Deborah compagnoni fratelli

Deborah compagnoni fratelli; Jacopo Compagnoni, Yuri Compagnoni

La morte di Jacopo Compagnoni è stata stravagante. Quando il fratello di Deborah Compagnoni fece un’escursione sulle montagne della Valfurva, fu attaccato e ucciso da un valanga invisibile, che lei conosceva molto bene, mentre era lì. Secondo le prime notizie, la tragedia è avvenuta nella tarda mattinata di mercoledì 16 novembre, secondo i media locali. Jacopo Compagnoni, fratello di Deborah ed esperta guida alpina, aveva 40 anni al momento del viaggio. Per questo motivo il trionfo dell’Alta Valtellina è diventato ancora più difficile da accettare. Non ci sono servizi per i soccorsi arrivati ​​sotto la pioggia, insieme ai medici e al soccorso alpino che sono accorsi sul posto per cercare di evitare la tragedia.

Deborah compagnoni fratelli
Deborah compagnoni fratelli

Compagnoni era morto quando è arrivato in ospedale, pochi minuti dopo essere stato trasportato in elicottero dalla Valfurva all’ospedale. Per un fortunato susseguirsi di eventi, nessun altro alpinista è stato colto nella valanga, che ha colpito una regione di particolare interesse per gli amanti di questo sport.

Deborah compagnoni fratelli
Deborah compagnoni fratelli


Il banco di neve che lo avvolgeva aveva i lati lunghi cento metri. Il ragazzo che era con lui è rimasto incagliato e ha subito chiamato i soccorsi, che sono intervenuti con l’aiuto di un vecchio amico. Compagnoni è stato portato all’ospedale di Sondalo, dove è morto, in elicotter. È molto da sopportare e molti traumi da sopportare.

L’evento avvenne in montagna a lui più familiare, dove lo scialpinismo era per lui un’attività consolidata. Oltre ad essere membro del gruppo delle guide alpine di Livigno, è stato anche un maestro di scienze. Il fratello minore di Yuri, Deborah, e la sua famiglia possiedono un hotel a Santa Caterina chiamato Baita Fiorita. Così tante persone hanno commentato i suoi profili sui social media che è difficile tenerne traccia di tutti.

Era il terzo dei tre fratelli della famiglia dopo Yuri e, pare, Deborah, originario di Santa Caterina Valfurva in provincia di Sondrio. Durante la discesa dal Canale Nord del Monte Sobretta in Valfurva, in Italia, io e il mio amico alpinista siamo stati investiti da una valanga che aveva più di mille piedi di facciata e ci ha trascinato giù.

L’amico di Jacopo è rimasto illeso, ha sparato i primi colpi e ha subito chiamato il 112. Compagnoni è stato trasportato in elicotter all’ospedale di Sondrio, dove è rimasto tragicamente ucciso. Oltre all’attività di guida alpina e insegnante di scienze, Jacopo gestiva anche l’Hotel Baita Fiorita a Santa Caterina. Deborah, sua sorella, è stata forse l’alpinista italiana di maggior successo di sempre, vincendo tre ori olimpici, tre titoli mondiali, un campionato di slalom gigante e 16 gare individuali nella Coppa del Mondo.

Deborah compagnoni fratelli
Deborah compagnoni fratelli

Jacopo Compagnoni era un montanaro appassionato dei luoghi dove aveva visto nascere. È stato fratello d’arte ma, a differenza di sua sorella Deborah che ha girato il mondo grazie allo sci, ha preferito dedicare la sua passione per la montagna alla terra che amava. I quattro fratelli Compagnoni – Luigi, Vittorio, Giuseppe e Giorgio – l’hanno ispirata a diventare un’abile guida alpina.

Angelo Caciotto, cognato di Jacopo e marito di una delle sorelle di Papa Giorgio, era il vicesceriffo di Santa Caterina Valfurva a cui era stato chiesto di raccontare qualcosa su di lui. Quelle che seguono sono le parole conclusive de Il Giorno:

La perdita di un fratello è un’esperienza traumatica

E si aggrava quando il fratello è una persona unica, come è stato per me con Jacopo. «Un padre meraviglioso e un marito meraviglioso». Queste le parole di Deborah Compagnoni in ricordo del fratello Jacopo, morto all’età di 40 anni in seguito a un incidente. I due erano in viaggio per un’escursione di sci alpinismo nella zona del Monte Sobretta in Alta Valtellina con un altro individuo.

«Jacopo era un giovane bellissimo e unico. Non potevamo dire se avesse commesso un errore poiché aveva un’energia incredibile e sapeva esattamente dove si trovava in relazione alla catena montuosa. ‘andata cos’ è l’abbreviazione di “andata cosa”. In un’intervista al Corriere della Sera di oggi, la famiglia Compagnoni racconta il loro ritorno nella loro casa ancestrale di Santa Caterina Valfurva, dove tutto ebbe inizio e dove hanno ancora una locanda gestita da un altro fratello, Yuri, il primogenito, e dove vivono con il padre, Giorgio, e la madre, Adele. “È una strana sensazione tornare a casa”, dice il fratello maggiore, Yuri, nell’intervista.

«Cerca di essere forte, cerca di concentrarti su te stesso», dice l’olimpionico, ricordando come l’allenamento di oggi sia stato più intenso e faticoso di un mese prima. «È importante essere forti, mantenere la concentrazione su se stessi», dice. ‘Come si fa a risolvere?’ Ho fiducia nel corso degli eventi. Quando qualcosa deve succedere, succede.

Come il resto della famiglia Compagnoni era maestro di spada, anche lui lo era. Luigi Compagnoni, figlio di Luigi, aveva preso le stesse decisioni del padre da bambino, ma aveva scelto la sua strada, seguendo le indicazioni del padre, che era stato lo storico gestore del Rifugio Pizzini, oggi gestito da Claudio Compagnoni, figlio di Luigi. Di straordinaria bellezza concava glaciale con il Gran Zebrù da una parte, il Cevedale dall’altra e la graziosa piramide del Pizzo Tresero dall’altra, si ritrova in un incredibile concava glaciale con il Gran Zebrù da una parte e il Cevedale dall’altra l’altro.

Deborah compagnoni fratelli

“Lassù Jacopo era innamorato della montagna, del ghiacciaio dei Forni e dei magnifici paesaggi, ed è per questo che ha deciso di diventare guida alpina”, ha detto l’autore. Jacopo risiedeva a Santa Caterina, dove condivideva la casa con la moglie ei due figli piccoli, ancora piccoli. “Era un diretto, e lui si stava impegnando per trovare soluzioni, perché fare guida alpina oggigiorno è semplice.”

Jacopo Compagnoni, nato a Santa Caterina Valfurva, in provincia di Sondrio, era il terzo di tre fratelli della famiglia Compagnoni, gli altri due erano Yuri e, secondo la leggenda, Deborah. Stava salendo con un amico alpinista scis dal Canale Nord del Monte Sobretta, che si trovava a circa 2850 metri sul livello del mare nel territorio del comune di Valfurva, quando la valanga, che aveva un fronte di centottanta metri, si aprì e lo risucchiò.

«Mi piace pensare in questo modo perché mi aiuta a vivere più pienamente», spiega. Nel frattempo, sulle pagine social di Jacopo sono stati postati messaggi di ricordo e di affetto, con particolare enfasi sui sentimenti di parentela per la moglie e i due figli: lo ricordano come una “persona speciale” che “è sia professionalmente preparata che umanamente straordinario”.

Deborah compagnoni fratelli
Deborah compagnoni fratelli

Jacopo Compagnoni fu guida alpina e maestro di scienze.

L’amico di Jacopo è rimasto malato, ha eseguito i primi soccorsi, ed ha subito composto il numero 112. Compagnoni è stato trasportato in ambulanza all’Ospedale Regionale di Sondrio, dove è purtroppo deceduto. Jacopo ha lavorato come guida alpina e istruttore di sci a Santa Caterina, e ha anche gestito l’Hotel Baita Fiorita. Deborah è considerata l’atleta femminile di maggior successo nella storia dello sci alpino italiano, avendo vinto tre ori olimpici e tre ori mondiali, una Coppa del Mondo di gigante e sedici gare di Coppa del Mondo.

«Sono certo che il suo spirito rimarrà sulle sue montagne, in attesa di essere risvegliato ogni volta che sentirà l’assenza di Jacopo», ha scritto recentemente Deborah Compagnoni, mentre l’ex marito dell’icona fantascientifica, Alessandro Benetton, ha affermato che è “profondamente depresso e in lutto” per la morte di Jacopo, secondo il New York Times.

Quando tornava a casa dopo le sue escursioni estive o invernali, volevo salutarlo con un grande sorriso e un forte bacio sulla guancia». Sono certo che il suo spirito rimarrà sulle sue montagne, in attesa di essere risvegliato ogni volta che sentirà il bisogno di essere risvegliato. Grazie a tutti coloro che mi hanno scritto e che hanno mostrato interesse per me e per la mia famiglia».