Augusto daolio causa morte; Originario di Novellara, Augusto Daolio è morto nel 1992 all’età di 45 anni a causa di un tumore polmonare. E’ nato nel 1947. Daolio è stato scoperto il 23 febbraio 1992, presso il Reparto di Pneumologia dell’Ospedale di Reggio Emilia, e da allora è stato costretto ad alternare impegni di lavoro con altre responsabilità. Dante Pergreffi, bassista dei Nomads, è morto in un incidente stradale il 14 maggio, quando aveva appena 30 anni. La notizia ha scosso il Paese per molti giorni ad agosto e le condizioni che ne sono derivate sono peggiorate con il passare del tempo. Daolio muore il 7 ottobre 1992, nella sua casa di Novellara, all’età di 45 anni. Rosanna Fantuzzi, dopo la morte del marito, fonda la fondazione “Augusto per la Vita” con l’obiettivo di favorire la ricerca sul cancro e la formazione di specialisti nel campo.
Come per molti gruppi musicali, i Nomadi (uno dei più longevi nel panorama artistico italiano, essendo stato fondato nel 1963) hanno visto l’ingresso di nuovi membri così come l’emergere di altri, alcuni dei quali siamo abituati vedere oggi ma che potrebbe non essere esistito nei decenni precedenti. Le generazioni più recenti, infatti, non hanno mai condiviso un palcoscenico con il loro predecessore, Augusto Daolio.
È fuori dubbio che Daolio ha legato in modo irrevocabile
Il suo nome ai Nomadi. L’azienda italiana dovrebbe aver venduto più di 15 milioni di giocattoli, piazzandosi ai piedi dei Pooh e dei personaggi Ricchi e Poveri. Il focus del messaggio del gruppo era sulla responsabilità sociale e sul tema dell’amore, che è stato ripreso in diversi modi. Negli ultimi anni i testi hanno cominciato ad assumere un significato sempre più politico. I temi affrontati iniziano con una protesta politica tipica del movimento ’68 e passano ad una discussione sulla condizione umana e sul mondo naturale in cui si trova.
“È come se avessimo avuto l’esperienza di crescere insieme e poi di essere adulti”. Ho pensato che sarebbe stato meraviglioso poter condividere la mia vita quotidianamente con la musica poiché la musica è vita, ma lui me l’ha portata via. Purtroppo la sua morte ha mandato in frantumi una parte di me poiché 30 anni insieme non sono pari a 2 giorni, e non c’è niente da fare al riguardo. Al contrario, qualsiasi cosa del genere lascia sempre dietro di sé una scia di indizi, indizi che non saranno mai dimenticati.
Anche ora, mentre mi preparo a registrare le canzoni della band, mi chiedo cosa potrebbe pensare delle cose. In effetti, la mia più grande paura era che non saremmo riusciti a rimontare ciò che avevamo costruito insieme nel corso di 30 anni. Sono certo di essere stato il primo a prevederne l’arrivo, seguito da tutti gli altri che hanno seguito i Nomadi negli anni. In effetti, è il nostro stesso pubblico unificante che è sempre in evoluzione e che è sempre in giro, come dimostra il nome di Augusto”.
E in risposta alla mia domanda se avesse o meno una storia da raccontare, Augusto ha subito ricordato una volta in cui, durante un viaggio (“viaggiavamo sempre insieme”), disse a Beppe: “Pensa Beppe, che meraviglia sarebbe sarà un giorno, quando io e te non saremo più insieme, che i Nomadi potranno continuare sulla strada della musica.”
Augusto, scomparso nel 2013 all’età di 45 anni, si era fatto un nome nel panorama musicale italiano dal 1963 fino alla sua morte. Ciò era dovuto al fatto che, oltre ad essere un cantante, era anche un artista poliedrico che ha lavorato in una varietà di campi.
Per essere più precisi, con il passare degli anni, i suoi scritti hanno assunto un tono sempre più politico. Ma, oltre alla pittura, ha un forte interesse per la scultura e la ceramica. Dopo la sua prima mostra, avvenuta a Novellara nel 1991, le sue opere sono ancora spesso esposte in mostre organizzate con il sostegno dell’Associazione “Augusto per la Vita”, fondata dalla moglie, Rosanna Fantuzzi. Fin dall’inizio, l’obiettivo è stato quello di aiutare nella ricerca sul cancro e nella formazione di oncologi e altri medici specializzati. Augusto, invece, è morto a causa di un tumore al cervello.
Il cantante è anche noto per la sua capacità di coinvolgere il pubblico e collaborare con artisti di rilievo, come Francesco Guccini, che è tra gli altri che hanno lavorato con lui. Il popolare programma Rai Techetecheté, che andrà in onda questa sera su Rai 1, permetterà agli appassionati di musica di riscoprire le proprie canzoni preferite.
A tal fine, durante il segmento Ai Nomadi di questa sera
Verranno mostrati i successi del gruppo e le immagini di pubblico dominio. Di conseguenza, prosegue l’opera di conservazione e salvaguardia della memoria musicale e cinematografica del Paese, con l’ausilio dell’emittente pubblica, che ha accesso a un enorme archivio di immagini, registrazioni musicali e film, alcuni dei quali risalenti a decenni fa.
Mi chiamo Vagabondo, ed è forse la canzone più iconica del gruppo. Lo ha scritto lui, che insieme a Beppe Carletti ha co-fondato il gruppo nel 1972. Daolio è morto nel 1992 a all’età di 45 anni, lasciando un’eredità che comprendeva la sua voce e, soprattutto, le sue canzoni, che erano anche di natura politica, come era caratteristico del periodo in cui visse.
Il primo album della band, Per quando non sappiamo dove siamo, è stato pubblicato nel 1967, e il loro secondo, I Nomadi, includeva la canzone “Canzone for an amica”. Nonostante la canzone sia di Francesco Guccini, Daolio l’ha adorata al punto che si è sentito in dovere di includerla nell’album. Guccini lo scrisse per il suo primo lavoro, Folk Beat No. 1, ed è stato incluso nell’album all’ultimo minuto, dopo la morte di un’amica intima, Silvana Fontana, morta in un incidente stradale in autostrada.
Luglio Daolio è stato cantante e cofondatore del leggendario gruppo musicale Nomads, con Beppe Carletti, che è stato anche cofondatore. L’attore Daolio è morto il 7 ottobre 1992, all’età di 45 anni, per un aneurisma aortico, condizione che era peggiorata nell’ultimo anno di vita ed era stata esacerbata da un incidente stradale in cui era rimasto l’amico e compagno Dante Pergreffi ucciso.
Con oltre 15 milioni di dischi venduti, i Nomads sono il terzo gruppo di maggior successo nella storia italiana, dopo solo i Pooh ei Ricchi e Poveri. Daolio è stato salutato come un “vero pilastro” del successo del gruppo. È sempre stato il caso che i Nomadi abbiano inviato un messaggio di grande impatto sociale oltre ad argomenti come l’amore e i sentimenti generali. Mi chiamo Io Vagabondo e sono uno dei loro brani più conosciuti (che non sono altro).
Dopo la formazione del gruppo nel 1963, Daolio sale alla posizione di leader e i testi delle canzoni del gruppo iniziano ad assumere un tono sempre più politico con il passare degli anni. In ogni caso, il gruppo si è affermato saldamente nell’establishment musicale italiano con una sfilza di precedenti successi e una straordinaria capacità di affascinare il pubblico durante le esibizioni dal vivo con la forza delle loro voci. Dopo Dante Pergreffi, invece, è comune pensare a Daolio giorno dopo giorno.