.
Inoltre, può aiutare a verificare se il trattamento diuretico funziona correttamente.
Infine, la disidratazione dovuta ad un eccessivo apporto di sodio (tipicamente attraverso il consumo di sale da cucina) senza un adeguato e corrispondente apporto di liquidi è una causa comune ma spesso trascurata di problemi di salute.
Quando i livelli di sodio aumentano, il paziente può (a seconda del grado) manifestare i seguenti sintomi:
Feci, sudore e muco (quest’ultimo di minore importanza) sono le uniche vie “inevitabili” di perdita di sodio, ma considerando che la dieta americana media è ipersodica e quindi molto ricca di sodio, questo ammonta solo a circa il 7% dell’assunzione giornaliera (con le dovute differenze in campo sportivo). Nonostante l’apparente aumento del fabbisogno durante la gravidanza e l’allattamento, non sembra necessario aumentare la quantità di sodio nella dieta, tenendo conto delle abitudini alimentari tipiche degli italiani.
La mancanza di sodio nel corpo è insolita. Diete a basso contenuto di sodio, perdite di sudore anormali, lesioni renali e diarrea cronica possono causarlo, ma di solito è causato da una combinazione di fattori. Una grave mancanza di sodio causerà anomalie nella conduttività nervosa, nell’equilibrio acido-base e forse anche nella pressione oncotica extracellulare.
Al contrario, un aumento della pressione extracellulare causato da un eccesso di sodio, anche se non tossico, porta alla ritenzione di liquidi come reazione per preservare la normale concentrazione chimica extracellulare; Inoltre, non è escluso che una condizione simile possa dare luogo, nel lungo periodo, a sindromi edematose indiscriminate degli interstizi (ritenzione idrica). D’altra parte, l’ipertensione arteriosa e lo sviluppo dell’osteoporosi sono entrambi positivamente correlati con una dieta ricca di sodio (vedi: sale, sodio e osteoporosi ).
Come accennato in precedenza, l’ipertensione arteriosa è causata da una dieta ricca di sodio (specialmente in individui sensibili). Numerosi studi di popolazione e studi clinici evidenziano una correlazione diretta e proporzionale tra i due fattori, fornendo ampie giustificazioni e dimostrazioni per questa affermazione.
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Altri fattori, come obesità, iperglicemia e diabete, sindrome metabolica, scarsa qualità dei grassi alimentari (troppo saturi e troppo pochi omega3), abuso di alcol, fumo, carenza nutrizionale di potassio e magnesio, inattività e stress psicologico, spesso accompagnano una dieta povera e contribuiscono allo sviluppo dell’ipertensione.
È vero che l’ipertensione può peggiorare nel tempo; tuttavia, per la CONTINUITÀ dell’associazione tra sodio e ipertensione, è anche possibile affermare che la restrizione alimentare di sodio può migliorare/diminuire i valori della pressione arteriosa in soggetti ipertesi, ma anche in soggetti sani. L’abolizione di tutto il sodio aggiunto alla dieta (sodio che non è già presente negli alimenti) avrebbe un impatto simile sui tassi di mortalità per malattia vascolare acuta.