Andrea fortunato malattia; Gli occhi di Andrea Fortunato rimasero chiusi per il resto della sua vita il 25 aprile 1995, a causa delle complicazioni di un grave tipo di leucemia: aveva appena 23 anni all’epoca. Sono passati 27 anni da quel giorno. Secondo il sito ufficiale della Juventus, Andrea Fortunato, ex terzino sinistro morto il 25 aprile 1995, a causa di una leucemia, sarà così ricordato: ” Gli anni di Ventisette sono passati. Andrea Fortunato ci ha lasciato il 25 aprile 1995 e sono passati trentasei anni da quel fatidico giorno. Era stato approvato dalla Juventus come erede di Cabrini ed era stato convocato in Nazionale: ma un malore incurabile lo ha costretto al ritiro dopo una lunga battaglia.
I capelli increspati, lo sguardo adorante del giovane, grande capacità di corsa e una tecnica senza rivali: Andrea Fortunato era il futuro sia della Juventus, che lo vedeva come sostituto di Antonio Cabrini, sia degli Azzurri, per i quali aveva ha appena fatto il suo debutto internazionale.
Ma il destino, per quanto terribile e brutale fosse, stava per consegnare loro il più terrificante di tutti gli agguati. Infatti, appena giunto in cima alla montagna, gli si manifesta una malattia incurabile, che, nonostante gli sforzi dei medici e il coraggio dimostrato dal giovane, ne comporterebbe la morte all’età di 23 anni dopo un anno arduo di battaglia.
DAI GIOVANILI ALL’ESLOSIONE NEL COMO
La storia di Andrea Fortunato inizia il 26 agosto 1971, nella città di Salerno. Andrea ha un entusiasmo per lo sport fin da piccolo, seguendo le orme del fratello maggiore Candido, e inizia ad allenarsi con il nuoto e il pallanuoto. Inizialmente, vede l’hockey su ghiaccio come un’attività ricreativa che può divertirsi. Mentre gioca per una squadra locale, Alberto Massa, tecnico e talent scout, si accorge di lui e lo porta al Giovane Salerno, club dilettantistico locale.
Andrea, che non ha ancora compiuto tredici anni, inizia un tour attraverso l’Italia in cui giocherà Provini per squadre come Torino, Cesena, Empoli, Napoli e Como. I Lariani, tramite il Direttore Sportivo Sandro Vitali e l’Allenatore della Primavera, Angelo Massola, sono ancora preoccupati per le qualità del giovane e hanno deciso di indottrinare lui, credendo che Fortunato abbia le potenzialità per diventare un grande centeravanti.
In lui manca tutto: la sua semplicità, la sua genuinità, e l’indescrivibile forza di volontà che non lo ha mai deluso, anche di fronte a una terribile malattia che è stata allo stesso tempo brutalmente e ingiustamente diagnosticata, e che gli ha tolto la vita all’età di giusto 23.
Perché quel giorno la strada verso la nostra destinazione ci ha portato prima di tutto tra le braccia di un vecchio amico, un ragazzo d’oro che si vede perdere di vista il suo obiettivo più importante: continuare a giocare e vincere con la maglia della Juventus sulle spalle.
Andrea, ti stai perdendo così tanto. E così sarà per il prossimo futuro. Il 29 ottobre 1989 debutta in serie A Como Fortunato (Como Cosenza 1-0). In questa stagione turbo, caratterizzata da frequenti cambi di formazione e culminata con la retrocessione in C-league, si contano 16 presenze. È Eugenio Bersellini, incaricato di sovrintendere alla resurrezione del comasca, a mettere in coma il diciannovenne (che ha 27 presenze in C1), che ha già trovato un acquirente.
Oggi però vorremmo ricordarti con un sorriso, con quel sorriso che ti ha sempre accompagnato e che tutti noi ricorderemo con grande affetto negli anni a venire”…..
È necessario raccontare la storia di Andrea Fortunato a chi non ha mai avuto il piacere di vederlo calcare su un campo di calcio. Soprattutto per i giocatori più giovani, che sono stati derubati dell’opportunità di partecipare a una grandiosa promessa del calcio italiano. Il degno erede di Antonio Cabrini è un terzino sinistro “della nuova era”, come si suol dire. Chi sapeva come sfuggire alla cattura lanciando anche un attacco.
E fu il grande Giovanni Trapattoni a capirlo, prelevandolo
Dal Genoa nell’estate del 1993 e riportandolo fino in fondo alla Juventus. E “Trap” lo fa trasformandolo in un titolare immobile, con 27 presenze oltre a una rete. Fu alla Roma, contro la Lazio, che fece la sua unica presenza in bianconero. Il risultato fu una sconfitta per 3-1 per la “bandiera”.
Dopo di che c’è un declino, una stanchezza vicino al limite delle perenne. A parte alcuni giornali e tifosi che lo accusavano falsamente di avere “una bella vita” e “un cattivo lavoro”, non fu identificato pubblicamente fino ai giorni dopo la sua morte e il giorno della sepoltura, quando era troppo tardi.
Perché era impossibile che un bambino così giovane soffrisse di qualcosa, tanto solo di una malattia. E la malattia era conosciuta con il nome e cognome di leucemia linfoide acuta.
Andrea inizia le cure processo. Anche il trapianto di cellule “lavate”, ritenuto una cura per la malattia, è stato testato dai medici dell’ospedale “Silvestrini” di Perugia. Accadrà che verrà raggiunto un qualche tipo di risultato. Continuare a impegnarsi durante tutto il percorso riabilitativo. In seguito, secondo quanto riferito, un polmonite che lo aveva colpito a causa del suo debole sistema immunitario si sarebbe tolto la vita quando aveva appena 23 anni.
Nonostante non abbia mai giocato in campo, è stato incoronato Campione Nazionale d’Italia e vincitore della Coppa Italia nel 1994-95 come componente della rosa bianconera.
Oggi, 25 aprile 2022, la Juventus Football Club ha deciso di commemorare l’occasione sui social e sul sito ufficiale del club con la seguente lettera:
“Gli anni di Ventisette sono passati. Andrea Fortunato ci ha lasciato il 25 aprile 1995, e sono passati trentasei anni da quel fatidico giorno.
In lui manca tutto: la sua semplicità, la sua genuinità, e l’indescrivibile forza di volontà che non lo ha mai deluso, anche di fronte a una terribile malattia che è stata allo stesso tempo brutalmente e ingiustamente diagnosticata, e che gli ha tolto la vita all’età di giusto 23.
Perché quel giorno la strada verso la nostra destinazione ci ha portato prima di tutto tra le braccia di un vecchio amico, un ragazzo d’oro che si vede perdere di vista il suo obiettivo più importante: continuare a giocare e vincere con la maglia della Juventus sulle spalle.
Andrea, ti stai perdendo così tanto. E così sarà per il prossimo futuro.
Oggi però vorremmo ricordarti con un sorriso, con quel sorriso che ti ha sempre accompagnato e che tutti noi ricorderemo con grande affetto negli anni a venire”…..