figlio ernia

figlio ernia Che meravigliosa occasione per ascoltare i giovani, per sedersi con loro e accogliere le loro preoccupazioni, domande e preoccupazioni. Prova a metterti nei loro panni e a dare alle loro parole il rispetto che meritano. Non dovrebbero essere immediatamente cancellati come persone che pensano solo che questa sia una fase difficile da attraversare e niente di più. Dovresti anche tornare. La differenza tra le due parole è solo una vocale, ma ha il peso di tutto il nostro dovere di educatori.



Mio figlio (e poi altri giovani che sono consapevoli della mia sensibilità su questo tema) mi ha recentemente introdotto a una canzone che non è di mio gusto musicale: il rap. La canzone in questione si intitola “Buonanotte” e si trova nell’album omonimo. Descrive in dettaglio il dolore del cantante per l’aborto della sua ragazza, che portava in grembo il loro bambino. Ce l’ho in sottofondo mentre lavoro, e la prima cosa che mi viene in mente è come la musica e i testi, soprattutto, rivelino una malinconia struggente, una profonda sofferenza.
Ho riflettuto su quanto i giovani siano più bravi di noi a trovare le parole e le frasi giuste per esprimersi. Noi adulti dichiariamo, annunciamo e proclamiamo la bellezza e la dignità del concepito facendo appello alla scienza, alla morale e alla ragione. Ernia ha semplicemente condiviso com’è stato per lei, come uomo e padre, affrontare la tragedia dell’aborto. “un grande mal di testa”, “se dovessi prendere di nuovo questa decisione, non lo rifarei perché non voglio vedere [la madre del bambino] soffrire”, “parlami nei sogni” e “ora dì la buonanotte nei pensieri di papà” sono tutte frasi di una lettera scritta a un bambino non ancora nato.
Certamente Ernia difende la scelta; si scaglia contro coloro che giudicano, “che fanno morale”; Tuttavia, non si rende conto che sta usando proprio quelle espressioni (padre, madre, vita dopo la morte) che minano le fondamenta su cui fonda la cultura dell’aborto e paradossalmente dimostra che spesso l’aborto è solo una questione ideologica. In altre parole, sia la donna che l’uomo subiscono una ferita emotiva a causa del dramma della decisione di interrompere definitivamente la vita di un bambino. Pertanto, non è una raccolta di cellule, una passeggiata o un problema che riguarda solo le donne.
Ti prego di accettare la mia gratitudine, Matteo, per aver condiviso la tua angoscia con il mondo. Potresti aver inconsapevolmente visto l’inizio di una vita all’interno del grembo materno. Hai dato voce a quel ragazzo o a quell’uomo. Speri di trovare nella musica un modo per comunicare con la parte di te stesso che ogni padre vede in suo figlio. È la natura insondabile della vita stessa, qualcosa verso cui dovremmo sempre lavorare ma non perdere mai di vista.
L’esperienza dell’aborto di un padre. Angoscia di tipo profondo, come racconta la rapper Ernia nella toccante “Buonanotte”, una ninna nanna che si ascolta meglio ad occhi chiusi. Matteo Professione, meglio conosciuto come il suo nome d’arte Ernia, è un 28enne nativo di Milano e uno dei rapper italiani più popolari in questo momento. Le sue storie, i suoi testi e la profondità dei sentimenti che trasmette attraverso la sua musica gli hanno fatto guadagnare ampi consensi.
Dopo aver sfondato un pubblico più ampio con il suo singolo di successo “Superclassico”, che da allora ha seguito con l’album acclamato dalla critica “Io non sono spaventato”, con i preferiti dei fan come “Bad intentions” (con Salmo), “Bella fregatura”, “Something missing”, “Acqua tonica”, “Weekend” e “Il weekend”, tra gli altri, il 18 novembre.
La più personale e sentita delle canzoni dell’album. La storia inizia con l’evento traumatico di un aborto e la conseguente angoscia mentale che provoca.

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Ernia scrive una lettera al figlio non ancora nato in cui spiega la sua decisione di abortire e fornisce un contesto medico e burocratico per la procedura, che è particolarmente importante in un paese come l’Italia dove la questione non viene trattata con il necessario equilibrio.