malattia per covid

malattia per covid Anche se al momento siamo interessati solo al primo punto, va notato che a partire dal 1 ° gennaio 2022, l’Inps non ti risarcirà più per nessuna delle tre condizioni elencate. Questo è richiesto dalla legge.
Se un dipendente risulta positivo alla malattia, il datore di lavoro deve specificare di essere malato di Covid e che il dipendente non è in isolamento, in quanto quest’ultimo non garantisce il pagamento del tempo di assenza dal lavoro del dipendente dall’Inps e, per estensione, dal datore di lavoro.
Non è ancora chiaro come saranno compensati i lavoratori che sono isolati nei loro ruoli di post-titolari di Covid ma non assunti automaticamente. Pertanto, i medici di famiglia ragionevoli dovrebbero indicare sul certificato di isolamento che i loro pazienti sono Covid + o NON malattia Covid quando trattano persone che non sono positive per tutti gli effetti ammalti come portatori asintomatici.
Abbiamo ricevuto dall’INPS (Ufficio Provinciale Sanitario di Reggio Emilia) le seguenti informazioni in merito al rilascio dei certificati sanitari INPS relativi al Coronavirus:
I medici di medicina generale e gli altri medici certificatori di malattia sono pregati di indicare sui certificati di malattia dei soggetti se la diagnosi è QUARANTENA, ISOLAMENTO FIDUCIARIO, FEBBRE CON SOSPETTO CORONA VIRUS, o il codice V29.0 corrispondente alla quarantena obbligatoria o volontaria, isolamento o altre misure preventive per limitare la diffusione del nuovo coronavirus, come previsto dalle normative istituzionali.
Pertanto, i medici dell’INPS rilasceranno un ESONERO dalle visite fiscali per questa diagnosi in conformità alle direttive della Direzione Generale su base settoriale.
A partire dal 1° gennaio 2022, la quarantena non sarà più considerata un giorno di malattia ai fini della busta paga, come confermato dal messaggio INPS n. 679 dell’11 febbraio. Ciò è in linea con l’eliminazione dell’indennità per i lavoratori del settore privato a causa del fatto che l’assenza di lavoratori fragili non è più considerata ospedalizzazione.
Il decreto legge n. 146/2021 ha rifinanziato l’equipollenza della quarantena con malattia con sorveglianza attiva o permanenza domiciliare fino al 31 dicembre, e ora l’Inps sta mettendo nero su bianco la mancanza di disposizioni specifiche per gli eventi accaduti nel 2022.
Lo stesso vale per i lavoratori fragili, la cui impossibilità di svolgere il proprio lavoro in smart working è stata equiparata al ricovero in ospedale solo fino al 31 dicembre 2021.
I giorni di malattia e le degenze ospedaliere che si verificano tra il 2021 e il 2022 saranno compensati solo nel 2021 e solo nella misura in cui i fondi lo consentono.
L’INPS non lo coprirà più con la propria assicurazione malattia.
A partire dal 1 ° gennaio 2022, ci sarà un periodo di quarantena che richiederà una sorveglianza attiva o un soggiorno fiduciario a casa.
Lo Stato non garantisce più la copertura finanziaria per i dipendenti del settore privato che sono assenti dal lavoro a causa della quarantena di contatto o soggetti alla misura della permanenza domiciliare fiduciaria e in seguito a viaggi in aree a rischio epidemiologico.
Nelle notizie correlate, l’INPS ha sottolineato che non erano previste proroghe per il 2022 nel messaggio n. 679, che è stato rilasciato l’11 febbraio 2022.



Non ci sono sufficienti tutele per i lavoratori privati in isolamento, figuriamoci per i malati e i disabili che non sono in grado di partecipare allo smart working.

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L’assenza dal lavoro per questi è stata trattata come congedo per malattia fino al 31 dicembre 2021. Tuttavia, ai sensi dell’articolo 26, comma 2-bis del decreto Cura Italia, è garantita la facoltà di svolgere lavori in smart working fino al 28 febbraio 2022.
Una tutela parziale, che non copre i tanti lavoratori che soffrono di patologie ma non svolgono compiti che possono essere svolti utilizzando l’approccio agile.
“Quando si tratta della malattia Covid, l’assenza di sintomi non la rende meno di una malattia. Al contrario, i dipendenti del settore privato che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 ma non presentano sintomi evidenti non hanno diritto all’indennità di malattia ai sensi dell’INPS, come si apprende da alcune segnalazioni ricevute da lavoratori affetti da Covid-19”. Francesca Re David, segretaria confederale della CGIL; Angelo Colombini, segretario confederale della CISL; e Ivana Veronese, segretaria confederale della UIL, hanno tutte fatto queste affermazioni.