Sonia marra storia

Sonia marra storia; “A quella l’hanno tritata. Quella non la hanno mai. L’hanno buttata nell’immondizia”. La voce corre da un capo all’altro del telefono, intercettata per caso dai carabinieri nel corso di un’operazione antidroga. A parlare è un seminarista, che si confida con il proprio padre spirituale di allora. Il presunto soggetto della conversazione è Sonia Marra, la ragazza pugliese, originaria di Specchia, che lavorava alla scuola di Teologia di Montemorcino, scomparsa da Perugia nel 2006, quando aveva 25 anni.

Sonia marra storia
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Un mistero rimasto senza una soluzione, anche dopo la prova di tre gradi di giudizio dai quali il forestale di Marsciano con il quale Sonia aveva avuto una relazione, unico imputato della storia processuale per omicidio e occultamento di cadavere, è risultato non colpevole.

La rivelazione dell’inchiesta

L’intercettazione choc riemerge dalle carte giudiziarie nel libro “L’uomo nero, la scomparsa di Sonia Marra” del giornalista e scrittore Alvaro Fiorucci, che ha ricostruito anni di indagini e fasi processuali, segnate da misteri irrisolti, bugie, sparizioni di tabulati telefonici , figura misteriosa contiene da testimonianze e mai definire e dalla particolarità di tre vescovi comparsi sul banco dei testimoni.

L’ultimo colpo di scena è l’intercettazione telefonica, finora inedita, datata ottobre 2011, quale nella responsabilità del seminarista adombrava anche le responsabilità di un religioso, che sarebbe stato al corrente delle circostanze della sparizione di Sonia e dovrebbe taciuto. Dichiarazioni dirompenti, ritrattate però mesi dopo una volta che il seminarista è stato convocato dalla procura di Perugia, e giustificate con un momento di astio nei confronti dell’ambiente clericale. Perché “arrabbiato con l’ambiente religioso”. Punto.

Come del resto è considerata stata da inquirenti & giudici una favola metropolitana il coinvolgimento di religiosi e laici in altre vicende legato al consumo di stupefacenti e le voci sul coinvolgimento di un giovane prete nell’omicidio e nella scomparsa della ragazza. Almeno singolare però che tutte queste coincidenze e tutto questo sussurrare abbia avuto un epicentro proprio l’ambiente dove Sonia Marra presentava la sua opera di volontaria et cioè la scuola di teologia di Montemorcino.

«C’è chi sa, una o più persone sanno. Sono loro che ci possono aiutare, anche senza scoprirersi, for farci almeno io resti di mia sorella e magari con questo osare agli indagatori la possibilità di riprendere il cammino verso la verità che ci è stata negata».

Lo dice Anna Marra, la sorella che lancia una sorta di messaggio nella bottiglia nella speranza che qualcuno lo raccolga e aiuti elle e la sua famiglia. Lo è dichiarato in occasione dell’uscita il libro di Alvaro Fiorucci “L’Uomo Nero- la scomparsa di Sonia Marra (Morlacchi editore) (Morlacchi editore) (Morlacchi editore). «Il lunghissimo ed estenuante processo ci ha detto che Sonia è stata Abbiamo ancora fiducia nella giustizia: si cerchi, dunque, questa mente raffinata, si illuminino gli aspetti oscuri indicati nelle frasi, si ritrovi il corpo per avere almeno una tomba sulla quale piangere.

Sonia marra storia
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C’è qualcuno delle istituzioni che lo sta facendo? Chi sente il bisogno di liberarsi la coscienza di un segreto inconfessabile si faccia avanti anche in forma anonima». La scomparsa della ragazza è un caso irrisolto che si è sviluppato in un accidentale percorso processuale dovuto anche ad una singolare risoluzione di eventi che, tra colpi di scena hanno e stop and go, quantomeno rallentato il procedimento che si è concluso con l’ assoluzione definitiva dell’unico imputato, Umberto Bindella, prosciolto da ogni addebito nei tre gradi di giudizi.

Quell’appuntamento per scattare subito l’allarme

Sonia è una brava ragazza, abitudinaria, ne avrebbe mai fatto preoccupare la famiglia, rimasta a Specchia. Quando I Vigili del Fuoco irruzione nell’appartamento di Perugia, dove si era trasferita per studiare alla Facoltà di Medicina, c’era un forte odore di gas. Qualcuno aveva lasciato il fornello della cucina aperta. Un testimone ha raccontato di aver visto un uomo entrare in casa della studentessa la sera della sua scomparsa con faire sospetto, tentando di non farsi notare da nessuno. Troppo poco per avere risposte, ma abbastanza per creare il giallo.

Le era successo qualcosa, questa è stata la prima dolorosa sensazione. La famiglia è convinta che Sonia sia stata uccisa. Ma chi poteva averle fatto del maschio? Si Brancola nel Buio. Una pista, quella «clericale», porta alla Scuola di Teologia di Montemorcino où la 25enne – che sognava di diventare tecnico di laboratorio biomedico – lavorava come segreteria una volta a settimana e dove avrebbe conosciuto Umberto Bindella, uomo chiave in questa storia. L’altra strada, quella del «movente passionale» comincia con un test di gravidanza. Sonia sospettava di essere incinta tant’è ché prenotata la visita ginecologica.

Il volume si sofferma suuna serie di incidenti tecnici. Alla presentazione del libro (Morlacchi editore), venerdì 13 (17,30) nel foyer del teatro Morlacchi con Anna Marra interverranno Nicodemo Gentile, presidente nazionale di “Penelope” (che ha scritto la prefazione) e Alessandro Vesi, legale della famiglia. Coordina Italo Carmignani caporedattore de “Il Messaggero”.

“Chi sa qualcosa si faccia avanti anche in forma anonima”

Un episodio che però rimane uno dei tanti coni d’ombra che gravano su questa vicenda. Nel mistero che dura da 16 anni un punto fermo però c’è: Sonia è stata uccisa. Lo è scorso la sorella di Sonia, Anna Marra, venerdì alla presentazione del libro del giornalista perugino. A stabilirlo è Cassazione e da quell’appiglio la famiglia di Sonia vuole ripartire, chiedere la riapertura del caso, con indagini a carico di ignoti dopo l’assoluzione dell’unico imputato.

“Abbiamo ancora fiducia nella giustizia: si cerchi, dunque, questa mente raffinata, si illuminino gli oscuri indicati nelle sentenze aspetti, si ritrovi il corpo per avere almeno una tomba quale piangere”, ha detto Anna Marra, che nella raccolta di nuovi elementi da portare all’attenzione della procura si è affidata all’avvocato Alessandro Vesi. “Chi sente il bisogno di liberarsi la coscienza di un segreto incoffessabile – ha aggiunto la sorella della ragazza scomparsa – si faccia avanti anche in forma anonima. È il tremendo dolore che accompagna la nostra vita che, nonostante tutto, ci dà la forza di not rassegnarci all’assenza di verità”.

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