Valanga Marmolada Oggi; Sale a sei il bilancio delle vittime della valanga caduta sulla Marmolada, e otto le persone rimaste ferite sono state trasportate in elicottero negli ospedali del Trentino e del Veneto. Sono una ventina le persone che sono state evacuate a valle del rifugio, e una ventina altre che sono risultate illese e portate al rifugio. Questo bilancio è provvisorio e ha molto peso. Gli psicologi dei popoli sono stati coinvolti non solo per assistere gli escursionisti coinvolti nel terribile distacco di ghiaccio, neve e fango nel primo pomeriggio di oggi, ma anche per sostenere i parenti delle vittime. Questi escursionisti sono stati coinvolti nell’incidente accaduto oggi.
Uno scandalo di dimensioni non facilmente distinguibili
L’una dall’altra. A seguito del crollo di un seracco di ghiaccio tra Punta Rocca e Punta Penia sulla Marmolada, sul monte mancano ancora almeno 16 escursionisti. Lo hanno appreso fonti interne ai soccorritori, che stanno ancora lavorando per definire con assoluta certezza il numero esatto. Per portare avanti la ricerca con i droni, una squadra composta dai vigili del fuoco permanenti di Trento è stata trasportata sul ghiacciaio.
Secondo i controlli effettuati sulle strade del Passo Fedaia e nei parcheggi intorno al Lago Fedaia, da cui partono gli assalti ai sentieri che portano alla Marmoalda, sono sedici le auto di cui non sono stati ancora ritrovati i proprietari . “Non sappiamo in questo momento se le auto appartengano alle sei persone che sono morte, alle persone che sono ancora disperse o a persone che non sono interessate all’evento.
Sulla base delle segnalazioni e delle indicazioni che arriveranno domani, avremo queste informazioni domani”. A fornirlo è Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento. Sul Bellunese sono in corso le verifiche. anche dal lato della montagna perché è possibile che altre persone siano salite sul monte dal versante di Malga Ciapela. “Una situazione che lascia ancora poche speranze – ha detto Raffaele De Col, capo della Protezione civile trentina -. Una situazione che lascia ancora poche speranze”.
Il Soccorso Alpino Nazionale ha stabilito un numero che amici e parenti possono chiamare per segnalare che qualcuno che conoscono non è tornato. Il numero di contatto è 0461-495272 e l’annuncio è stato reso disponibile sia in inglese che in italiano.
La procura di Trento ha aperto un’indagine sul crollo del seracco avvenuto in cima alla Marmolada, che ha provocato la morte di almeno sei alpinisti e il ferimento di altri nove, di cui due in gravi condizioni. Il crimine che si sospetta in questo momento è un disastro colposo commesso contro ignoti. Antonella Nazzaro, un altro pm, affiancherà Sandro Raimondi alla gestione delle indagini.
Tuttavia, il bilancio delle vittime potrebbe aumentare ulteriormente: le informazioni raccolte finora suggeriscono che la valanga sia stata in grado di sopraffare due gruppi di sei alpinisti. La valanga avvenuta sulla Marmolada viene definita dagli inquirenti “un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che sarà difficile per noi identificare esattamente l’identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati” dal flusso di ghiaccio e pietre .” Oltre ad essere vittime, le guide sarebbero anche vittime.
Sul posto gli elicotteri di Suem di Pieve di Cadore, Dolomiti Emergency di Cortina, Trento, Protezione Civile della Regione Veneto, Centro Servizi Aereo, Soccorso Alpino Bellunese e Trentino, Centro Servizi Aereo della Regione Veneto.
Aggiornamento ore 18.30
Sono sei le persone identificate come vittime della valanga avvenuta come diretta conseguenza del distacco del seracco dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada nei pressi di Punta Rocca, secondo un conteggio ancora considerato provvisorio dai soccorritori . Una valanga di neve, ghiaccio e roccia che, nel suo passaggio di circa due chilometri lungo il versante trentino della montagna, ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre c’erano le corde. Intorno alle 13.45 è arrivato l’allarme al Nue 112, che è un numero unico per tutte le emergenze.
Immediati i soccorsi della Protezione civile trentina
Nell’operazione sono stati impiegati sei elicotteri, oltre al personale delle squadre di Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino e del Veneto, insieme ai reparti cinofili, Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri e Guarda di Finanza provenienti anche dalle province limitrofe di Bolzano, Belluno e Venezia.
La caserma dei vigili del fuoco di Canazei, che è anche sede del Soccorso alpino, è il luogo in cui vengono coordinate le operazioni. Presenti anche Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento, e Diumitri Demarchi, vicesindaco di Canazei.
I feriti sono stati presiagli ospedali di Trento, Belluno e Bolzano; il numero dei feriti sarà reso pubblico nelle prossime ore. Inoltre, i soccorritori hanno trovato quattro persone illese.
Dopo che il terreno è stato bonificato da soccorritori e unità cinofile, vista la situazione pericolosa dovuta alla possibilità di altre valanghe e per evitare il più possibile il pericolo per gli operatori, l’elicottero Trentino Emergenze equipaggiato di Artva a bordo e con annessa la campana di Recco – una tecnologia che viene utilizzata per la ricerca di persone scomparse che è attaccata all’elicottero e consente di raccogliere segnali da superfici riflettenti e dispositivi elettronici – per effettuare ulteriori bonifiche del terreno.
C’è la possibilità di nuovi distaccamenti e, di conseguenza, l’elicottero di Trento è dotato di uno strumento chiamato Daisy Bell per facilitare la bonifica dell’area. Gli altri mezzi sono ancora in volo e di giorno sono entrati in funzione anche quelli di Verona, Padova e Venezia. Tuttavia, attualmente è attivo tutto il sistema di protezione civile, comprese le squadre di soccorso alpino del Trentino e del Veneto, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. C’è anche l’uso di unità cinofile nella ricerca di persone scomparse (qui articolo).
Il distacco sarebbe avvenuto a quota 3.000 metri, e un grande seracco della calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada tra Pian dei Fiacconi e Punta Penia sarebbe crollato provocando una valanga che ha travolto il tipico percorso per raggiungere la vetta al confine tra Trentino e Veneto. C’erano almeno due parti in cordata che sono state colpite dalla massa di ghiaccio, neve e fango. Le vittime sono state sei e le salme dei defunti sono state portate allo stadio del ghiaccio di Canazei. I feriti, invece, sono stati trasportati negli ospedali locali, tre dei quali a Trento, due a Cavalese, due a Belluno e uno a Treviso. Tuttavia, il saldo è ancora considerato provvisorio.
Inoltre, a Canazei è stato istituito il punto medico avanzato e da lì si gestiscono le operazioni. Inoltre è stata attivata l’unità di crisi dell’ospedale Santa Chiara di Trento per la gestione degli accessi ai vari presidi sanitari. Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento, si è recato in Val di Fassa per seguire da vicino in tempo reale gli eventi che vi si svolgono.
La ricerca dei dispersi, che potrebbe comprendere fino a 12 persone, è ancora in corso; le operazioni, tuttavia, sono condotte con estrema cautela a causa dell’estrema instabilità della regione e della possibilità che ulteriori valanghe si possano innescare più a monte.