mauro pagani libro

mauro pagani libro Il suo rapporto con Fabrizio De Andr, il suo più grande sodalizio artistico, avrà inevitabilmente un posto di rilievo nella sua autobiografia. Pagani, infatti, ha mantenuto una stretta amicizia con il lartista genovese e ha lavorato con lui a progetti artistici per più di mezzo secolo.



Creuza de m, disco cult cantato interamente in dialetto genovese, e Le nuvole, il cui titolo allude all’omonima commedia di Aristofane da cui è tratto in prestito il tema principale dei malvagi cospiratori, devono essere uniti.
Ora, tutte le esperienze formative di Pagani sono raccolte in un unico luogo: dall’infanzia e adolescenza a Chiari alla sua crescente passione per il rock e il blues e gli artisti con cui ha collaborato fino alla fondazione di Officine Meccaniche nel 1998, studio di registrazione, etichetta discografica e laboratorio di ricerca tecnica e artistica.
Avevo iniziato a frequentare lo studio dove Fabrizio De Andr stava registrando in quel periodo (l’album che poi abbiamo conosciuto come Lindiano) e dove dormivamo tutti in una delle stanze messe a disposizione degli artisti. A una certa ora del pomeriggio – la sua prima mattina – si sedette brontolando e sciabattando davanti a una ciotola di cereali e una pila di giornali, leggendoli distrattamente. Con l’intenzione di leggerli attentamente, pezzo per pezzo, dopo l’ora di andare a dormire, fino a tarda notte. Forse anche lui si sentiva giù in quei giorni. Non gli piacevano gli studi di registrazione perché si sentiva come se fosse osservato, ascoltato e giudicato da una distanza troppo ravvicinata. Dalla fine di agosto fino a poco prima di Natale del 1979, fu incatenato ad un albero con la sua compagna Dori Ghezzi e gli fu permesso di vedere solo l’incappucciata che portava loro cibo, acqua e una bottiglia di Brandy Di Cavallino Rosso una volta al giorno. Fabrizio ha detto che i suoi rapitori erano persone normali: tranquille e riservate, persino rispettose, che non tolleravano mai alcun affronto contro se stessi o Dori. Figli di pastori, cresciuti fin dall’infanzia per seguire le regole di un’organizzazione feudale che risale a secoli fa, e sfruttati per quattro libri da sorveglianti spietati. Ligi e obbedienti, erano esecutori materiali, complici del crimine con cui Fabrizio aveva instaurato un rapporto quasi di complicità, come se tutti, sotto quella quercia, fossero vittime dello stesso, ingiusto sistema. Ho parlato di tutto, dai dubbi esistenziali al sardonico abbagliante Gigi Riva Rombo di tuono con loro. Il maniaco amante della musica Fabrizio, per favore non prenderla nel modo sbagliato; riconosciamo e apprezziamo il tuo talento come poeta, ma siamo fan di Guccini. Insomma, fu un popolo aperto e, a suo modo, implacabile che Fabrizio e Dori, una volta liberati, decisero di non unirsi come cittadini civili, al contrario dei mandanti.
Qui, consiglio di leggere Nine Lives and Ten Blues di Mauro Pagani, artista e musicista poliedrico che è stato una presenza centrale nella vita culturale italiana e non solo fin dai suoi primi giorni alla Premiata Forneria Marconi. Soprattutto, spero questo per il privilegio di conoscere un’anima errante e libera che parlerà alla tua anima, facendola bene, ma anche perché godrai di una storia accattivante che attraversa decenni di storia della musica più bella del nostro paese con decine e decine di artisti e infiniti aneddoti.
In riferimento alla quinta morale, chiederò: anteporre il bene comune a tutto il resto.
Mauro inizia la sua autobiografia dopo un evento straordinario, che definisce un “dono del destino”, che lo costringe a guardare indietro alla sua vita e vederla sotto una nuova luce.
Sappiamo tutti che il punto di vista di una storia può elevarla al di sopra e al di là dello status di una semplice narrazione. Poiché questo non è un resoconto di un libro con raccomandazioni di acquisto, ma piuttosto un augurio per il lettore, vorrei concentrarmi sulla visione della vita di Mauro dalla sua nascita nella città italiana di Chiari nel febbraio 1946. Una volta adulto, chiede a sua madre se era un figlio della Liberazione. Dice che il putiferio del 25 si è verificato il 26 o il 27. Certo, quelli erano i tempi, e la fine della guerra ha segnato l’inizio dell’infanzia di una nuova generazione, e forse mi sbaglio, ma ho la sensazione che Mauro abbia già iniziato a interiorizzare il concetto di libertà e resistenza all’oppressione in qualsiasi forma assuma e ogni volta che si manifesta.

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In un senso più ampio, funge da “enorme camera gestazionale” di Mauro dove si sviluppa da un bambino a un giovane uomo e infine a un artista adulto. È un piccolo universo al centro di una terra vasta e ossessivamente pianeggiante, che la Pianura Padana intrisa di saggezza contadina e industria lombarda; L’ambiente familiare e sociale non è precisamente unidimensionale, include in sé molti e sottili (e apparenti) paradossi. Studiate mentre lavorate o usate la vostra immaginazione per guadagnarvi da vivere. Padre Ugo, un eroe di guerra le cui imprese come pilota di idrovolanti sono state tramandate di generazione in generazione, ora gestisce l’azienda di famiglia, un’officina meccanica, e suona il primo flauto nella banda locale. Sua madre gli compra libri a rate, e Mauro li usa come fonte primaria di divertimento nei molti giorni in cui prova noia, una sensazione estranea ai giovani di oggi. Un altro degli amori della mamma è la musica, quindi la radio è accesa senza sosta in casa. Sorge anche la questione di come fornire a questo giovane solitario qualche ora di tempo libero. I suoi genitori prendono la decisione per lui di perseguire qualche strumento, e il violino è quello su cui si accontentano anche se lo stanno preparando per una carriera come ingegnere mandandolo in un collegio salesiano a Treviglio per il liceo. Nonostante il fallimento dell’intenzione originale, la musica è stata in grado di mettere radici e prosperare. In primo luogo, dovrebbero fare come dice Mauro e