dove sta zazà significato



dove sta zazà significato La vera ispirazione dietro “Where Is Zaz?” A un certo punto doveva uscire da Napoli. Anche se erano passati sei anni da quando aveva scritto quei versi, decine di persone lo fermavano ancora per strada ogni giorno per chiedergli dove fosse veramente Zaz e chi fosse questo Zaz, se davvero una donna o se no, piuttosto, un cagnolino o un canarino. Dov’è Zaz?, con testi di Raffaele Cutolo e musiche di Giuseppe Cioffi, divenne l’inno del dopoguerra e il primo vero punto di incontro tra vincitori e vinti; È stato tradotto in più di dieci lingue.
Raffaele Cutolo ha ricordato: “Ho riparato a Roma nel 1950”. Mentre la persecuzione di Zaz nei miei confronti era progredita, speravo di allontanarmi da lui. All’inizio niente ha funzionato perché i giornalisti romani hanno saputo del mio arrivo e si sono precipitati a incontrarmi per un’intervista. Erano anche ansiosi di sapere da me cosa ne era stato di Zaz. La gente a Roma, almeno, non stava intorno alla porta e mi fissava, né mi indicava o mi chiamava. Se fossi rimasto a Napoli, penso che sarei impazzito. E ora, grazie al ciclone, devo sopportare di essere scambiato per il camorristo del mio omonimo.
Cutolo, che alla fine ho trovato, era un uomo alto e snello con i capelli quasi interamente bianchi e i baffi ridotti all’essenziale. Mantenne una rigida incognito, che non era necessaria nel mondo moderno, ma era essenziale per lui. Nel cuore di Roma, vicino alla chiesa di Scrofa, occupava un minuscolo appartamento dal quale non si vedeva altro che tetti: tegole rosse, camini grigi e qualche gatto appollaiato sulla grondaia. Mi ha ammesso che raramente si avventurava fuori di casa, preferendo invece passare il suo tempo a studiare le stampe di Pulcinella che adornavano le sue pareti e, forse, allestire un cavalletto con colori e pennelli per raffigurare una Napoli che non esisteva più. Sua moglie, Vittoria Parrelli, e lui poterono vivere comodamente grazie alla sua pensione dalla società degli autori e ai diritti che ancora gli spettavano. Ho quasi dimenticato di dire che suo figlio Umberto è un famoso giornalista:
Quando rivedremo Zaza? simboleggia un momento spartiacque nell’evoluzione dell’abito. In effetti, è stata la prima canzone a riunire i popoli d’Europa dopo la fine della guerra. Invece di rallentare negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, l’ondata di musica ha infranto ogni barriera. Si potrebbe anche sostenere che, proprio come gli alleati e i nemici del tempo di guerra che trovarono un terreno comune nella musica sentita del tedesco Lil Marlen, i vittoriosi e gli sconfitti del dopoguerra si fusero nel ritmo babelico della stessa colomba napoletana sta Zaz.
Gli inglesi e gli americani hanno avviato l’iniziativa. Nel 1944, Napoli funzionò come punto di collegamento tra diversi fronti. Dov’è Zaz? fu diffuso in tutto il mondo dai soldati stranieri che erano di stanza in Europa dopo essere arrivati a Napoli e insegnavano il gioco agli altri.
Questi commenti di Cutolo mi ricordano quelli simili fatti dal compositore della musica, Giuseppe Cioffi: ho viaggiato attraverso l’Europa con Zaz. Esagerazione? Enfasi? Forse, ma devo sapere dov’è Zaz. oltre i confini di un solo continente, se qui in Italia divenne l’inno ufficiale della squadra bolognese, in Argentina i carnefi, per decisione personale di Evita Peron, lo elevarono al rango della loro marcia d’ordinanza.
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Isaia, il nostro narratore, descrive le strane circostanze che circondano la scomparsa di una donna di nome Zaz durante le celebrazioni che circondano la festa di San Gennaro. Alla fine, ha perso la speranza e se n’è andata, ponendo fine alla ricerca. Torna l’anno successivo determinato a rintracciarla. Non so chi sia stato in Zaz che alla fine mi ha trovato, ma ca mm purtasse me. Se non riesco a trovare quella bella, mi accontenterò di sua sorella. Una canzone cantata dalla protagonista della storia, in cui annuncia che se non riesce a trovare Zaz, dovrà solo accontentarsi di sposare sua sorella.