Cremonini droga

Cremonini droga; Cesare Cremonini racconta il piano della sua schizofrenia, dei Lunapop, del suo lavoro e del suo amore. La prima edizione del primo libro di Bilanci, “Lasciateli parlare”, sarà pubblicata nella prima settimana di dicembre; il titolo è un gioco sulla frase “lasciali parlare”. Secondo il cantante in un’intervista al Corriere della Sera, il titolo del suo album lascia intendere che sia affetto da psicosi, e fa riferimento agli spettacoli che sta vivendo dentro di sé. «

Quasi ogni giorno, e ancor di più, mi colpisce la sensazione di uno spettacolo addossato al muro e scortato fuori dal palco. È quasi come se lo vedessi. Ed è stato lo psichiatra a farmelo vedere. L’immagine può essere trovata anche su Internet. “Puoi dirmi di cosa si tratta?” dice il narratore. Fu così». La diagnosi di schizofrenia è una cosa seria. È visto dalla vittima come un’allucinazione interna che viene dall’interno. Uno stato alterato dell’essere che si manifesta nel subconscio come se fosse la propria casa», prosegue l’autore.

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Secondo Cremonini, che è ossessionato dalla musica e non si fa mai vedere fuori dallo studio: «Hai oltre i cento chili. Tranne che nel caso dell’ubriaco, non faccio più l’amore. Qualsiasi attività fisica che svolgo è una perdita di tempo» Dopodiché, è pian piano la cura. Se l’obiettivo principale della paziente era il lavoro,

il professionista psichiatrico le consigliava di lasciare lo studio e di andare all’aria aperta. Cesare, di conseguenza, non è più incarcerato. E oggi? Se sento che l’edificio sta per crollare, comincio immediatamente a camminare. In mezzo ai monti, su un crinale».

«Oggi, dopo trent’anni di attività, posso mostrarvi il mio forziere», spiega Cesare Cremonini presentando il suo nuovo album 2C2C; the best hits, che uscirà il 29 novembre. Un’opera che, per certi versi, ricorda la sede scelta per la conferenza stampa, un edificio storico milanese considerato uno dei luoghi più suggestivi della città.

La diagnosi del medico

Nei corridoi della città, enormi saloni danno spazio a opere in porcellana bianca, alcune delle quali tra le prime realizzate in Europa, oltre a vasi cinesi della prima metà del Seicento e lampade liberty che illuminano decorazioni rococò. Si tratta di un eclettismo quasi discordante che trova naturale armonia nell’identità del palazzo, che è stato costruito su una fondazione ad anello e in cui le arti continuano a prosperare senza risentire del passare del tempo.

«50 Special, il giorno più bello della settimana», continua Cesare, «Ho scritto qualcosa di grande quando avevo 16 anni, e sono il primo capitolo di un racconto su un ragazzino che scriveva canzoni per raccontare il piano della sua vita Ma sono comprensibili solo se sono inseriti nel contesto di un piano più ampio che arriva fino ad Al telefono”, riferendosi alla sala da ballo del palazzo.

»Quelli che chiamo Padremadre, Marmellata#25, Logico e Poetica sono veri e propri atti di sincerità in cui si rivela la mia vera identità, il personaggio che ero allora e che continua ad esistere nella stessa penna con cui scrivo canzoni oggi.» (dal libro Padremadre, Marmellata#25, Logico e Poetica)

“Sono stato colpito da una pallottola, come me l’ha descritta lo psicanalista. Mi allontano da lui per accompagnare un altro individuo. Dopo di che mi racconterai di te e di cosa hai provato. I sintomi stanno diventando più gravi “Secondo Cesare, si riferisce alla sensazione di avere dentro di sé una “figura straordinaria” che aveva sperimentato un anno prima, che lo avrebbe portato a consultare un medico e, se si fosse verificata, gli sarebbe stata diagnosticata la schizofrenia.

Ed è a questo punto che finisce il “treno” di Punto Radio, che “ho fondato con il mio gruppo di amici storici”. La telecamera si apre per vedere la scena nazionale. «Sono nato negli anni ’70 e sono cresciuto negli anni ’80. Quando gli anni del piombo erano in pieno svolgimento, le Brigate Rosse, la Lotta Continua e l’Operaio Potere erano in pieno svolgimento.

Si diceva che Lui fosse al di fuori dei confini ideologici; era descritto come un “indiano metropolitano” e un “uomo anarchico”, e le persone che “sembravano dei matti” erano quelle che venivano chiamate “potere operaio” ed erano studenti, come gli altri che venivano chiamati “lotta continua”, e poi sono tornati a casa, dai genitori, perché studenti… E la loro lotta andrà avanti fino alla fine. (Dopo, tutti sanno da quanto tempo lavorano per la famiglia Berlusconi, nel bene e nel male.)»

“Il mostro” si traduce come “la mostra”.

Quando ricorda di essere stato con una femminista vestita alla maniera della «sincerità e del dialogo in mezzo a un coppia», esclama con gioia che lei mi aveva «mollato innanzitutto alla mia prima confessione tradizionale». Le parole di Vasco sono sempre venate di una sfumatura di sarcasmo. Il suo scopo è creare qualcosa che sia intrinsecamente burdenso, come la vita, meno gravoso.

“Quasi ogni giorno, e anche più spesso, ho la sensazione che uno spettacolo venga eseguito contro la mia volontà, costringendomi ad uscire di casa. È quasi come se lo vedessi. Ed è stata la psichiatra a farmelo vedere . L’immagine può essere trovata anche su Internet. ‘Puoi dirmi di cosa si tratta?’ Così era. Le braccia sono storte ed appuntite, mentre le gambe sono ammaccate e pelose. La schizofrenia era la diagnosi ufficiale.

Cremonini droga
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La vittima la percepisce come un’allucinazione interna che emana dall’interno. Uno stato alterato dell’essere che si manifesta nella subconscio come se fosse la propria casa “….. L’incontro con la psichiatra è nato a seguito di due anni di “appassionata ossessione per la musica”. Cesare Cremonini trascorre tutto il suo tempo libero nel suo studio, aperto 24 ore su 24.

“Smisi di tagliarmi la barba e i capelli”, dice il narratore. Mangiavo la pizza solo a pranzo ea cena, ad eccezione di due pizze a cena una volta alla settimana. Superai il cento cile e sfruttai. Tranne che nel caso dell’ubriaco, non faccio più l’amore. In passato, ho evitato di impegnarmi in qualsiasi attività fisica. Lo psichiatra mi chiese cosa potevo fare per sentirmi meglio. Camminare è il risposito. Il lavoro non era il problema; il problema era il lavoro. Il trattamento consisteva nel camminare.

Ho camminato per centinaia di miglia e migliaia di chilometri. Quei sentieri della Collina hanno suscitato il mio interesse. Ho anche acquistato dei farmaci, che sono articoli piuttosto leggeri, di cui non parlerò in confronto ad altri che hanno dovuto sottoporsi a trattamenti farmaceutici difficili”….. Ed è a questo punto che la canzone Nessuno vuole be Robin, che è stato scritto in quattro minuti, prende vita.