Fiume marchigiano asdrubale

Fiume marchigiano asdrubale; La campagna di Asdrubale per portare soccorso al fratello in Italia stava andando molto bene, almeno fino a quel momento. Sfuggito all’esecuzione di Publio Cornelio Scipione in Spagna, che doveva sbarrare la strada ad Asdrubale, lo stesso percorso era stato bloccato un secolo prima da Annibale perché il Passo Sommo Pireneo (l’odierno Colle di Panissars) era sotto il controllo del Romani. Dopo essere sfuggito all’esecuzione di Publio Cornelio Scipione in Spagna, che doveva sbarrare la strada ad Asdrubale, aveva così attraversato i Pirenei più a nord, verso Roncisvalle, prima di tornare sui suoi passi a sud lungo il corso dell’Isère e tornare sui suoi passi torna all’antica via di Annibale.

Fiume marchigiano asdrubale
Fiume marchigiano asdrubale

Nella primavera del 207 d.C. Asdrubale sfrecciò attraverso le Alpi, avvicinandosi ad Annibale molto più di quanto non fosse stato quando vent’anni prima erano passati per la stessa rotta, in parte a causa delle modifiche apportate dall’esercito del fratello, e in parte perché era rientrata la minaccia gallica, che aveva tormentato Annibale durante la spedizione precedente.

Infatti i Galli erano ormai timorosi e sospettosi

Cartaginesi, e non solo lasciarono ad Asdrubale di passare per il loro territorio senza essere attaccati, ma arrivarono perfino ad accerchiare le file del suo esercito. Riuscì anche a trasportare i prigionieri di guerra catturati in Spagna, attraverso le Alpi, nello stesso modo in cui suo fratello era riuscito a farlo.

Nonostante Roma non si fosse ancora ripresa dalle sconfitte avvenute vent’anni prima, la prospettiva di dover combattere contro i due fratelli Barcid (soprannome che in punico significava “Fulmine”) era vista con grande preoccupazione. I nuovi consoli Nerone e Salinatore furono inviati a combattere rispettivamente contro Annibale e Asdrubale, in assenza dei consoli originari.

In un primo momento nessuna delle due battaglie ebbe successo: i 40.000 uomini di Nerone furono imprigionati in piccole battaglie in Abruzzo, e Salinatore, nonostante l’aggiunta di due delle tante legioni romane disperse in tutta Italia, si avvicinò cautamente ad Asdrubale, permettendogli per riemergere oltre il Metauro ea sud di Senigallia, permettendogli di riemergere più a sud.

Fino a quando Asdrubale non smise di inviare messaggi ad Annibale, non poté comunicare con lui del suo desiderio di incontrarlo in Umbria e lanciare un attacco diretto contro Roma. Gli emissari di Asdrubale furono però catturati e le sue terre finirono nelle mani del console Nerone, che partì per un viaggio verso nord con 6.000 fanti e 1.000 cavalieri per incontrare Salinatore.

Nerone, vista la gravità della situazione e l’enorme minaccia che un’unificazione degli eserciti dei due fratelli cartaginesi avrebbe rappresentato per la città di Roma, non perse tempo ad avvisare il senato che erano in programma nuove esercitazioni militari. In alternativa inviò uno sparuto contingente di truppe a fronteggiare Annibale, con l’ordine di addestrarsi quotidianamente per non indurlo a sospettare il ritiro delle forze migliori, e di avvalersi di forzate marce notturne (per nascondere i propri movimenti ad eventuali spie cartaginesi sfruttando al tempo stesso la frescura della notte per ridurre la fatica dei

L’incontro dei due consoli è il preludio.

Salinatore, che era stato imprigionato a Senigallia con l’aiuto del pretore Porcio, fu subito arrestato da Nerone. L’esercito di Asdrubale si trovava a circa mezzo miglio a nord, e poiché Nerone era arrivato a tarda notte, la sua presenza non si accorse fino al giorno successivo, quando i romani iniziarono a prepararsi per la battaglia. Anche Asdrubale avrebbe inviato le proprie truppe in battaglia, ma dopo un esame più approfondito delle forze schierate contro di lui, scoprì che l’esercito di Salinatore era cresciuto notevolmente in dimensioni e forza, e che aveva molta più cavalleria.

Era la notte precedente che Asdrubale aveva ricordato di aver sentito una tromba nell’accampamento romano, segnalante l’arrivo di un personaggio importante – suono che gli era diventato familiare durante i suoi anni di rapporti con i romani in Spagna – e quindi dedusse correttamente al fatto che attualmente stava affrontando entrambi i consoli romani. Rimuoverò le truppe dal campo quando sarò stato allontanato.

Fiume marchigiano asdrubale
Fiume marchigiano asdrubale


Il resto della giornata trascorse senza che accadesse nulla di significativo poiché i romani non si lasciavano scoraggiare dalla prospettiva di avvicinarsi alle fortificazioni di Asdrubale. Al calare della notte, questi allontanò silenziosamente il suo esercito dal campo di battaglia con l’intenzione di trasferirsi in Gallia, dove avrebbe potuto mantenere i contatti con Annibale senza essere in pericolo. Le guide di Asdrubale, però, lo abbandonano poco dopo l’inizio di marzo e lo lasciano vagare senza meta lungo le rive del Metauro, alla ricerca di un guado che lo aiuti a destreggiarsi nel deserto.

Anche la notte trascorse senza alcun segno di sollievof, ma la mattina dopo Asdrubale scoprì la sua armata in uno stato di incertezza e confusione, oltre che un gran numero di galliche ubriaches. Asdrubale si preparerà alla battaglia con vigore, grazie al rapido addestramento della cavalleria romana e al comando dei legionari al comando di due consoli che si trovano a poche miglia di distanza.

La battaglia dei sessi

Rappresentazione schematica dell’andamento della battaglia

Il luogo della battaglia del Metauro, così come il numero esatto dei soldati di entrambe le parti, sono entrambi punti controversi. Diverse località sono state proposte dai ricercatori negli ultimi anni, che vanno dal corso inferiore del Metauro a quasi il corso superiore della valle, sia a est che a ovest del fiume. I più prestigiosi istituti di ricerca si sono dati appuntamento allo scontro, che si trova ad est del Metauro nel comune di Montemaggiore, a circa 15 chilometri dal mare.

L’esercito di Asdrubale può essere stimato con 30.000 soldati, mentre l’esercito del Salinatore avrebbe dovuto avere almeno 40.000 uomini dalla sua parte (tra cui I 7.000 che avevano accompagnato Claudio Nerone). È vero che Asdrubale era sempre in minoranza e, soprattutto, mancava della cavalleria che si poteva trovare in abbondanza negli archivi dell’esercito romano. Nonostante ciò, le truppe sono schierate nel modo più efficiente possibile in condizioni simili.

Analogamente alla maggior parte degli eserciti cartaginesi, l’esercito di Asdrubale era un crogiolo di molte culture ed etnie diverse, con solo pochi di loro discendenti da origini africane. Le migliori truppe di Asdrubale erano gli spagnoli, armati di vanghe e scudi, e queste truppe erano di stanza sulla sponda orientale, insieme alle poche truppe africane che erano ancora lì (non si sa molto su questi soldati: devono essere stati guerrieri armati di lancia, presi dal territorio cartaginese o da qualche altra parte in Africa).

Fiume marchigiano asdrubale
Fiume marchigiano asdrubale

Nel cuore del campo di battaglia, davanti ai 10 elefanti che l’esercito aveva saputo trasportare, schier una formidabile forza di soldati Liguri Apuani che, nonostante la loro esperienza in battaglie “di schieramento”, non conoscevano la tattica del truppe sul campo di battaglia (gli Apuani infatti praticavano la “guerra di guerriglia”). Infine, sul lato sinistro della strada, vedo un gruppo di Galli disorganizzati, che presumo siano protetti dal terreno che è stato sgomberato davanti a loro. I romani si diressero verso Asdrubale in modo molto ordinato. Nerone ricevette il comando del fianco del destro per affrontare gli inaccessibili Galli.

Nonostante si trovassero ancora ad Asdrubale, i Galli, che erano stati ben preparati a combattere a causa dei temporali che avevano attraversato la città la notte prima, non erano più protetti dai loro commilitoni. I romani li attaccarono senza pietà, incontrando quasi poca resistenza nel processo.

Il generale cartaginese, rendendosi conto che non c’era più niente da fare o semplicemente non volendo essere imprigionato, scoppiò a ridere nel bel mezzo della battaglia, per poi trovarsi faccia a faccia con una conclusione gloriosa.