Paul ginsborg morto

Paul ginsborg morto; L’11 maggio 2022, a Firenze, Italia – Paul Ginsborg, un personaggio importante nella storia, è morto quando aveva 76 anni. Un individuo che studia l’Italia moderna e contemporanea, con particolare attenzione all’evoluzione della società e dello Stato in Italia nei decenni del secondo dopoguerra. Da tempo stava combattendo una malattia debilitante prima di soccombere alla sua casa di Firenze. Scelse di trascorrere il suo tempo lontano dal lavoro con le persone a cui teneva di più, inclusa sua moglie, Ajse Saracgil, che insegnava lingua e letteratura turca e storia ottomana all’Università di Napoli “L’Orientale”, e i loro tre bambini, Ben, Lisa e David. Ha anche colto l’occasione per viaggiare e visitare posti nuovi con la sua famiglia.

Paul ginsborg morto
Paul ginsborg morto

Il professore ha iniziato la sua carriera accademica come professore di storia contemporanea al Churchill College, dove ha lavorato per un totale di 15 anni. Nato a Londra nel luglio del 1945, ha frequentato il Queens College dell’Università di Cambridge per laurearsi, quindi ha iniziato la sua carriera accademica a Londra. Dal 1992 Ginsborg fa parte della Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, dove tiene corsi di storia europea attuale. Ha insegnato nelle Università di Siena e Torino negli anni ’80, e dal 1992 è nella Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. Negli anni ’80 è stato professore in entrambe le istituzioni.

Dall’anno 2010 aveva i requisiti necessari per essere considerato cittadino italiano

A tutti gli effetti. Era noto per il suo impegno pubblico su temi politici e sociali severo critico di quella che definisce “l’Italia berlusconiana”: insieme al professore fiorentino Francesco ‘Pancho’ Pardi, nel 2002 lanciò del movimento dei ‘girotondi’, di cui era considerato il padre nobile, in nome della difesa dei principi di democrazia e legalità contro le politiche del governo di Silvio Berlusconi. Sempre nell’anno 2002, è stato uno dei fondatori dell’Associazione Libertà e Giustizia, di cui è stato presidente emerito per tutta la sua permanenza nell’organizzazione.

La prima opera di Ginsborg, che rivela che inizialmente era affascinato dagli eventi accaduti durante il Movimento per l’Unità d’Italia, si intitolava “Daniele Manin e la rivoluzione veneziana del 1848-49”. (Feltrinelli, 1978; Einaudi, 2007). Successivamente, ha concentrato la sua attenzione sullo studio dell’Italia moderna fino al suo più recente incontro con preoccupazioni transnazionali, crosspolitiche e cross-sociali.

Ginsborg è autore di “Storia d’Italia 1943-1996. Società e politica 1943-1988” (Einaudi, 1989; poi aggiornata fino al 1996 nell’edizione pubblicata nel 1998), e “Storia d’Italia dalla fine della guerra ad oggi”. Società e politica 1943-1988. Ginsborg è anche l’autore di “Storia d’Italia dalla fine della guerra a oggi”. Società e politica dal 1943 al 1988 Si traduce letteralmente in “Famiglia, Società e Stato” in italiano.

“Einaudi ha pubblicato “L’Italia del tempo presente” nell’anno 1998. 1980-1996″ (Einaudi, 1998), “Famiglia Novecento”. 1900-1950: Vita familiare, rivoluzione e dittature in Italia (Einaudi, 2013). Inoltre è stato curatore della collana “Stato dell’Italia”, pubblicata da Il Saggiatore nel 1994, ed è stato anche autore del libro “Lo Stato d’Italia”. “La storia d’Italia. Annali, Volume XXII, Numero XXII, “Il Risorgimento”, “Il 1994 è stato l’anno che ha visto la pubblicazione di entrambe queste opere. (sotto la direzione e in collaborazione con Alberto Mario Banti, Einaudi, 2007).

Paul ginsborg morto
Paul ginsborg morto


Furono gli inglesi a raccontare la storia della restaurazione democratica d’Italia ea sostenerla usando il termine “girotondi”. La sua morte è stata annunciata. Paul Ginsborg era uno storico. L’età di Aveva è 77 anni. Molti italiani lo ricorderanno a livello di cronaca politica perché questo signore distinto, dall’ovale ottocentesco e dall’eloquio screziato da un’intramontabile accento british, era diventato uno dei rappresentanti più intervistati e dalle telecamere tv per la sua partecipazione attiva al movimento dei Girotondi che nel 2002 si formò in chiave antiberlusconiana.

Solo che Ginsborg, docente di Storia contemporanea all’Università di Firenze, andrebbe nostro soprattutto per Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi (Einaudi) un saggio importante, e a suo modo per nulla paludato, nel raccontare la rinascita del paese dal 1945 fino alla fine degli anni settanta. Questo libro ha suscitato una grande attenzione tra gli storici e negli anni ’90 era diventato una lettura obbligatoria per un numero consistente di studenti delle università italiane laureati in storia e politica.

L’aspetto distintivo e di nuovo valore analitico quel volume derivò dal fatto che Ginsborg mescolò gli ingredienti della storia d’Italia – la Resistenza, la nascita della Repubblica, l’affermarsi della DC, il miracolo economico, I governi di centrosinistra e il ’68 – in chiave integrata tra aspetti sociali (in particolar modo l’affermarsi del nucleo socio antropologico della “famiglia” su cui tornò con Famiglia Novecento e L’Italia del tempo presente sempre con Einaudi), economici e più meramente storico aneddotici.

Anche a livello di metodologia, Ginsborg non si è fermato

Al tipico metodo del pozzo minerario di seguire la scia di fatti e dati. Piuttosto, ebbe il difficile compito di attaccarsi a documenti ufficiali del legislatore, ad argomenti sociologici e persino a storie orali. Questa è stata una sfida per Ginsborg. In poche parole, potrebbe essere visto come una sorta di attacco preventivo contro la sensazionalizzazione dei protagonisti principali che hanno portato avanti la trama nell’interpretazione del racconto di Denis Mack Smith.

Il movimento berlusconiano suscitò così, senza dubbio, l’indignazione di una classe intellettuale borghese in Italia; questa rabbia si è rapidamente trasformata in un movimento politico e in una sorta di pressione, soprattutto per quanto riguarda le questioni che incidono sul sistema giudiziario. Ginsborg trascorse i primi due decenni del ventunesimo secolo per creare una coppia di volumi chiamati Berlusconi perché Berlusconi divenne per un certo periodo il fulcro dello studio sociologico di Ginsborg. I libri sono stati pubblicati con lo stesso nome.

(Einaudi) Berlusconismo e perseguimento di obiettivi patrimoniali entro i confini di un sistema democratico moderato (Laterza). Proprio negli anni dell’ “engagement” di piazza, quando addirittura i giornali parlarono per i girotondi di “quarto polo” nell’arena elettorale, lo storico inglese che amava la democrazia italiana (“in democrazia la maggioranza ha il diritto di governare e di attuare il suo programma, anche se discutibile, ma non può utilizzare la sua vittoria elettorale per cambiare i fondamenti della Repubblica”), mostrò in varie interviste come l’anomalia berlusconiana fosse solo l’apice di una mutazione liberista e antisociale in corso in Italia .

In una delle tante interviste che fioccarono su ogni testata tra il 2002 e il 2003 Ginsborg spiegò così il minuzioso e graduale smantellamento della democrazia ed egualitaria del nostro paese prendendo ad esempio il settore scolastico: “Venendo alla scuola colpisce che in Italia non ci sia la netta divisione di classe che caratterizza, per esempio, l’istruzione nel mio Paese, l’Inghilterra, dove le scuole private (chiamate per ironia ‘scuola pubblica’), offrono alla borghesia può permetterselo una istruzione nettamente superiore a quella della scuola statale. Nonostante tutti gli ostacoli, le scuole italiane finanziate con fondi pubblici sono riuscite a evitare il sistema classista e intrinsecamente ineguale di privatizzazione che è alla base della privatizzazione.

Paul ginsborg morto
Paul ginsborg morto

E perché l’Italia aderisca all’Unione Europea, deve sottolineare non solo questa richiesta, ma anche le altre condizioni. Le persone stanno cercando di riabilitare il reaganismo e il thatcherismo di vent’anni fa proprio nel momento in cui le persone discutono e riflettono sulle perdite causate dalle privatizzazioni, ad esempio nelle ferrovie inglesi, e questa è la cosa che mi preoccupa di più. La gente sta cercando di riabilitare il reaganismo e il thatcherismo di vent’anni fa. Per me, questo non ha assolutamente alcun senso. In chiusura, ecco alcune idee ispirate a Luciano Gallino che sono destinate alla nostra personale edificazione.

Lo storico aveva coniato la fortunata espressione “ceto medium riflessivo” per indicare quell’insieme di intellettuali, esponenti dell’associazionismo, degli sindacati e delle cooperative who erano I più interessati al destino collettivo della società, cioè di costruire “ponti verso gli altri” . Ginsborg, commentatore politico, è stato al passo con l’attualità attraverso i suoi libri pubblicati nel 2003. Due di questi libri sono intitolati “Berlusconi. Ambizioni patrimoniali in una democrazia mediatica” (Einaudi, 2003) e “Berlusconi. Ambizioni patrimoniali in una democrazia mediatica.” “È giunto il momento di fare un cambiamento.

An Analysis of a Power Structure” (Einaudi, 2004), “Politica e potere della vita quotidiana” (Einaudi, 2004), “La democrazia che non c’è” (Einaudi, 2006), “Salviamo l’Italia” (Einaudi , 2010) e “Berlusconismo” (Einaudi, 2010) sono tutte opere scritte da Einaudi (Einaudi, 2010) (sotto la direzione e in collaborazione con Enrico Asquer, Laterza) Il suo libro più recente è una collaborazione con Sergio Labate e si intitola “Passioni e politica”, è stato pubblicato da Einaudi nel 2016 ed è stato scritto con il titolo “non solo a livello teorico ma anche per ciò che appartiene alla nostra impresa collettiva”, è uno studio sul legame tra le proprie passioni e la propria vita politica.