Carabiniere tedesco caso cucchi; Nel caso di Aso Cucchi, la Cassazione ha emesso una nuova citazione per i due poliziotti accusati di aver mentito nell’inchiesta sulla morte dell’adolescente. Si tratta del brindisino Francesco Tedesco (che è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione) e Roberto Mandolini (che era stato condannato a 4 anni di reclusione). Per la prima volta la Cassazione ha ridotto la pena di Stefano Cucchi per omicidio preerintenzionale nel confronto con i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro: la pena è stata ridotta da 13 a 12 anni di reclusione. La sentenza è stata emessa ieri (lunedì 4 aprile) dopo oltre cinque ore di deliberazione in seno al comitato consultivo. Secondo Roberto Mandolini e Francesco Tedesco, le accuse saranno depositate nel mese di marzo, rendendo superfluo in questo caso il bis appello.
Tomaso Epidendio, procuratore generale supplente della
Cassazione, aveva chiesto, con requisitoria emessa ieri davanti alla suprema corte della V Sezione, che fossero confermate le condizioni poste ai carabinieri e che si tenesse un nuovo processo di appello per Francesco Tedesco che sarebbe “limitato al solo trattamento sanitario”.
La sentenza è stata emessa oltre 12 anni dopo l’incidente che ha portato alla sua detenzione. Stefano Cucchi è morto sei giorni dopo essere stato ricoverato all’ospedale Sandro Pertini di Roma. All’inizio di questo mese, la Procura generale ha chiesto alla Corte di Assise d’Appello di condannare Francesco Tedesco a 13 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, esclusi gli attenuanti generici, nonché i due carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro, a quattro e un mezzo di reclusione per Roberto Mandolini, e quattro e mezzo di reclusione per Roberto Mandolini, sostenendo Si tratta anche dello stesso pm che, nella sua richiestaria, aveva spiegato come, in questa vicenda, fossero morti tutti perché nessuno aveva tagliato una bella figura, e che aveva predetto che le persone sarebbero sempre state anteposte alle pratiche commerciali in genere, così come che le pratiche commerciali sarebbero sempre state al primo posto in questa vicenda.
“Questa frase riscritta rappresenta un punto di svolta nella mia vita, e mi riempie di estasi. Non avrei mai pensato di poter fare niente fino ad ora”….. Lo annuncia Ilaria Cucchi subito dopo la lettura di la sentenza della Corte d’Appello di Roma, che ha aumentato le condanne di tre delle quattro persone accusate della morte del fratello Stefano, avvenuta nell’ottobre del 2009.
«Ho un debito di riconoscenza verso un gran numero di persone, a cominciare dall’avvocato Fabio Anselmo e proseguendo con la Procura di Roma, di cui fanno parte l’ex pm Giuseppe Pignatone, l’attuale pm Michele Prestipino e il sostituto Giovanni Musaro, non saremmo qui se non fosse per loro Il mio pensiero va a Stefano, a tutti questi anni, a quanto è costato, e ai miei antenati, che non sono più con noi per il prezzo che hanno dovuto pagare per questi anni di sofferenza”…. .
“In questa vicenda, Francesco Tedesco ha percorso un percorso solitario e impervio, mettendo alla prova il suo coraggio contro una meccanizzazione in cui è stato investito, ma alla fine ha ottenuto la vittoria per se stesso”. Lo afferma l’avvocato Eugenio Pini, che rappresenta il carabiniere Francesco Tedesco, accusato di omicidio premeditato insieme ai colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro,
nel processo in corso per la morte di Stefano Cucchi, un geometra arrestato dai carabinieri il 15 ottobre 2009 per detenzione di stupefacenti e morto una settimana dopo all’ospedale Sandro Pertini di Tedesco, per il quale la difesa ha chiesto risoluzione, è l’ufficiale militare che ha preso posizione in Caso Cucchi, svelando a distanza di oltre un decennio il presunto pestaggio avvenuto a seguito dell’arresto presso la residenza del Casilino e accusando a proprio nome Di Bernardo e D’Alessandro. Pini ha chiesto che Tedesco sia esonerato dall’omicidio preterintenzionale usando la formula ‘per non aver ammesso il fatto’ (per non aver ammesso il fatto).
Tedesco non è rimasto immobile davanti al pestaggio di Cucchi
Dove lui e Di Bernardo e D’Alessandro stanno massacrando botte. Tedesco intima Di Bernardo e D’Alessandro di smetterla, ‘non vi permesso’, dice riferendosi all’accaduto a un’autorità superiore”, ha affermato il legale in tribunale. Ha ricostruito, ha liberato Cucchi “dalla morsa” dei due carabinieri, prima ammonendo verbalmente il collega Di Bernardo e poi fermando fisicamente Raffaele D’Alessandro, Tedesco l’ha fatto. “Tedesco è piombato dentro e ha protetto il giovane”, ha detto l’avvocato.
“A conclusione di questa tragica vicenda, crediamo che Francesco Tedesco perderà la divisione oltre che il posto di lavoro. “Tedesco ha diritto alla verità, e lo ha esercitato”, la legale ha detto. “Tedesco voleva parlare da molto tempo; era stato mimetizzato per anni e aveva una registrazione duplicata, ma sentiva il bisogno di comunicare.
“Quando Tedesco ha rivelato i fatti al suo difensore, è stata una liberazione per lui, ha detto l’avvocato, aggiungendo che “il punto chiave della difesa di Tedesco è stata la lettura del capo di imputazione quando è stato incriminato”. “Tedesco è il carabiniere che ha dimostrato spirito di corpo, con senso del dovere e della giustizia,” dice Pini, «oltre che alla luce delle parole pronunciate dai più alti ufficiali delle Forze armate, come il comandante generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri, che ha affermato: ‘chissà di cosa parla’».
Le osservazioni di Di Maio seguono quelle del presidente del Consiglio Conte, che da Milano ha detto a nome del governo che “il ministro della Difesa è favorevole alla formazione di una componente civile nell’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi”. .
Attualmente Stamattina avvia il processo Cucchi-bis con la deposizione davanti alla Corte d’Assise del carabiniere Francesco Tedesco, il supertestimone che ha accertato che Stefano, 31 anni, è stato ‘pestato’ da due suoi colleghi, Raffaele D’ Alessandro e Alessio Di Bernardo, accusati di omicidio premeditato “Chiedo in un comunicato si è scusato con la famiglia Cucchi e con i membri della Polizia Penitenziaria coinvolti nel primo processo. Questi ultimi anni sono sembrati come un muro insormontabile per me “…..
Il carabiniere brindisino è stato a lungo considerato l’ultimo testimone di questo nuovo metodo, essendo stato il responsabile dell’abbattimento della gomma che era stata eretta dopo la morte di Stefano Cucchi. Fu il giovane che informò la Procura di quanto era accaduto quella notte e raccontò come era intervenuto per porre fine al pestaggio. Fu anche lui a smantellare il castello dell’omertà e del silenzio che era stato costruito per bloccare i binari che avrebbero potuto portare alla stazione dei carabinieri sulla Casilina. Una spiegazione convincente per gli inquirenti, che l’hanno sempre considerata credibile, anche a causa di una varietà di confutazioni che sono state fornite nell’ambito processuale dell’indagine.