Aldo nove malattia

Aldo nove malattia; Aldo Nove, meglio conosciuto in questo mondo come Antonello Satta Centanin, fu uno scrittore che visse con i suoi fantasmi per un periodo di vent’anni. Quando era bambino, entrambi i suoi genitori sono morti, lasciandolo orfano. Quando raggiunse la prima adolescenza, sviluppò una dipendenza da alcol e droghe psicotrope e prese la decisione di iniziare volontariamente la sua discesa negli Abissi: “Avevo diciassette anni e il mio unico desiderio era morire il prima possibile». Amante della poesia – Aldo Nove è anche un apprezzato poeta oltre che tra i redattori storici del mensile “Poesia” – quando arrivò a Milano, scelse la cocaina come vettore di morte, proprio come George Trakl, il grande poeta tedesco che scelse di commettere suicidio proprio per overdose di cocaina Aldo Nove è anche un apprezzato poeta.

Aldo nove malattia
Aldo nove malattia

La pubblicazione de La Vita Oscena di Einaudi (con 111 pagine e un prezzo di 15,50 euro) rappresenta per Aldo Nove un traguardo importante perché dimostra di saper padroneggiare uno stile di scrittura fatto di momenti sezionati attraverso una prosa che innervosisce e trascina il lettore in un lungo viaggio verso l’indagine di un limite umano sempre un gradino più in basso. I temi fondanti sono l’oscenità e la pornografia, da sempre prevalenti ma che oggi sono cambiate in modo (im)mediato; il senso di colpa e la ricerca della morte assistita da una “coscienza anestetizzata”, che diventa metafora attualissima di un più cannibalizzato che cannibale; e la ricerca della morte con l’aiuto di una “coscienza anestetizzata”.

Finirlo in poco meno di due mesi. Perché adesso adesso?

“L’ho fatto non appena ho avuto la sensazione di aver raggiunto gli strumenti linguistici necessari per potermi muovere con cose piuttosto focose”, dice l’autore. Dopo aver avuto l’epifania di poter riordinare i contenuti di cui volevo parlare mantenendo la necessaria serenità, mi sono messo al lavoro.

È stata portata in ospedale con gravi ustioni dopo aver accidentalmente causato l’esplosione avvenuta nella sua casa. Prende la decisione di travestirsi, come dice l’espressione: “Non ero più me”, che scrive più volte sulla sua pagina.

«Quando c’è un cambiamento significativo di disposizione, il dolore ha l’effetto di isolarci e di allontanare noi stessi da noi stessi. A volte ciò si traduce in conseguenze molto gravi, come l’istanza di attentatori o kamikaze, che possono reagire a un’angoscia estrema, che può essere compresa anche in un contesto sociale. Un’esperienza dolorosa può plasmarci. Il dolore altera anche il modo in cui ci rappresentiamo agli altri, e questo a volte può anche essere pericoloso.

Il tuo libro è incentrato sull’idea dell’oscenità come principio centrale. Le pubblicazioni hard che si vendevano in edicola hanno lasciato il posto alla pornografia facilmente reperibile e accessibile con un semplice clic del mouse. Che cos’è l’oscenità nella nostra cultura moderna? Quali sono alcuni degli argomenti proibiti di cui le giovani generazioni non discuteranno?

Di tanto in tanto le persone dichiarano: “Non sono un moralista” o “Non voglio essere un moralista”, e spesso le sentiamo dire questo. Queste righe sembrano indicare che, in un’epoca in cui tutti i valori sono stati capovolti, oggi la stessa moralità è diventata un tabù, consentendo all’osceno di essere rappresentato dalla semplice normalità. Ciò si è verificato durante l’epoca in cui tutti i valori sono stati capovolti.

Sei cresciuto in un ambiente in cui il termine “cancro” non è mai stato usato. Anche nei tempi moderni, la malattia può essere curata con l’uso del linguaggio. C’è qualche merito?

“No, è molto doloroso. È un errore profondamente umano, e forse un tipo di delicatezza; eppure è inutile e, al contrario, ci allontana dalla realtà.

Che tipo di connessione ha con la pratica religiosa? Il senso di colpa sta dominando in te?

“È una presentazione davvero difficile. È accettabile sentirsi in colpa fintanto che questo sentimento è interpretato come la diretta consapevolezza che ogni azione ha una sorta di conseguenza. Tuttavia, secondo me, la colpa del cattolicesimo risiede nella sua sessuofobia, nella collegare inspiegabilmente la colpa alla sessualità, che alla fine si traduce in una distorsione dell’intero scopo per cui siamo qui sulla terra.Il fatto che gli stessi preti si inculano bambini è la cosa più sciocca che possa mai accadere.

Affermi che “il dolore è l’unico maestro” e che “la più alta sofferenza equivale al massimo piacere”. Cosa intendi con queste affermazioni? Dovremmo averne paura o no, dovrebbe far male?

“Non c’è modo per evitare di avere paura della sofferenza, nessuno è capace di farlo.” Credo che ci sia prima di tutto un piacere che deriva dalla sottrazione del dolore, come per un mal di denti che passa o per una sovreccitazione sessuale che alla fine si sfoga, ma non credo che ci sia un piacere completamente gratuito dalla sofferenza.

Lei “dovrebbe prova tutto e niente.” Ma cosa succede dopo averlo completato?

È possibile che ti annoi. Quando leggiamo le biografie dei grandi santi, come quella di San Francesco, vediamo che era disposto a provare qualsiasi cosa prima di decidere alla fine di apportare cambiamenti significativi alla sua vita. Se solo Berlusconi avesse fatto la stessa cosa. Oh, che il Signore gli impedisse di diventare un sant’uomo…

Sua madre ha espresso la speranza che un giorno, in un futuro non troppo lontano, il mondo diventerà un posto più piacevole in cui vivere. Ho l’impressione che siamo abbastanza lontani.

“Non solo siamo molto lontani, ma siamo anche a una distanza infinita. La questione è attualmente in uno stato molto più grave rispetto al passato. Voglio fare un esempio e limitare il discorso alla politica italiana: se avessi pensato che Gianfranco Fini è la chiave per migliorare la situazione politica in Italia ormai vent’anni fa, sarei impazzito del tutto, ma questo evento si svolge oggi «

C’è una stretta connessione tra la convinzione che tutti non facciano altro che andare avanti giorno dopo giorno e la mercificazione predominante che esiste nella nostra società?

“Voglio sottolineare il fatto che questo shock si verifica in un momento molto significativo per il protagonista dell’opera. Oggi sono giunto alla conclusione che si tratta di un modello significativo di comportamento scorretto, ma fortunatamente non si applica a tutti dell’umanità.

Ci si aspettava che il viaggio nell’abisso l’avrebbe portata nell’Aldilà che cercava. Invece, cosa hai finito per fare?

Gli antichi credevano che un abisso conducesse all’altro, quindi pronunciarono la frase “Abissum abisus invocat”. Ad un certo punto, o il limite naturale della morte prende il sopravvento o emerge una coscienza naturale, che potrebbe essere definita la volontà di sopravvivere.

Per tornare al tema della moralità, mi chiedevo se ci sia voluto molto coraggio per portare sulla pagina ciò che è successo.

“Fortunatamente l’autore è dotato di un filtro letterario; questa è un’esperienza ben diversa rispetto a quella di recarsi a “La Vita in Direct” per raccontare le proprie disgrazie. L’obiettivo dello scrittore non dovrebbe essere solo quello di suscitare polemiche, ma piuttosto di produrre letteratura; così facendo gli permette di passare a domini più difficili.

Tornando al tema della cronaca italiana, in mezzo a scandali, scorte e corruzione, crede che il popolo italiano si stia avvicinando al limite della sua tolleranza?

Aldo nove malattia
Aldo nove malattia


“La domanda a cui bisogna rispondere è esattamente dove si trovi questo limite. C’è senza dubbio un senso di disagio molto intenso, ed è importante ricordare che l’origine di ogni rivoluzione risiede nello stomaco piuttosto che nella mente. In Italia, si va avanti, ma il malessere interno, unito alle sfide scaturite dalla crisi economica, avrà sicuramente delle conseguenze e, francamente, non credo che passerà molto tempo».